Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!
Il Bologna è la squadra del mio cuor...

sabato 28 gennaio 2017

IN VIAGGIO VERSO CAGLIARI.

Scontro tutto Rossoblù quello di domani fra Cagliari e Bologna. Tra Serie A, Serie B e Coppa Italia il confronto vanta 31 precedenti, con 13 vittorie del Cagliari, 6 del Bologna e 12 pareggi. La vittoria più sonora dei padroni di casa è senz’altro quella ottenuta il 2 novembre 2008: quel giorno ci fu il famoso ammutinamento costato poi la panchina a Daniele Arrigoni, e finì 5-1; aprì le marcature Di Vaio, a cui replicarono Daniele Conti, una doppietta di Jeda e ( udite, udite ) una di Robert Acquafresca, che quando vestiva quel tipo di rossoblù si divertiva a fare il fenomeno. La nostra vittoria più robusta, invece, risale al 2 giugno 1970: i nostri eroi travolsero un Cagliari fresco di scudetto con un clamoroso 4-0 che spianò loro la strada verso la vittoria finale in Coppa Italia; gol di Beppe Savoldi, autogol di Nenè e doppietta di Giacomino Bulgarelli. Da ricordare, inoltre, che per ben tre volte il risultato finale è stato 2-2. Dunque, su un campo non del tutto amico affrontiamo una squadra ampiamente alla nostra portata. I ragazzi di Donadoni, ovviamente, sono chiamati a dare continuità alla splendida vittoria ottenuta domenica scorsa contro il Torino. Facile a dirsi, un po’ meno a realizzarsi, tenuto conto degli improvvisi cambi di marcia a cui ci siamo dovuti abituare nel corso di questa stagione. Ormai sappiamo che la squadra non è da disprezzare; è però vero che presenta dei limiti non facili da correggere. I nostri baldi giovani sono capaci di grandi imprese come di perdersi in un bicchier d’acqua, e Roberto Donadoni non sempre riesce a far quadrare i cerchi. Non dimentichiamoci, comunque, che la stagione ha assunto dei toni particolari: accertato, ormai, che le ultime della classe non destano particolari apprensioni, e quindi liberi dall’incombenza di dover lottare per la salvezza, potremo dedicarci a degli esperimenti in ottica futura, oltre a puntare ad un deciso miglioramento della posizione in classifica. Per finire, due parole sul mercato: partiti in prestito Mounier e Ferrari, messo fuori combattimento lo scorretto procuratore di Donsah ( che poi è molto amico dello stregone-pigmalione di Diawara, occhio … ), misteriosamente sparito dai radar Cerci, resta ancora una volta da chiarire la situazione di Acquafresca: a quanto pare, dopo il cambio di panchina, a Terni di lui non sanno che farsene, o almeno così si dice; se invece la frenata fosse dovuta ad un suo ripensamento, questa non sarebbe una dimostrazione di saggezza: a giugno il suo contratto va comunque in scadenza, per cui è nel suo stesso interesse approdare in un porto sicuro, in quanto uno svincolato con le sue pessime referenze a quel punto risulterebbe difficile da collocare anche al più diabolico procuratore dell’intera galassia. Riusciremo mai a liberarci di tale investimento improduttivo?  Vedremo. Nel frattempo, godiamoci questa gita in Sardegna.


Paolo Milito





domenica 22 gennaio 2017

Eccolo il mio Bologna!

Stadio Renato Dall'Ara, 22 gennaio 2017...
Scendono in campo il Bologna e il Torino...

Bologna (4-3-3): Mirante, Krafth, Oikonomou, Maietta, Masina, Nagy (33' st Donsah), Pulgar, Dzemaili, Krejci (42' st Rizzo), Destro, Di Francesco (27'st Verdi). A disp. Da Costa, Sarr, Ferrari, Mbaye, Frabotta, Viviani, Petkovic, Mounier, Okwonkwo. All. Donadoni.
Torino (4-3-3): Hart, Zappacosta (1' st De Silvestri), Rossettini, Moretti, Barreca, Benassi  (34' st Martinez), Valdifiori (21' st Iturbe), Baselli, Falque, Boyé, Ljajic. A disp. Padelli, Cucchietti, Ajeti, Carlao, Gustafson, Obi, Lukic, De Luca). All. Mihajlovic
Arbitro: Ghersini di Genova

Il Bologna batte per 2-0 il Torino e sale a quota 26 punti in classifica, distanziando notevolmente le ultime tre della classe che,  anche oggi, sono rimaste a bocca asciutta. Il trascinatore indiscusso  della squadra, sotto gli occhi del presidente Saputo, presente in tribuna, è Blerim Dzemaili, da oggi capocannoniere rossoblu con 5 reti.

