Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!
Il Bologna è la squadra del mio cuor...

martedì 25 febbraio 2014

Uno fisso nel mio cuore

Non mi importa che nelle ultime due partite il Bologna abbia perso... Io ho visto un grande Bologna.
A tutti gli ipocriti che hanno fischiato il Mister solo perchè stava prendendo il posto di Stefano Pioli, e che adesso lo osannano, 
chiedo solo di tacere e di contare fino a cento prima di aprire la bocca e sputare sentenze senza motivo!
Sia contro il Milan che contro la Roma, abbiamo visto una grande squadra, compatta, ben posizionata in campo e determinata.
Abbiamo visto giocatori, degni di tale nome, realizzare passaggi, assist, cross e costruire il gioco.
Abbiamo visto una squadra creativa, non scontata e anche imprevedibile.
Abbiamo visto gli stessi giocatori che avevamo prima...
Mister Ballardini è un panzer, è professionale ed è "uno che si fa rispettare", come è giusto che sia.
Ho sempre sostenuto che Stefani Pioli, al quale ero affezionata in quanto allenatore della mia squadra, avesse "goduto bazza"
della preparazione di Bisoli, suo predecessore, che aveva dichiarato che la squadra a Natale avrebbe corso, e così è stato...
L'anno successivo abbiamo cominciato a vedere una squadra che boccheggiava letterealmente dopo un'ora scarsa di gioco...
C'era decisamente qualcosa che non quadrava!
Con l'arrivo di Ballardini, credo che anche un profano si accorgerebbe del cambiamento...
Oggi è bello veder giocare il Bologna, è bello essere orgogliosi della propria squadra, anche quando perde...
E' bello vedere che con le stesse risorse di prima si possa realmente costruire un futuro!
C'è chi sbaglia più degli altri, chi non è perfetto, chi gioca bene sempre, chi giochicchia come può, ma c'è la squadra, 
e con essa la volontà di riscatto.
Oggi c'è l'onore, e non l'onere, di appartenere al Bologna!!!
Alessandra Sportelli Negrini

sabato 22 febbraio 2014

Aspettando la Roma

Contro questa Roma, seconda potenza del campionato, il confronto appare proibitivo. La differenza tecnica fra le due squadre è enorme; quanto successo venerdì scorso a Milano, però, autorizza tutti noi a guardare questa partita con occhi meno pessimisti di quanto le circostanze potrebbero suggerire. Bologna e Roma si sono sfidate al Dall'Ara, in passato, per 66 volte, sempre in Serie A. I risultati sono stati vari, anche perchè non sempre le due squadre hanno vissuto momenti di gloria in contemporanea. Per esempio, il 19 gennaio 1964 i nostri eroi, guidati da Fulvio Bernardini, travolsero 4-0 una squadra di medio cabotaggio, prendendo definitivamente coscienza di poter vincere quel campionato, a dispetto dello scandalo-doping che sarebbe andato vergognosamente in scena nelle settimane successive. Andiamo un po' avanti nel tempo, ed arriviamo al 28 settembre 1980. I Rossoblù di Gigi Radice ricevono la Roma di Falcao e Bruno Conti. Ne viene fuori una partita combattutissima tra due squadre destinate a terminare ai primi posti della classifica ( la Roma seconda, noi settimi con cinque punti di penalizzazione ), finita 1-1 con gol di Garritano e Pruzzo. Le sorti dei due club divergeranno da lì in poi: i giallorossi vinceranno lo scudetto mentre il Bologna, nel giro di un anno solare, si ritroverà in Serie C. Le strade torneranno ad incrociarsi a fine Anni '80. Il 30 dicembre 1989 il Bologna di Maifredi, al centro del cui attacco presenta l'ex laziale Bruno Giordano, pareggia 1-1 un match giocato in un clima polare e passato alla storia per l'inconveniente occorso a Lionello Manfredonia, colpito durante la gara da un infarto che ne avrebbe decretato la fine della carriera. Impossibile dimenticare, poi, l'amara giornata dell'11 febbraio 2001: Niccolò Galli era morto 48 ore prima, il Presidente Gazzoni chiese inutilmente di rinviare la partita ( la Roma era disponibile, furono i vertici della FIGC a negare il rinvio; stranamente, qualche anno dopo, la Juventus, trovatasi in una situazione analoga, ottenne di posticipare una gara ); i giocatori Rossoblù, allenati da Guidolin, scesero in campo ancora scossi per l'accaduto. La Roma, destinata allo scudetto, vinse 2-1, e diede l'impressione di non voler ulteriormente infierire su una squadra in preda ad un grande dolore. Decisamente non riesco a catalogare con una sola parola quanto successo il 25 settembre 2004: il Bologna di Mazzone giocò una gran partita contro i giallorossi di Rudi Voeller, vincendo 3-1 con una doppietta di Meghni ed un gol di Cipriani, a cui rispose Totti. Il problema fu che ci trovammo a fare i conti col famigerato arbitro Pieri, capace ( come sempre ) di invertire le decisioni e di espellere per simulazione Giacomo Cipriani che aveva appena subito un clamoroso fallo da rigore. Non contento, Pieri decretò una seconda espulsione lasciando i Rossoblù in nove uomini; riuscimmo, come detto, a vincere lo stesso quella partita, al termine della quale il tecnico tedesco, furibondo per non essere riuscito a raddrizzare il risultato nonostante il colpo di vento favorevole, lasciò la Roma sbattendo la porta. Curioso il ricordo di fine gennaio 2011, quando si abbattè su Bologna una copiosa nevicata che costrinse l'arbitro a sospendere la partita dopo pochi minuti per rinviarne il seguito a tempi migliori .E veniamo a tempi più recenti, ovvero allo scorso campionato. E' vero, la Roma non era lo squadrone messo su nel frattempo da Rudi Garcia, e anche noi eravamo messi un po' meglio, disponendo in attacco di Gabbiadini e soprattutto di Gilardino il quale, non contento di aver giustiziato i giallorossi a domicilio nella partita di andata, trascinò la squadra in un match furibondo, giocato a mezzogiorno, e finito 3-3 solo perchè il tempo era scaduto: sono convinto che, se la gara fosse durata di più, avremmo visto segnare altri gol, in quanto le due squadre decisamente non si risparmiarono. Dunque, dopo quanto ho visto contro il Milan, credo di poter aspettare questo incontro senza il pensiero di essere sconfitto in partenza; sotto la guida di Ballardini la squadra sta dimostrando di poter reggere i vari confronti. L'unica cosa che mi infastidisce è rappresentata dalle voci di mercato: Bianchi e Kone sono corteggiati da squadre russe e cinesi, le cui sessioni di mercato si chiudono ai primi di marzo, e non vorrei che finissero per partire entrambi. Se perdessimo in questa fase due elementi di questo calibro, allora sì che la strada verso la salvezza diverrebbe davvero impraticabile. Spero proprio che la saggezza guidi le scelte di chi si occupa di certe questioni.



