Ah, la Coppa Italia ... A seconda dell'angolo da dove la si guarda, rappresenta un fastidio da smaltire al più presto, oppure il mezzo più veloce per poter accedere ad una Coppa Europea. Ieri sera, dopo ben cinquantuno anni ( !!!!! ), la Banda Rossoblù di Vincenzo Italiano ha conquistato il diritto a disputare la finale del 14 maggio allo Stadio Olimpico di Roma, contro il Milan, con tantissimi cordiali saluti al telecronista Trevisani, che nell’intervallo, vanamente rimbeccato da Roberto Cravero, si è lungamente attardato in calcoli di probabilità gufando in favore di una clamorosa rimonta empolese, magari facendo affidamento su qualche altra cappella di Lucumì ( che per nostra fortuna si limita ad un colpo a partita … ) e SOPRATTUTTO ad Alessio Tacchinardi, guarda caso storico portacolori dell’ARMATA CULASTRISCE, il quale, non pago di aver toppato le previsioni su entrambe le semifinali, a partita conclusa se ne è uscito rispolverando il pippone secondo cui Vincenzo Italiano è sprecato al Bologna e avrebbe il sacrosanto diritto di voler allenare una cosiddetta GRANDE. Altra figuraccia, giacchè il nostro Mister ha fatto garbatamente notare che anche noi siamo una grande, mentre Stefano Sorrentino ha ricordato i suoi trascorsi in Champions col Chievo di Sartori, espressione DI UN QUARTIERE DI VERONA. Insomma, Tacchinardi non ha fatto altro che rendersi portavoce del sentimento comune a tutta la sua risma, ovvero che il Rossoblù Felsineo ormai non fa più tremare il mondo, al massimo gli fa un po’ di solletico. Pazienza, per nostra fortuna siamo di nuovo grandi e possiamo tranquillamente fare a meno di certi ammiratori. Tornando alla Coppa Italia, negli anni, il Bologna l'ha vinta due volte: nel 1970, battendo il Torino nell’ultima partita di un girone all’italiana, e nel 1974. La seconda volta, io c'ero ( avevo OTTO ANNI ) !!! Quell'anno la finale si giocava in gara unica all'Olimpico di Roma ( che si trova ad un tiro di schioppo dalla mia Foligno ); quando si ebbe la certezza che il Bologna sarebbe stato della partita, mio padre si prese un giorno di ferie per non mancare all'appuntamento del 23 maggio, un mercoledì. Si giocava contro il Palermo, all’epoca in Serie B. Allo stadio prendemmo posto nel settore Distinti, circondati da numerosissimi tifosi venuti appositamente da Bologna. La nostra squadra aveva appena concluso il campionato all'ottavo posto, pareggiando in casa l'ultima partita contro la Lazio fresca di scudetto; sulla carta, dunque, l'impegno si presentava abbastanza facile. Invece, dopo circa mezz’ora di "studio" da entrambe le parti, il Palermo passò in vantaggio con un gol dell'ex interista Magistrelli. Non vi dico la reazione degli amici bolognesi: parlavano in dialetto, quindi non capivo cosa stessero dicendo, ma dal tono concitato si intuiva che non stessero certo rivolgendo dei complimenti ai giocatori!!! Da quel momento in avanti i Rossoblù cercarono con ogni mezzo di pervenire almeno al pareggio, sprecando diverse occasioni. La più vistosa circa a metà del secondo tempo: proiezione in avanti del palermitano Cerantola ( ... sì, proprio colui che vent'anni dopo si sarebbe presentato sotto le Due Torri come allenatore al servizio di Casillo ... ), assist verso Magistrelli e tiro al volo, con impeccabile chiusura in fallo laterale di Tazio Roversi. A quel punto, un signore alle mie spalle gridò qualcosa in dialetto bolognese rivolgendosi a Roversi: quest'ultimo si girò verso di noi per capire da dove provenisse l'urlo, facendo un gesto con la mano come per dire "ma che stai a dì", mentre gli altri scoppiarono in una fragorosa risata. La partita proseguì con l'espulsione di Bob Vieri ( il padre di Bobo ), avventatosi contro un guardalinee reo di avergli procurato una segnalazione di fuorigioco, e con altre due occasioni in cui il Palermo si rese davvero pericoloso. Ad un paio di minuti dalla fine, il cambio di scena: Giacomo Bulgarelli si invola verso la porta rosanero e viene messo giù appena dentro l'area, inducendo così l’arbitro Gonella, il top dell’epoca, a fischiare un prezioso calcio di rigore a nostro favore. A questo punto una sorpresa: TUTTI i tifosi rossoblù presenti, compreso mio padre, si mettono a gridare " Beppe, buttala fuori !!! " all'indirizzo di Savoldi che si apprestava a tirare dagli undici metri !!! Insomma, gli sportivissimi tifosi del Bologna non ritenevano di meritare la possibilità di raddrizzare il risultato all'ultimo minuto. Per fortuna Savoldi non diede retta a certe sirene, realizzò il pareggio e si andò ai tempi supplementari, durante i quali le due squadre, visibilmente stanche, e anche un po’ provate dalla giornata estiva arrivata dopo due settimane climaticamente incerte, produssero comunque un paio di occasioni per parte. Per risolvere la contesa bastò la normale serie di rigori, in quanto per noi fece cilecca il solo Franco Cresci mentre il Palermo sbagliò gli ultimi due. Finì così, col giovanissimo Eraldo Pecci a segno per l’ultimo rigore ( e il tabellone dell’Olimpico riportava il nome di Giovanni Mei, chissà perché ) e Capitan Bulgarelli che alzava la Coppa mentre su Roma calavano le prime ombre della sera... un'immagine indimenticabile. Al mio fianco, un giovane bolognese disse: "Vedi, qua dentro dieci anni fa abbiamo vinto lo Scudetto. Chissà che questa giornata non sia l'inizio di una nuova stagione di gloria !" Ora lo sappiamo, quell'amico tifoso, che oggi dovrebbe avere 70/80 anni, purtroppo si sbagliava: in questi cinquant'anni l'unico trofeo che abbiamo portato a casa è stato l'Intertoto del 1998. La soddisfazione provata quella sera, al netto di certe lamentele vittimistiche periodicamente riciclate dalla tifoseria palermitana ( vabbè, se è vero che il Palermo aveva giocato meglio è altrettanto vero che il rigore su Giacomino c’era ), non potrà togliercela mai nessuno, e così come nel 1999 abbiamo sfiorato clamorosamente un doppio trionfo in Coppa Italia e in Coppa UEFA, non è detto che il 14 maggio, a dispetto di certe dotte disquisizioni e di sfumature di cornacchia e di gufo, soprattutto in ottica stagione-milanista-da-raddrizzare, non si possa tornare a celebrare un grande successo per i Colori Rossoblù. Non ci resta che preparare l’assalto all’ultimo scalino.
Nessun commento:
Posta un commento