Fischio d'inizio del signor Ghersini di Genova: le due squadre che scendono in campo sono molto aggressive, ma faticano a creare pericoli. I padroni di casa provano a mantenersi nella metà campo avversaria, eccezion fatta per lo splendido colpo di testa ad incrociare di Oikonomou al 4', che costringe Hart ad un difficile intervento. Il Torino sonnecchia e prova a sfruttare la velocità dei suoi esterni, ma soprattutto le situazioni nate da calcio piazzato. Ancora profumo di gol per i rossoblu al 18', ma Destro, trattenuto da Rossettini, viene anticipato dal portiere granata.

Occasione da vantaggio anche per il Torino, otto minuti piú tardi, ma Benassi non riesce a colpire il pallone arrivato in area da calcio d'angolo. Ancora Torino al 38' con Ljajic, che crea un po' di confusione nella retroguardia del Bologna, e, fermato fallosamente da Dzemaili, si procura una punizione dal limite dell'area. Super Mirante devìa in angolo. Al 43°, il Bologna non sbaglia: Di Francesco crossa per Krejci, che di testa serve Dzemaili: controllo e tiro che da pochi passi supera Hart. La determinazione premia i rossoblu che vanno al riposo in vantaggio.
1 a 0 per il Bologna!

Per i rossoblu, la ripresa si apre con lo stesso undici del primo tempo, mentre il Torino sostituisce Zappacosta con De Silvestri. Sembra lo stesso copione dei primi 45', con i padroni di casa che continuano a giocare, ma dopo 8', l'occasione per pareggiare capita sui piedi di Iago Falque, bloccato dal provvidenziale intervento di Krafth che lo anticipa all'interno dell'area di rigore. Tre minuti piú tardi è ancora il Torino a rendersi pericoloso, conquistandosi una punizione dal limite, ma Ljajic spreca centrando la barriera. I granata prendono coraggio e alzano il baricentro alla ricerca del pareggio. Il Bologna si difende ed è pronto a colpire in contropiede (FINALMENTE!). Ed è proprio con un contropiede al 38' che i rossoblu chiudono la partita: Donsah fa metà campo di corsa e serve Dzemaili che, con un sinistro ad incrociare, gonfia la rete. Il match finisce qui, ma i quasi 18 mila presenti al Dall'Ara e i tifosi davanti alla tv o con l'orecchio incollato alla radio, possono sperare nel gol di Simone Verdi, rientrato in campo dopo quasi tre mesi di assenza per infortunio.

Un gran bel Bologna quello di oggi in campo: tutti hanno giocato bene e per il bene della squadra, compresi i miei sorvegliati speciali dell'ultimo periodo: Destro e Marios.
Standing ovation per Dzemaili (ce lo lasci, vero Joey? Non ti serve in Canada... A noi sì, e tanto, anche...), Nagy, che dimostra di essere fondamentale per questa squadra, e Simone Verdi: è davvero un giocatore che fa la differenza!!!
Così si fa, ragazzi!
Grazie a questa vittoria, ci siamo staccati dalla zona calda e possiamo davvero cominciare a guardare chi ci precede in classifica con serenità... Ma teniamo ben presente la partita di oggi: così si vince! Così deve e sa giocare il Bologna!!!
Alessandra Sportelli Negrini










sabato 21 gennaio 2017

IN ATTESA DEL TORO.