Paolo Milito



martedì 18 febbraio 2014

Siamo eroi

Si parla sempre di super eroi, di miti, di fenomeni lontani da noi anni luce...
Dimentichiamo troppo spesso che i veri eroi sono tra noi, e sono persone normalissime...
E' doveroso allora ricordare il boscaiolo svedese del Bologna, Klas Ingesson, un altro dei nostri grandi!
Ingesson torna nel mondo del calcio dopo una lunga e grave malattia. 

Nel 2009, infatti, comunicò di avere un cancro al midollo.
L'indimenticato centrocampista del Bologna e della nazionale svedese, con la quale conquistò il terzo posto ai mondiali del 1994, torna ad allenare.
E' stato al Bologna dal 1998 al 2000 e in maglia rossoblù ha collezionato 64 presenze segnando 4 reti. 
Klas ha concesso un’intervista alla Gazzetta: 
“Guarito?… E chi me lo garantisce? Per tre anni e mezzo mi sono lasciato bombardare di farmaci per tentare di debellare il mieloma. 
Nello scorso gennaio, ho giocato l’ultima carta della speranza: il trapianto di cellule staminali. 
È andato male l’auto-trapianto, invece è riuscita perfettamente l’operazione grazie alle cellule di un tedesco. 
Vorrei conoscerlo. Mi ha salvato, lo guarderei in faccia per trasmettergli la mia felicità, il mio senso di gratitudine. 
Ogni tre settimane mi sottopongo a controlli presso l’ospedale di Linkoping. 
E tutto procede bene. Sono passato da 79 a 106 chili, in una parabola di valori che mi abbattevano. 
In certi giorni ho pensato di non avere la forza per continuare la battaglia. 
Mia moglie Veronica e i nostri due figli sono diventati le catene alle quali mi sono legato per far scattare la molla psicologica. 
Il calcio mi ha aiutato tanto. 
Mi sono sottoposto a nove interventi chirurgici alla schiena: al limite, posso andare in bicicletta, ma con cautela. 
Ora peso 94 chili, nella mia media. Mi piacerebbe correre e invece non ce la faccio, non ho più muscoli. 
Ma, visto che da calciatore ho dato tanto sul piano atletico, ora posso riposarmi. 
Mi godo Veronica, Martin e Davide: finalmente non soffrono per causa mia”.
Il 30 settembre 2013 viene presentato come allenatore dell'Elfsborg...
Eccoli i veri eroi!
Caro ragazzone, augurarti tutto il bene del mondo sarebbe riduttivo, ma scalda il cuore saperti combattente e determinato!
Guarda avanti, perchè più di uno scudetto, una coppa o un campionato, hai appena vinto la vita!!!
In tribuna per sempre con noi!!!
Vola Klas...
Alessandra Sportelli Negrini

domenica 16 febbraio 2014

La strada dei ricordi...

Noi persone normali viviamo il quotidiano un passo alla volta... 
Oggi a casa nostra è venuto l'idraulico a farci il preventivo per sistemare il bagno (lo so che è domenica, ma devi prenderli quando ci sono!!!! )
e ci siamo messi a parlare di calcio, complici anche le fotografie del Bologna, dal 1970 ad oggi, appese nell'entrata.
E parlando e chiacchierando e scherzando, abbiamo scoperto che il ricercatissimo artigiano ha giocato nel Baracca Lugo nell'anno 1983-84 con il mitico Stefano Chiodi!
Mio marito aveva già detto il nome quando ha sentito l'anno incriminato, e poi si è illuminato d'immenso!
E così ci siamo ritrovati a parlare di Stefano, ricordando che dopo i primi calci dati al pallone nel Progresso, squadra di Castelmaggiore, compagine partecipante al campionato di Promozione, a 15 anni si ritrovò conteso tra Bologna e Torino. La spuntò la squadra granata, ma il trasferimento del giovane attaccante bolognese sotto la Mole sfumò per la decisa opposizione del padre che 
preferì indirizzare il figlio a Bologna. Ragazzi, date retta ai genitori...
Ricordiamo allora il capolavoro di Stefano, uno che segnava poco, ma che realizzava gol difficilissimi: contro l’Inter stoppa di petto spalle alla porta, si gira e al volo di destro fulmina Bordon, mentre con il Pescara realizza di testa in volo quasi da fuori area...
Mi piace ricordare i campioni che hanno reso grande il Bologna con la loro umiltà...
Ciao Stefano... e grazie di essere stato nei nostri cuori rossoblu...
Alessandra Sportelli Negrini