Dopo la classicissima di coppa in trasferta, domani ci attende un impegno casalingo contro un’altra avversaria storica, con la quale ci siamo contesi per anni il dominio della ribalta calcistica nazionale ed internazionale: quel Torino che rievoca immancabilmente il famigerato non-scudetto del 1927, che ogni tanto viene puntualmente reclamato da qualcuno senza nessun diritto ( nel corso degli anni ho contato ben sei squadre che hanno avanzato pretese, dimenticando il piccolo particolare del nostro secondo posto in classifica ). Sotto le Due Torri il confronto conta ben 64 precedenti, con un bilancio decisamente favorevole ai nostri colori: 34 vittorie contro 12 sconfitte e 18 pareggi. La nostra vittoria più consistente risale al 7 marzo 1956: 6-1, con tripletta di Pivatelli, doppietta di Pascutti e tocco finale di Pozzan, a cui replicò il gol della bandiera granata messo a segno da Bacci. In due occasioni, invece, si è verificato il maggior scarto a favore del Torino, ossia 3-0: il 9 ottobre 1938 segnarono Petron, Gaddoni e, curiosamente, un giocatore che di cognome faceva Bo ( … è tutto vero !!! … ), anche se poi, a fine campionato, fummo noi a vincere lo scudetto precedendo sul traguardo proprio i granata; il 10 ottobre 1976, invece, il risultato fu dovuto a una doppietta di Graziani in aggiunta ad un gol di quel Garritano che in seguito avrebbe indossato egregiamente i nostri colori. Più che per il pur notevole risultato finale, 5-2, si ricorda la vittoria da noi ottenuta il 13 dicembre 2008 a causa di un episodio accessorio: al momento di battere un rigore, Marco Di Vaio cedette il passo a Bernacci, e a fine campionato quel gol non segnato fu determinante per far vincere la classifica dei cannonieri a Zlatan Ibrahimovic. Quanto ai pareggi, nel corso degli anni per ben otto volte il punteggio finale è stato di 2-2. Per le conseguenze avute, spicca quello del 13 aprile 2013: a segnare il gol del definitivo pareggio fu l’allora capitano granata Rolando Bianchi, proprio mentre l’arbitro fischiava la fine; tale prodezza fece scoccare una scintilla che portò il nostro presidente Guaraldi ad ingaggiare il giocatore con un sontuoso e interminabile contratto dal quale, nel tempo, ci siamo liberati a fatica dopo una convivenza difficile e poco esaltante. Un po’ come è avvenuto nelle ultime ore: manca ancora l’ufficialità, ma a quanto pare Robert Acquafresca ha finalmente trovato un approdo in quel di Terni, mettendo fine ad una fin troppo lunga tragicommedia. Scherzi a parte, domani riceviamo un Toro in discreta salute, rincuorati dalla gagliarda e sfortunata prestazione di San Siro contro l’Inter. Il match di Coppa Italia ha evidenziato una volta di più l’utilità alla causa di Dzemaili, il gran valore di tutto il complesso e al tempo stesso lo sconcertante stato di fatto di Mattia Destro. Su di lui si è detto e scritto di tutto, abbiamo constatato quanto sia permaloso ed ombroso, la Società lo ha assecondato in tutti i suoi capricci, tanto è vero che si sono lasciate scappare delle grosse occasioni proprio allo scopo di non fare ombra e quindi non mettere in difficoltà il nostro elemento più pregiato. Adesso, però, la faccenda sta diventando deleteria: Destro segna poco e gioca male, il suo contributo è sempre più modesto, se non è una zavorra come Bianchi o Acquafresca comincia ad avvicinarcisi moltissimo. Ecco perché ieri non ho tremato quando si è sparsa la voce di un suo possibile passaggio alla Fiorentina: sotto sotto, Destro dà la sensazione di sentirsi sminuito a giocare nel Bologna, per cui se lo si vendesse, ovviamente in cambio di un adeguato corrispettivo, la cosa potrebbe risolversi in piena soddisfazione di entrambe le parti in causa. Ma tant’è. In attesa di vedere all’opera Petkovic, abbiamo salutato anche Floccari, passato alla SPAL, e attendiamo fiduciosi il pieno recupero di Verdi, oltre ad un chiarimento sulle effettive intenzioni di Sadiq. Per tacere della questione-Dzemaili: quasi in contemporanea, da una parte Saputo ha annunciato che, in caso di salvezza del Bologna già acquisita, il centrocampista svizzero potrebbe anticipare ai primi di maggio il proprio sbarco in terra canadese, dall’altra Donadoni si è detto fiducioso di convincere il Presidente a lasciare il giocatore in Rossoblù per almeno un’altra stagione. Ovviamente questa discordanza non gioca a favore dell’immagine del club, ne’ mette di buonumore la tifoseria. Insomma, l’aria non è del tutto tranquilla; per nostra fortuna, però, disponiamo di un telaio decisamente migliore rispetto a tempi anche non troppo lontani. Non serve uno sforzo titanico: basterà affrontare il Toro col piglio messo in mostra contro l’Inter, soprattutto nel finale, mantenendo alta la concentrazione e possibilmente evitando gli scivoloni maldestri che in alcune occasioni abbiamo pagato a caro prezzo. E adesso, parola al campo.


Paolo Milito

lunedì 16 gennaio 2017

CON L’INTER DI COPPA.

Domani sera Inter e Bologna si ritrovano di fronte per l’ennesima volta, in un match valevole per la tanto bistrattata Coppa Italia. Classicissima del nostro calcio che vede coinvolti i nerazzurri mai retrocessi, legato al ricordo dell’unico titolo tricolore assegnato tramite spareggio, nonchè al ricordo di un altro spareggio, quello per il terzo e quarto posto di Coppa Italia del 1999, vinto anche questo dai nostri eroi, il confronto vanta, fra campionato e Coppa Italia, qualcosa come 79 precedenti; 45 le vittorie dell’Inter, 12 quelle del Bologna, 22 i pareggi. La vittoria più consistente dell’Inter risale al 3 dicembre 1961: Bologna in vantaggio 1-0, raggiunto e superato, poi di nuovo avanti 4-3, infine vittoria dei nerazzurri per 6-4; gol di Hitchens ( doppietta ), Morbello ( doppietta ), Bettini e Masiero per l’Inter, Pascutti ( doppietta ), Vinicio e Renna per il Bologna. Più vicina ai giorni nostri è invece la nostra miglior vittoria, il sonante 3-0 dovuto ad una doppietta di Marco Di Vaio arricchito da uno dei rari gol in Rossoblù di Robert Acquafresca, la sera del 17 febbraio 2012. Il pareggio più clamoroso si è verificato in un incontro di Coppa Italia: il 13 giugno 1968 finì 3-3 grazie ai gol dei nostri Tentorio, Pace e Clerici, dei nerazzurri Cappellini e Bedin ed a un autogol di Ardizzon. L’ultima volta che il match andò in scena in Coppa Italia, e credo che tutti i Tifosi Rossoblù lo ricordino benissimo, ebbe per noi un finale da incubo: il 15 gennaio 2013 l’Inter si portò avanti con Guarin e Palacio, Diamanti e Gabbiadini riequilibrarono la situazione e a quel punto sembrò che la conclusione più logica potesse essere la lotteria dei rigori; non avevamo fatto i conti con l’estro e la fantasia del nostro portiere Federico Agliardi, che a pochi secondi dal fischio finale dei supplementari pensò bene di avventurarsi a caccia di farfalle ( o forse, chissà, di altri volatili ), dando modo a Ranocchia di segnare a porta vuota il gol del definitivo vantaggio interista. Domani sera ci presenteremo nella cosiddetta Scala del calcio forti di una vittoria molto sofferta ottenuta ai danni della penultima in classifica, con un’infermeria satura e tante perplessità suscitate dal rendimento a fasi alterne di molti nostri giocatori. Di fronte ci sarà l’Inter che, da quando è passata nelle mani di Stefano Pioli, non sbaglia più un colpo ( storia vecchia: vi dice niente il ricordo di una certa squadra rilevata da Pioli, qualche anno fa, in fondo alla classifica e condotta al nono posto finale? ). Sulla carta, tutto lascia pensare che andiamo incontro ad una batosta. Nel corso di questi ultimi mesi, però, ho imparato che Roberto Donadoni, dietro l’apparente mitezza, nasconde una determinazione feroce, la stessa che lo ha portato a dare una solenne strigliata alla truppa nell’intervallo di Crotone, ottenendo maggiore concentrazione e i tre punti finali dopo un primo tempo decisamente da dimenticare. Oltretutto, l’Inter potrebbe voler dedicare maggior attenzione alla rincorsa in campionato, specie alla luce delle prospettive affacciatesi all’orizzonte dopo la clamorosa sconfitta rimediata dalla Juventus a Firenze e, pensandoci bene, un’eventuale prosecuzione del cammino nella Coppa per noi non sarebbe disdicevole. Senza contare che è la prima volta che affrontiamo l’Inter dopo la scomparsa di Ezio Pascutti, per cui ci starebbe bene onorarne la memoria con una prestazione adeguata. Ogni tanto questa squadra ci riserva piacevoli sorprese: speriamo possa succedere anche questa volta.