sabato 15 febbraio 2014

Lasciare una traccia

In queste ore stanno arrivando complimenti a livello direi planetario per Mario Balotelli, dopo il gol pirotecnico messo a segno contro il Bologna a San Siro. Un destino beffardo e maligno ha voluto che, poche ore dopo, sia venuto a mancare prematuramente Corrado Benedetti. Chi era Corrado Benedetti ? Semplice, un ottimo difensore del Bologna di Gigi Radice, quello capace di sfiorare la qualificazione in Coppa UEFA con cinque punti di penalizzazione. La citazione, a mio avviso, è d'obbligo, in quanto nell'aprile del 1981 Benedetti, contro il Cagliari al Dall'Ara, mise a segno un gran gol da distanza superiore a quella di Balotelli, con una botta al volo. Ne scaturì un missile a tre stadi, di rara potenza e precisione, che il portiere del Cagliari non vide neanche partire. Dunque, anche noi abbiamo avuto in casa, in passato, giocatori capaci di simili prodezze. Non resta che rivolgere le doverose condoglianze ai familiari, e ringraziarlo per le soddisfazioni che ci ha dato nelle due stagioni passate in Rossoblù.


Paolo Milito

venerdì 14 febbraio 2014

Ricordi di Milan - Bologna

Milan - Bologna è una " classica " del campionato italiano, che conta ben 66 precedenti. Se è vero che non vinciamo lo scudetto da cinquant'anni, è altrettanto vero che in questo mezzo secolo abbiamo creato parecchi fastidi ai rossoneri, anche quando il nostro potenziale tecnico appariva sulla carta di gran lunga inferiore. Se andiamo indietro nel tempo, di episodi da ricordare ne troviamo parecchi. A cominciare dal 10 gennaio 1971. Quel giorno il Bologna, guidato da Edmondo Fabbri, si presentava a San Siro lanciatissimo, trascinato dall'astro nascente Francesco Liguori; durante la gara, un'entrata da codice penale di Romeo Benetti su Liguori spezzò un ginocchio e la carriera di quest'ultimo, aiutò il Milan a vincere per 2-1 e ridusse notevolmente il potenziale tecnico di quel Bologna, capace comunque di classificarsi quinto al termine di quel campionato. Facciamo un salto in avanti negli anni, e veniamo al 6 maggio 1979. E' la penultima giornata di campionato; al Milan manca un punto per avere la certezza matematica di aggiudicarsi lo scudetto della Stella, il Bologna ha necessità di fare punti per non retrocedere. Ebbene, l'entusiasmo dei tifosi rossoneri deborda a tal punto che l'arbitro è costretto a sospendere la gara. Gianni Rivera, alla sua ultima partita a San Siro, si fa portare un microfono e invita i propri sostenitori a mantenere la calma: perdurando quel caos, il Milan rischierebbe la sconfitta a tavolino e vedrebbe sfumare sul filo di lana un titolo messo in cassaforte già da parecchio tempo. Si raggiunge un compromesso: la gente resterà a seguire la partita ai bordi del campo, i giocatori trascorreranno sulle rispettive panchine l'intervallo fra i due tempi di gioco. Finisce 0-0, Milan Campione d'Italia e Bologna più rassicurato verso la partita successiva, pareggiata in casa col Perugia di Salvatore Bagni. Veniamo al 17 febbraio 2001, quando il Bologna, andato sotto di due gol, prima pareggia il conto con una doppietta di Giacomo Cipriani ( con tanto di dedica all'amico Niccolò Galli scomparso dieci giorni prima ), poi va in vantaggio con Beppe Signori e, una volta raggiunto sul 3-3, manca per un soffio all'ultimo secondo con lo stesso Signori il quarto gol, che avrebbe sancito una clamorosa vittoria. Al 30 gennaio 2005, poi, è legato un ricordo che non so se definire sconcertante, dolceamaro o cos'altro. Quel giorno il Bologna, guidato da Carlo Mazzone, battè a San Siro un Milan stellare, grazie ad un gran gol di Tomas Locatelli; eppure, a fine stagione, grazie anche a delle manovre extra-calcistiche di cui potremmo stare a discutere per giorni interi, quella squadra, che pur non era da disprezzare, retrocesse in Serie B. Saremmo tornati a far visita al Milan proprio al ritorno nella massima serie, vincendo per 2-1 con due gran gol di Marco Di Vaio e Francesco Valiani, nonostante fra i rossoneri fossero presenti campionissimi del calibro di Shevchenko e Ronaldinho, il 30 agosto 2008. Una partenza così autorizzò tutti noi a fare grandi sogni; la realtà fu una sofferta salvezza conquistata all'ultimo tuffo, dopo aver cambiato due allenatori. L'ultimo scherzetto giocato dal Bologna al Milan in casa sua risale al 22 aprile 2012. Quel giorno i Rossoblù, guidati da Stefano Pioli verso la conquista di un bottino finale di 51 punti, passarono in vantaggio con un gol di Gaston Ramirez, per essere poi raggiunti nel finale da Ibrahimovic. Per i rossoneri quel mezzo stop fu determinante a far perdere loro terreno a beneficio della Juventus nella corsa verso lo scudetto. Dunque, il fatto che sulla carta il Milan sia più forte di noi non significa necessariamente che andiamo a San Siro a fare da pesi d'allenamento. Non dimentichiamo quanto successe all'andata, quando i nostri incapparono nel finale in una tremenda serie di errori tale da farci raggiungere sul 3-3 dopo essere stati in vantaggio per 3-1 fino all'89° minuto. Il Milan, inoltre, è reduce dalla sconfitta di Napoli, e potrebbe avere la testa proiettata più verso la partita di Champions League con l'Atletico Madrid che contro il Bologna. Quindi, ce la possiamo giocare. Per finire, una nota sulle vicende societarie: a mezzo stampa, l'ex Presidente Alfredo Cazzola si è dichiarato disponibile tanto a dare un aiuto economico all'attuale dirigenza quanto a far da mediatore fra i litiganti Guaraldi e Zanetti. Conoscendo la serietà dell'ex patron della Virtus, c'è solo da sperare che i due contendenti smettano di beccarsi come galline nel cortile e si decidano finalmente a sedersi ad un tavolo per migliorare le sorti della Società. Vedremo come andrà a finire.