Paolo Milito

venerdì 13 gennaio 2017

… ALLE CAZZATE SI RISPONDE CON LE MAZZATE …

… e Joey Saputo, provetto giocatore di hockey, che la mazza sa certamente tenerla in mano, ha solo l’imbarazzo della scelta del punto da dove cominciare a rincorrere i protagonisti dell’indecente non-partita andata in scena domenica scorsa allo Juventus Stadium. D’accordo che la classifica è rassicurante a causa della manifesta inferiorità tecnica delle ultime della classe, d’accordo che i nostri baldi giovani sono irruenti e inesperti, d’accordo che noi siamo una squadretta e la Juve uno squadrone, d’accordo su tutto quello che vi pare, però di fronte ad un’esibizione così sciatta ed insipiente io mi sento preso per il culo, e credo di non essere il solo. Le circostanze, comunque, ci consentono di ripartire immediatamente cercando di mettere alle spalle il passo falso: domani pomeriggio affrontiamo a domicilio il Crotone, penultimo in classifica e sotto di noi di ben 11 punti. Si tratta di un match relativamente inedito, in quanto conta solo tre precedenti, tutti in Serie B, e dal bilancio perfetto: una vittoria, un pareggio, una sconfitta. La vittoria: 7 febbraio 2015, 0-2, doppietta di Laribi; il pareggio: 20 gennaio 2007, 0-0; la sconfitta: 11 febbraio 2006, 3-0 dovuto a due rigori segnati da Jeda e ad un gol del giovane Graziano Pellè. In attesa di recuperare Verdi e Sadiq, in attesa di notizie positive dal mercato, dopo aver visto svanire la pista-Gilardino e complicarsi oltre il tollerabile l’affare-Cerci, Roberto Donadoni avrà a disposizione il nuovo arrivato Petkovic, che ad un primo esame sommario sembra adattissimo a diventare il cosiddetto ufficiale di complemento di cui necessita Mattia Destro. Ribadisco che la classifica non è preoccupante, ci sono i margini per sperimentare nuove soluzioni, però c’è un però: Destro non può pretendere che si aspetti in eterno la sua riesplosione, dovrà pure degnarsi ogni tanto di metterci del suo, perché questa sua pretesa di avere per se’ tutti i riflettori a lungo andare potrebbe rivelarsi un crudo esercizio di autolesionismo. Tornando al discorso iniziale, l’indecorosa prestazione di domenica scorsa non mette sotto una buona luce l’intera truppa, in quanto i baldi giovani hanno ampiamente dimostrato, in precedenza, di valere molto più di quanto si è visto quella sera. Se qualcuno si sente sminuito a vestire i nostri gloriosi colori, ha tempo fino alla fine del mese per togliersi di torno; tutti gli altri faranno bene a concentrarsi un po’ di più sulle partite e meno sulle attività alternative, se non altro per una forma di rispetto prima di tutto verso i soldoni che Saputo ha tirato fuori per raddrizzare la barca, e poi, se vogliamo, anche verso quei fessi come il sottoscritto che da una vita perdono il proprio tempo a seguire le vicende di questa tormentata squadra. Insomma: domani pomeriggio c’è un solo risultato disponibile. Altrimenti ci sono le mazzate. E non solo quelle del Presidente.


Paolo Milito

domenica 8 gennaio 2017

Peggio di così... Non so davvero!!!