Paolo Milito

giovedì 13 febbraio 2014

La "fede rossoblu"...

Da bambina, e fino ai 16 anni abbondanti, vivevo praticamente a Bologna. Le sorelle della mia nonna, con svariati figli e nipoti al seguito, abitavano lì, e noi andavamo a trovarle spessissimo, anche perchè non si può tenere "la" bolognese lontana da Bologna...
Oggi ogni tanto torno a trovare i cugini, per fare acquisti bolognesi, per andare allo stadio e per farmi un sano e rigenerante "frullo" sotto i miei amati portici, e una cosa è rimasta intatta, nonostante Bologna negli ultimi trent'anni sia cambiata molto: l'arte che si respira nell'aria...
Sono nata e cresciuta sentendo parlare di Gino Cervi (da me amatissimo!), Gianni Morandi, Lucio Dalla, Andrea Mingardi, Magnus, Nilla Pizzi, Raffaella Carrà, Rossano Brazzi, Raffaele Pisu, Giulietta Masina, Raul Grassilli, Giorgio Bassani, Dino Sarti, Pier Paolo Pasolini e Giorgio Morandi, per poi arrivare a conoscere ed apprezzare Alessandro Bergonzoni, Luca Carboni, Cesare Cremonini, Eraldo Turra, Alberto Tomba, Alex Zanardi, Dodi Battaglia, Stefano Accorsi, Alessandro Haber, Andrea Roncato, Gigi Sammarchi e Roberto Freak Antoni...
Non me ne vogliano i personaggi che ho tralasciato, ma i miei bolognesi famosi e amati sono davvero tanti...
Quando passeggio per Bologna, vedo animarsi tante canzoni che sono la colonna sonora della mia vita: mi sembra di vedere il berlinese che chiede indicazioni, Guglielmo Marconi in vàtta a la so culeina, le vespe truccate anni '50 e i tifosi che tornano dalla trasferta, col thermos sul braccio e la coperta... e arrivando al caffè Zanarini in piazza Galvani, sento una voce che con orgoglio canta: "Se non siete del Bologna, arrossite di vergogna!".
Roberto Freak Antoni è stato un cabarettista comico e un poliedrico artista che ha vestito i panni di numerosi personaggi e creato varie formazioni musicali. Il suo rock era ironico e dissacrante e spesso demenziale, ma era davvero un geniaccio che non si è mai debolognesizzato: forse perchè il successo, quello che porta soldi, non lo aveva mai davvero raggiunto, o forse perchè la sua arte di cabarettista, autore e cantante, in una Bologna fine anni settanta, è nata e cresciuta in un contesto underground, e lì è rimasta...
Era un provocatore purosangue, senza peli sulla lingua e di un'ironia davvero pungente: "Si dice che una volta toccato il fondo non si possa che risalire... A me è capitato di cominciare a scavare!"...
Mi chiedo spesso perchè quando esco di casa io debba avere una "faccia da circostanza", debba rapportarmi con un prossimo che si aspetta che io sia nei loro standard e debba spendere il mio tempo vedendomi fare cose che non mi appartengono... Probabilmente è il mondo che ci impone i suoi ritmi e il suo modo di essere, e se si naviga controcorrente, al solito, si fa parte di quelli "sguasti"...
Io ringrazio per la presenza di quelli "sguasti", ringrazio chi ancora sa essere se stesso, chi non ha paura di esprimere i propri sentimenti, chi è coerente con le proprie idee e non ha paura di condividerle con gli altri.
"Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti"...
E il cuore rossoblu ringrazia per la grinta e la spontaneità di un inno ruvido, ma rappresentativo e verace!
Dal sito degli Skiantos:

IL GRANDE FREAK ANCORA UNA VOLTA CI HA FREGATO,
E HA DECISO DI ANDARE A FARE DANNI DA QUALCHE ALTRA PARTE!
ESSENDO PERO' DI ANIMO BUONO, CI HA LASCIATO
IN COMPAGNIA DELLE SUE CANZONI,
DELLE SUE POESIE E ANCHE DELLE SUE STRAVAGANZE
...E QUESTA IN FONDO E' LA COSA PIU' IMPORTANTE

Alessandra Sportelli Negrini











mercoledì 12 febbraio 2014

Cosa fa di un campione un campione?

Oggi ricorre l'anniversario della morte del grande Giacomo Bulgarelli...
Cuore, gambe e passione rossoblu al cento per cento, ma cosa fa di un campione un campione?
Partiamo dagli inizi, dalla notte dei tempi...
Il Bologna Football Club fu fondato domenica 3 ottobre 1909 presso la birreria Ronzani in Via Spaderie, come "sezione per le esercitazioni di sport in campo aperto" del Circolo Turistico Bolognese. 
Così riportava il Resto del Carlino del 4 ottobre 1909...
Louis Rauch, un odontoiatra svizzero,venne eletto presidente, mentre vicepresidente fu nominato Guido Della Valle e il capitano era Arrigo Gradi. 
L'iniziativa determinante fu però portata da un giovane di origine boema, Emilio Arnstein, che aveva già fondato a Trieste il Black Star Football Club.
Arnstein, appena arrivato in città, aveva subito cercato giovani che avessero la sua stessa grande passione per il calcio, e saputo che nella Piazza d’Armi ai Prati di Caprara giocavano dei ragazzotti, per lo più studenti, conosciuti dagli abitanti della zona come "quei matti che corrono dietro a una palla", si era recato sul posto per incontrarli e convincerli a fondare anche a Bologna un football club. 
Tra i ragazzi che giocavano ai Prati di Caprara, fuori Porta Saffi, c'erano i fratelli Gradi, lo stesso Rauch e gli studenti del Collegio di Spagna, tra cui Antonio Bernabeu, fratello di Santiago, leggendario giocatore e presidente del Real Madrid. 
Arrigo Gradi andava agli allenamenti con la maglia a quarti rossi e blu del collegio svizzero Schönberg di Rossbach nel quale aveva studiato, e presto questi colori divennero quelli della divisa sociale.
Nell'inverno del 1910 il Bologna Football Club si rese autonomo separandosi dal Circolo Turistico. 
Il disegno delle maglie venne modificato e dai quarti si passò alle strisce verticali,mentre rimasero i colori originari, il rosso ed il blu.
Dopo la vittoria nel Campionato Emiliano e l'iscrizione alla Prima Categoria 1910-1911, il campionato di massima serie di allora, nei successivi due anni  il Bologna giocò nel Girone Veneto-Emiliano, non riuscendo mai ad accedere alla finalissima per lo scudetto contro la vincente del Girone Ligure-Lombardo-Piemontese; 
contemporaneamente la società trasferì il campo di gioco prima alla Cesoia, il 26 febbraio 1911, poi allo Sterlino: il campo fu inaugurato il 30 novembre 1913 con l'incontro Bologna-Brescia terminato 1-1.
Anche nei campionati 1912-1913, 1913-1914 e 1914-1915 la squadra emiliana non riuscì a qualificarsi alla Fase Nazionale del Nord Italia. 
La prima guerra mondiale interruppe l'attività ufficiale del calcio in Italia: si giocarono praticamente soltanto amichevoli e piccoli tornei. 
Alla ripresa, iniziò per il Bologna un periodo ricco di successi. 
Il 1920 fu una svolta storica per il Bologna: il consiglio rossoblu decise che era il caso di provvedere all'ingaggio di un allenatore professionista.
Il presidente del Bologna, Cesare Medica, mise una inserzione su un popolare quotidiano viennese, tra gli annunci economici alla quale risposero in diversi e la scelta dello storico capitano del Bologna Arrigo Gradi, cadde proprio su Hermann Felsner.
L'allenatore austriaco si rivelò un autentico maestro e la squadra, ricca di nuovi giovani talenti, fece il salto di qualità che la portò ad essere una protagonista assoluta del campionato italiano.
Nel 1922 ci fu l'esordio in squadra di Angelo Schiavio e nella stagione 1924-1925 arrivò il primo scudetto della storia del Bologna FC.
A metà degli anni venti il Bologna era una delle squadre più forti in Italia!
Nel 1929, lo scudetto tornò in Emilia dopo soli quattro anni: la finale a Roma contro il Torino si chiuse sull'1-0 con gol di Muzzioli su passaggio di Schiavio, giocatore simbolo del Bologna e miglior marcatore nella storia del club. 
Altri giocatori di quella grande squadra erano il portiere Mario Gianni, il terzino sinistro Felice Gasperi, la mezz'ala Bernardo Perin e l'attaccante Giuseppe Della Valle.
Da allora ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti, ma al solo sentir pronunciare la parola Bologna, il mio cuore sobbalza e si riempie di orgoglio...
Nelle nostre fila, abbiamo avuto campioni del mondo:

Angelo Schiavio - campione del mondo 1934 
Eraldo Monzeglio - campione del mondo 1934 
Michele Andreolo - campione del mondo 1938 
Amedeo Biavati - campione del mondo 1938 
Carlo Ceresoli - campione del mondo 1938 

Campioni continentali: 
Giacomo Bulgarelli - campione d'Europa 1968 
Aristide Guarneri - campione d'Europa 1968 
Pierre Wome - campione d'Africa 2000 e 2002 
Diego Fernando Pérez - campione Sudamericano 2011 Coppa 

Campioni olimpici: 
Pierre Wome - oro olimpico 2000 Gold medal

Campioni coppa internazionale:
Angelo Schiavio Gold Medal. Coppa Internazionale 1927-1930 - 1933-1935
Alfredo Pitto Gold Medal. Coppa Internazionale 1927-1930
Eraldo Monzeglio Gold Medal. Coppa Internazionale 1927-1930
Pietro Genovesi Gold Medal. Coppa Internazionale 1927-1930
Giordano Corsi Gold Medal. Coppa Internazionale 1933-1935
Medagliati ai giochi olimpici:
Angelo Schiavio - bronzo olimpico 1928 Bronze medal.
Felice Gasperi - bronzo olimpico 1928 Bronze medal.
Pietro Genovesi - bronzo olimpico 1928 Bronze medal.
Alfredo Pitto - bronzo olimpico 1928 Bronze medal.