La partita della vita... La partita delle partite... 8 gennaio 2017: la prima partita dell'anno... A torino scendono in campo la JUVENTUS (4-3-1-2): Neto; Lichtsteiner, Barzagli, Chiellini, Asamoah; Marchisio, Khedira, Sturaro; Pjanic; Higuain, Dybala. All.: Allegri, e il BOLOGNA (4-3-3): Mirante; Torosidis, Oikonomou, Maietta, Masina; Donsah, Viviani, Dzemaili; Krejcí, Destro, Di Francesco. All.: Donadoni.
E dopo 6 minuti e 30 secondi, nel match dei match, siamo sotto di un gol...
Facciamoci il segno della croce...
E continuiamo ancor meglio: facciamoli tirare senza marcarli mai...
La mentalità con cui stanno affrontando la gara, forse non è delle più vincenti...sembra che siano entrati in campo senza convinzione... Sembra?
La solita paurina...
Non vedo dei gladiatori in campo, ma neanche dei giocatori... piuttosto dei mezzi giocatori...senza determinazione, senza convinzione, senza cattiveria...
In questa partita si deve entrare ed affrontare l'avversario con la bava alla bocca, mordendo chiunque...
Invece,  noi manteniamo sempre il solito passo... il solito non gioco... la solita agonia...
Questa partita andrebbe affrontata sul piano fisico, rispondendo, per una volta, alle botte che gli altri danno a noi!
E noi? Gnit (Niente)... Non ci siamo... Come recuperano palla, la tirano via senza un criterio... I's chega adoss (Se la fanno addosso)...
Aspettiamo, allora, una reazione, perchè, perdere per perdere, se anche prendiamo 10 gol, cosa cambia? Diamoci della pelle,  almeno... Corriamo! Attacchiamo! Marchiamo! Costruiamo! Inneschiamo la bomba..  Ma va là: siamo molliiiiiiii!!!

Lichtsteiner,  che non ha 25 anni, ha arato la zona del campo intorno a Masina..  e Marios, ha guardato dall'altra parte... facendo sì che la palla entrasse in rete... La marcatura: questa sconosciuta... Al faseva néca mé che gol acsè (l'avrei segnato anche io quel gol così)...
Ma..  la domanda potrebbe essere un'altra ancora: Donadoni sta protestando a modo suo per gli acquisti non proprio meravigliosi dell'estate... o in corso di gioco, non sa che caspita fare, e quindi sta a guardare? Resta il fatto che, per me, Marios non avrebbe dovuto giocare, visto l'imminente addio e la non voglia che ha dimostrato quest'anno... e sarebbe ora di smettere di tenere Destro nella bambagia! Prende 10 volte quello che prendono i suoi compagni, e lui? Fermo in mezzo al campo ad aspettare... Perchè gli altri dovrebbero correre anche per lui? Perchè lui non va mai, mai, mai incontro ad un pallone? E Nagy? Perchè non farlo giocare? Ogni volta che non è in campo, il Bologna prende una crolla di gol... Magari si sarebbe perso lo stesso..  magari no... Me ne sono accorta solo io?
Avanti così, non possiamo andare...
Non c'è un'idea tecnica...
Non c'è volontà...
Non c'è...

Alessandra Sportelli Negrini






Domenica, 8 gennaio 2017. Ore 16 circa.
Dialogo tra mio padre e me.

Lui: Stasera pu am végh a lët prest. (Stasera, poi, vado a letto presto).
Io: Bè? Non guardi la partita?
Lui: Sicúra! Mo int e' tre a zero me am végh a lët... (Sicuro! Intanto... sarà 3-0 e io vado a letto)...

Ore 22: Juventus - Bologna 3 a 0

Notte serena, babbo.

No, mio padre u n' è un strolgh (non è un astrologo)...
Ha avuto soltanto la fortuna di vedere il Bologna di Pascutti e Bulgarelli.
E certe cose non può non saperle.

Gianni Parmiani







sabato 7 gennaio 2017

IN VIAGGIO VERSO LA JUVE.