Campionato del mondo:
Helmut Haller Silver Medal.svg Campionato mondiale di calcio 1966

Campionato europeo:
Alessandro Diamanti Silver Medal. Campionato europeo di calcio 2012
Coppa internazionale:
Alfredo Pitto Silver Medal. Coppa Internazionale (1931-1932)
Eraldo Monzeglio Silver Medal. Coppa Internazionale (1931-1932)
Felice Gasperi Silver Medal. Coppa Internazionale (1931-1932)
Francisco Fedullo Silver Medal. Coppa Internazionale (1931-1932)
Raffaele Sansone Silver Medal. Coppa Internazionale (1931-1932)
Mario Gianni Silver Medal. Coppa Internazionale (1931-1932)
Mario Montesanto Silver Medal. Coppa Internazionale (1936-1938)
Michele Andreolo Silver Medal. Coppa Internazionale (1936-1938)
Giordano Corsi Silver Medal. Coppa Internazionale (1936-1938)

FIFA Confederations Cup:
Italia Alessandro Diamanti Bronze Medal. FIFA Confederations Cup (Brasile 2013)

Giocatori e Allenatori nella Hall of fame del calcio italiano:
Angelo Schiavio
Fulvio Bernardini
Eraldo Monzeglio

Poi non possiamo dimenticare Pivatelli, Pascutti, Bulgarelli, Janich, Tumburus, Haller, Savoldi, Pecci, Villa, Villani, De Ponti, Mancini, Baggio, Signori, Kolivanov, Pagliuca e Di Vaio...

Ricordo ancora i racconti della mia nonna, classe 1913 e purtroppo scomparsa un mese prima di compiere i 100 anni, parlare del suo Bologna!
Nel 1922, allo Sterlino e sulle spalle del mio bis nonno, vide l'esordio di Schiavio... e da allora fu amore allo stato puro.
Io arrivo allo stadio un po' di tempo dopo, ma una cosa mi resterà impressa per sempre: l'emozione!
A Bologna si respira la magia! Una magia che comincia all'entrata, dove tutte le aspettative sono palpabili, e che continua sui gradoni...
Una magia che ti avvolge e ti fa respirare le glorie del passato, che sono ancora vive e presenti...
Una magia che ti fa urlare fino a perdere la voce, perchè vorresti essere in campo con loro e aiutarli in tutti i modi...
Una magia che ogni campione ha tramandato al succesivo, e che ogni campione ha trasmesso a noi, piccoli, grandi, innamoratissimi tifosi...
Non importa che la mia squadra vinca o perda, se in campo ha messo tutto il cuore e la passione... E' logico, se vinciamo sono molto più felice, come sono molto più felice se i discorsi degli ultimi giorni ( e probabilmente degli ultimi anni ) rimangono fuori dal Bologna.
La mia squadra è quella che gioca e corre per amore della palla, per passione, per i tifosi, per la maglia... ed è quella che trasmette magia!
Allora grazie, campioni di tutti i tempi, perchè le emozioni non hanno prezzo, sono autentiche e ripagano sempre...
Voglio lasciare fuori i soldi, gli striscioni, la dirigenza, i tifosi che si danno contro l'un l'altro, i sospetti, le malignità e le offese!
Voglio solo respirare quell'aria emozionante che dal 1909 ad oggi nessuno è capace di togliermi!
Voglio commuovermi quando sento le note di "Bologna campione", o de "La marcia del tifoso" e di "Cuore rossoblu".
Vorrei che tutti i tifosi potessero provare quello che sento nel cuore al solo nominare il Bologna...
E' questo che fa di un campione un campione: saper trasmettere amore e passione per ciò che si fa e per quello in cui si crede, con umiltà e generosità...
Una magia... e sia!
Alessandra Sportelli Negrini

" LA " BANDIERA ROSSOBLU'

Foligno, febbraio 1971. Il Bologna si accorda con la squadra di casa, che gioca in Serie D, per disputare una partita amichevole infrasettimanale. Per mio padre, classe 1925, tifoso Rossoblù fin dai tempi di quelle che oggi chiameremmo le Scuole Medie, in cui aveva incrociato un insegnante di Ginnastica cugino del grande Angiolino Schiavio, la possibilità di veder giocare dal vivo la Squadra del cuore senza sobbarcarsi un faticoso viaggio ( all'epoca i treni erano meno veloci di quelli attuali ). Per me, bimbo di cinque anni, la prima volta sugli spalti di uno stadio. E che prima volta !!! Già da un anno, seguendo mio padre e mio fratello, avevo preso a cuore le sorti del Bologna, e mi sembrò quasi di sognare vedendo scendere in campo Bulgarelli, Perani, Battisodo, Pace, Savoldi e tutti gli altri, vestiti di bianco con la famosa fascia diagonale sulla maglia. Dal momento della comparsa in campo dei giocatori, non feci altro che urlare a squarciagola, incitando senza sosta i miei Campioni, praticamente attaccato ad una colonna delle tribune, sotto lo sguardo divertito del Mister Edmondo Fabbri, che ogni tanto mi lanciava un'occhiata e rideva. A fine partita, la sorpresa più bella: Giacomo Bulgarelli, il Capitano, si portò al centro del campo, con un fischio stile Trapattoni chiamò a raccolta i compagni di squadra e fece ampiamente segno a tutti di dirigersi verso di me !!! Mi sembrava di avere i piedi staccati da terra, non ci potevo credere: potevo parlare con i miei giocatori preferiti !!! Col permesso del Mister, Bulgarelli & C. si intrattennero a parlare con noi ( soprattutto con mio padre ) per almeno una decina di minuti, e prima di andarsene mi lasciarono i rispettivi autografi su un blocchetto per appunti. Negli anni successivi, ebbi modo di vedere, sempre dal vivo, Bulgarelli guidare la squadra alla conquista della Coppa Italia del 1974. Inoltre, sempre in compagnia di mio padre, per altre quattro o cinque volte incrociai il Capitano, sempre nella zona antistante lo Stadio Dall'Ara, all'entrata o all'uscita di qualche partita. Giacomino riconobbe sempre mio padre, ricordando quanto successo nel 1971, e si fermò sempre gentilmente a scambiare qualche parola con noi. In particolare, una sera d'autunno, al termine di una partita ci offrì un aperitivo al bar; parlando del più e del meno, il discorso cadde sul clamoroso passaggio del capitano romanista Di Bartolomei al Milan, avvenuto durante l'estate, ed io ebbi la sfrontatezza di chiedere al mio idolo di sempre se fosse vero quanto avevo letto una volta su " Stadio ", riguardo al suo mancato passaggio al Milan nel 1970. Be', un conto è leggere certe cose, un altro è sentirle raccontare dalla viva voce del diretto interessato. In pratica Bulgarelli, una sera di luglio, era stato chiamato a Milano dal Direttore Generale Rossoblù di allora, che gli aveva dato appuntamento in una via del centro. Il dirigente quasi trascinò di forza il giocatore a bordo di un'auto, e gli sottopose un contratto da firmare: avrebbe sancito il suo passaggio al Milan in cambio di una somma da capogiro tanto per Giacomino quanto per il Bologna. Il Capitano non ebbe esitazioni: stracciò il foglio e chiese con forza di scendere dalla vettura, lasciando il dirigente in preda a chissà quali sensazioni, visto che, a suo dire, aveva una faccia che non si capiva bene se esprimesse disappunto, terrore o disgusto. Non credo che negli anni Bulgarelli si sia mai pentito di quel gesto. E' vero, per la conquista dello scudetto 1964 ricevette in regalo semplicemente un trattore; negli ultimi anni della sua vita dovette vendere la villa che si era costruito coi guadagni da calciatore, per far fronte ad una terribile malattia che gli aveva minato il fisico e prosciugato le tasche. Pensate un po': Bulgarelli, Campione d'Italia, è morto stando in affitto da Michele Paramatti, che per contro vanta solo la famosa cavalcata delle sessanta partite del 1999. Ma non credo che questi dettagli abbiano mai scalfito l'amore del nostro amato Campione per la Bandiera Rossoblù. Anzi, mi correggo, per il Bologna. Perchè Giacomo Bulgarelli è ancora, e credo resterà per sempre, " la " Bandiera Rossoblù.


Paolo Milito

lunedì 10 febbraio 2014

Ricordi dolci e tristi, luci ed ombre.

Ieri era il 9 febbraio, e sono successe due cose che mi hanno riportato alla mente ricordi di vario tipo. Innanzi tutto era il tredicesimo anniversario della tragica scomparsa di Niccolò Galli, a cui è intitolato il Centro Sportivo di Casteldebole. Chi se lo dimentica, Niccolò: insieme a Rino Gattuso fu uno dei primi giovani calciatori italiani a raccogliere i primi successi nel campionato inglese, prima ancora che in Italia. Il Bologna lo aveva preso in prestito dall'Arsenal, e il tecnico Guidolin lo aveva fatto esordire all'Olimpico di Roma contro i giallorossi: pochi ma buoni minuti, tanto da sfiorare un clamoroso gol contro la squadra destinata a vincere quel campionato. Al ritorno, purtroppo, le cose andarono in maniera ben diversa: Niccolò era morto due giorni prima, e a nulla erano servite le insistenze del Presidente Gazzoni affinchè la partita venisse rinviata. I giocatori erano ovviamente molto scossi, e persero male, disputando forse la peggior partita di quella stagione. Nel pomeriggio di ieri, poi, mi sono imbattuto, su Facebook, nella segnalazione di un signore bolognese: a quanto pare, lo spezzone di guard-rail che causò la tragedia è ancora fonte di preoccupazione per la sua pericolosità. Spero che l'uomo abbia esagerato, e che in tutti questi anni chi di dovere abbia preso adeguati provvedimenti.
Nella tarda mattinata di ieri, intanto, si era affacciato il secondo ricordo: il 25 dicembre 1980 era entrato in casa mia il primo televisore a colori. Tre giorni dopo potei così vedere, per la prima volta, " 90° Minuto " a colori, e il debutto coincise con una grande vittoria del Bologna in casa del Torino, trascinato dai gol di Paris e Garritano e guidato in panchina da Gigi Radice, il tecnico dell'ultimo scudetto granata. A saperlo, che sarebbero dovuti passare trentaquattro anni prima di battere nuovamente il Toro a domicilio !!! Una grande vittoria, non c'è che dire, ottenuta da una squadra ben disposta in campo, capace di tenere testa all'avversario per tutta la gara. Ma.
Ci sono alcuni ma. Prima di tutto il comportamento del portiere Curci, prodottosi nel primo tempo in due uscite avventate che hanno fatto venire più di un brivido lungo la schiena, e riscattatosi nella ripresa con due o tre numeri degni del grande Zamora. E poi, inevitabilmente, una considerazione: era la prima partita del dopo-Diamanti, e la squadra ha giocato alla grande, vincendo fuori casa esattamente come era successo a Cagliari, dove Diamanti era assente per squalifica. Ora, pensateci bene: per almeno tre mesi abbiamo avuto tutti il sospetto che la squadra remasse contro il tecnico Pioli; quanto successo ieri fa pensare che invece il pomo della discordia fosse proprio Diamanti !!! Possibile che quelli che dovrebbero essere dei seri professionisti finiscano per perdersi dietro ad una così meschina rissa da cortile ??? Preferisco pensare di no, che il merito del trionfo di ieri vada attribuito all'abilità di Ballardini di disporre in campo al meglio il materiale a sua disposizione, e che abbia fatto effetto la massiccia levata di scudi messa in atto dai Tifosi Rossoblù sabato mattina a Casteldebole.
Per concludere, un pensiero verso Albano Guaraldi: Presidente,  una rondine non fa primavera !!! Ci siamo capiti ??? Buona serata a tutti !!!