Quella di domani sera allo Juventus Stadium è forse la madre di tutte le partite. Di certo andiamo ad affrontare la più odiata non dico da tutti gli Italiani, ma sicuramente da gran parte dei Bolognesi. Andare a giocare in casa della Juve mette sempre pensiero, per via delle sviste arbitrali a senso unico sempre in agguato; la Storia ci insegna, però, che il Bologna non sempre è stato vittima sacrificale, piazzando, anzi, qualche colpo a sorpresa, anche in stagioni in cui si trovava in evidente inferiorità tecnica rispetto agli avversari. In casa piemontese, il confronto vanta la bellezza di 77 precedenti, distribuiti fra Serie A, Serie B e Coppa Italia. Bilancio nettamente favorevole ai bianconeri: 44 vittorie contro 6 sconfitte e 27 pareggi. La vittoria più robusta della Juventus risale al 4 giugno 1955: contro un Bologna destinato comunque ad un ottimo quarto posto finale, i padroni di casa vinsero 5-1, gol di Colombo, Mannucci e doppietta di Bronèe, a cui si aggiunse un autogol di Ballacci prima del gol della bandiera segnato da Cappello. Per beffardi fini statistici, spicca anche il 4-1 con cui la Juve “ battezzò “ il nostro ultimo scudetto il 10 giugno 1964, in Coppa Italia: doppietta di Menichelli e gol di Bercellino e Sivori, a cui rispose il nostro Mimmo Renna. Purtroppo, però, come già accennato, la Storia annovera anche uno sterminato campionario di sviste arbitrali a senso unico, culminate nel clamoroso epilogo del 24 aprile 1949: quel giorno il Bologna era stato in vantaggio per 2-1 per quasi tutta la gara; nel finale, però, ci fischiarono contro un rigore non proprio evidente. Risultato: rissa finale, abbandono polemico del campo da parte di tutta la squadra e partita persa 2-0 a tavolino. Le sei vittorie del Bologna, invece, sono state ottenute tutte con punteggi di misura. In particolare, ricordo quella del 5 ottobre 1980, non tanto per il punteggio, 1-0, quanto per le conseguenze che comportò: il gol fu un rigore messo a segno da Adelmo Paris, e per aver osato fischiarlo, l’arbitro Mattei cadde in disgrazia a tal punto da vedersi accorciare d’ufficio la carriera. Per capire chi sia l’arbitro Mattei, vi basti sapere che, negli anni successivi, il Verona vinse lo scudetto nell’unico campionato in cui questo signore è stato il designatore degli arbitri: non credo si sia trattato di una semplice coincidenza. Ovviamente non posso dimenticare la fantastica notte del 26 febbraio 2011: in giro ci sono molti juventini, dai semplici tifosi agli occupanti dei “ piani alti “, che ancora si sognano di notte la stratosferica doppietta di Marco Di Vaio. Domani si affronteranno due squadre dalla consistenza diametralmente opposta. Da un lato la Juventus bulldozer, vincitrice annunciata del campionato prima ancora di averlo giocato, capace però di clamorosi passi falsi come quello verificatosi contro il Genoa, e certamente non felice e contenta di aver perso ai rigori contro il Milan la recente Supercoppa. Dall’altro ci siamo noi, con la nostra discontinuità, le dormite collettive, gli erroracci dovuti all’inesperienza dei singoli, e comunque in grado di mettere a segno degli ottimi colpi a sorpresa. Di fronte all’evidente disparità tecnica, la logica suggerirebbe un solo risultato possibile, ma il Bologna ha in panchina un certo Donadoni, capace un anno fa di vincere a San Siro alla ripresa del campionato e abituato a certe imprese, avendo vinto sei delle sette partite che ha dovuto affrontare, come tecnico, all’inizio di un anno solare. Nell’occasione specifica, inoltre, i Rossoblù sono sicuramente animati dalla voglia di onorare al meglio delle proprie possibilità la memoria di Ezio Pascutti. In attesa degli sviluppi di un mercato in cui mi sentirei di suggerire di mollare l’improbabile e arzigogolata pista-Cerci per inseguire un più fattibile e redditizio Gilardino, possiamo quindi andare incontro alla Juve certi di potercela giocare fino in fondo. Buona partita a tutti.


Paolo Milito