Paolo Milito

Così la penso io

Oggi è un lunedì un po' speciale, perchè dopo tanto, troppo tempo, il Bologna ha vinto giocando bene e strameritatamente!
I commenti nei vari gruppi si sprecano, e quello che non digerisco davvero, è la presa di posizione fine a se stessa, senza motivo e fatta con cattiveria.
La domanda che va per la maggiore riguarda Diamanti: " E se fosse stato proprio lui il problema della squadra? "
E' una domanda che mi dà molto fastidio, perchè io ho sempre rispettato e onorato il Capitano, e l'ho anche difeso strenuamente quanto tutti gli davano del mercenario, del traditore, del menefreghista, del distruttore della maglia... Se siamo in serie A lo dobbiamo soprattutto a lui, e questo sparisce in fretta dalla memoria dei tifosi.
Probabilmente Alino ha un gioco per cui tutta la squadra deve concorrere per lui e con lui, e probabilmente non c'erano nè l'ambiente nè i giocatori per poterlo fare.
Sfido poi chiunque altro a trentun anni a rifiutare un contrattone come quello che gli è stato offerto.
Finchè ha giocato nel Bologna è stato il mio capitano, con onore e rispetto! Adesso è e sarà un ottimo atleta!
La squadra è scesa in campo unita e determinata, ed ogni giocatore ha contribuito a questa vittoria: nota di merito al Churry gol, che è andato a difendere con i crampi,  e ad un Lazaros da otto in pagella, che ha giocato da Dio!!!
Dal momento che il mister Ballardini non ha sbagliato una virgola, perchè è stato crocifisso appena è stato annunciato l'esonero di Pioli?
Per la famosa frase detta due anni fa, e per la quale ha chiesto scusa... Sarebbero queste le cose da dimenticare...
Ballardini è stato attaccato e fischiato come se fosse sua la responsabilità di un Bologna ridotto così male, quando invece ne sta raddrizzando le sorti!
Io ho notato una cosa: poco prima che Bisoli fosse esonerato, disse che il Bologna a Natale avrebbe corso, e così è stato. Pioli ha vissuto di rendita un annetto buono grazie alla preparazione fatta da altri. Poi è cominciato il periodo del declino, alternato a momenti occasionali di "buona". Quando è arrivato Ballardini, la situazione era disastrosa: undici giocatori che dopo 50 minuti in campo boccheggiano? C'è da pensare...
Qualsiasi allenatore post Pioli avrebbe ereditato una situazione apocalittica... Ma il mister è un combattente: diamogli tempo e spazio!
E arriviamo al nocciolo bruciante della questione: Il Presidente...
Guaraldi ha il merito di aver contribuito ad evitare il fallimento della società nell’autunno 2010, quando Porcedda l’aveva portata sull’orlo del baratro, e nessuno se ne ricorda!
A questo punto sembra davvero pronto a passare la mano:
“Il club è in vendita, SE si presenta qualcuno di serio ed affidabile in grado di far rientrare tutti noi soci del denaro immesso. 
A fine anno poi scadrà il patto di sindacato con accordo di co-vendita che comporta la cessione dell’intero pacchetto e decideranno i soci se rinnovarlo o meno”, aggiunge Guaraldi, che si è assicurato il controllo di poco più del 50% del Bologna FC 1909, 
versando gradualmente 11 milioni di euro, mentre l’ex presidente Zanetti è fermo a quota 4 milioni dai tempi del salvataggio. 
Fra gli altri 12 azionisti c’è anche Gianni Morandi, presidente onorario che dopo aver sborsato un milione nel 2010 è stato fra i pochi a partecipare anche all’ininfluente aumento di capitale nella scorsa primavera.
Vengono contestati continuamente gli unici che ci hanno messo faccia, cuore e soldi, e che non hanno assolutamente intenzione di fallire.
Cerchiamo di essere tutti un po' più coerenti e realistici, e stringiamoci attorno alla nostra squadra come solo noi rossoblu sappiamo fare!!!
Io sto con la mia squadra, sempre e con un pizzico di ironia, se serve, e la sostengo con ogni mezzo!!!
Ho fiducia nel fatto che la vittoria di domenica possa essere la rinascita tanto attesa!
FINO ALLA FINE, SEMPRE E SOLO FORZA BOLOGNA!!!
Alessandra Sportelli Negrini

domenica 9 febbraio 2014

Io amo il Bologna

Dopo anni passati a parlare dentro alle mura di casa della mia amata squadra, ho finalmente deciso: creerò il mio blog sul Bologna. Non sarà il solito blog dove si leggeranno le solite cose che rimbalzano da un sito all'altro, "copiaincollate" fino alla nausea, ma uno spazio dove parlare a cuore aperto con la mia squadra.
Una lettera aperta verso giocatori, società e mondo Bolognese per parlare dei sentimenti che popolano il mio cuore. Idee, proposte, opinioni e impressioni da tifosa fedele sempre, ma anche ricordi, emozioni e speranze...Un filo diretto con la mia squadra del cuore. Ci saranno alcuni fedelissimi "collaboratissimi" che parteciperanno a questa mia avventura, perchè il Bologna è anche questo: unisce i tifosi ovunque siano!!!
Noi siamo pronti e siamo tutti con voi!!! IO AMO IL BOLOGNA!!!