Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!
Il Bologna è la squadra del mio cuor...

sabato 29 aprile 2017

IN ATTESA DELL’UDINESE.

Bologna-Udinese è un match con alle spalle una discreta tradizione, avviata nel 1950. Al Dall’Ara il confronto vanta 34 precedenti, distribuiti fra Serie A, Serie B e Coppa Italia. 18 le vittorie del Bologna, 10 quelle dei friulani, 6 i pareggi. La nostra vittoria più cospicua coincide col primo incontro della serie, disputato il 25 marzo 1951: 5-2, doppiette di Cappello e Cervellati arricchite da un gol di Garcia, a cui risposero Paulinich e Darin. Il 13 marzo 1955, invece, i bianconeri prevalsero col punteggio finale di 4-2: doppietta di La Forgia e gol di Selmosson e Bettini, contro i nostri Cervellati e Pivatelli. Da segnalare la pirotecnica prima giornata del campionato 1957/58: l’8 settembre 1957 finì 2-2, per noi segnarono Vukas e Capra, per l’Udinese Lindskog e Bettini. Dunque, una tradizione relativamente favorevole, tenuto conto che dal 2010 si contano solo vittorie dei friulani. In questo campionato, nonostante un cambio di panchina, l’Udinese vanta otto punti in classifica più di noi, e si presenta in campo in condizioni di forma eccellente. Il Bologna, salutato Dzemaili ( partito alla chetichella approfittando di una “ provvidenziale “ squalifica ), respinte al mittente le improponibili avances di Antonio Cassano e incassata la tegola dell’infortunio di Di Francesco, cercherà ( o almeno così si spera ) di dare continuità al gagliardo secondo tempo disputato contro l’Atalanta, anche per tentare di ottenere effettivamente un punto in più dell’anno scorso e dare così un briciolo di soddisfazione a tutti noi. Per il resto, preso atto che ancora una volta Destro ha segnato inciampando involontariamente nel pallone, rifacendosi poi col solito tiro sbagliato nel finale di partita, i nostri dirigenti dovranno decidersi a mettersi seriamente attorno ad un tavolo, imponendo all’attaccante marchigiano la presenza, nel prossimo campionato, di un’altra punta di spessore. Da più parti è stata ricordata, a tal proposito, la tardiva esplosione di Julio Cruz: il giardiniere argentino, però, nei periodi di vacche magre, non si è mai permesso ( o sognato ) di impedire l’ingaggio di gente che potesse potenzialmente fargli ombra. Se poi Destro dovesse ribadire di sentirsi il centro del mondo, a quel punto sarà meglio trovare un modo per dividere la sua strada da quella del Bologna col minor danno possibile per entrambe le parti in causa. Ma per tutto questo c’è l’estate davanti. Oggi dobbiamo pensare all’Udinese.


Paolo Milito



sabato 22 aprile 2017

Così si fa! Bravi ragazzi!

Carissimo Bologna, eccoti! Sei sceso in campo con il giusto atteggiamento e hai meritatamente pareggiato una partita difficile! Pareggiato, sì... Perchè abbiamo visto tutti che il primo gol era in abbondante fuorigioco.
Nonostante il secondo gol sia arrivato a breve distanza dal primo, nessuno ha desistito, e tutti i ragazzi hanno lottato fino alla fine.
Non sono mancate le solite sfortune, come il salvataggio sulla riga di Spinazzola, ma a me, oggi, sei piaciuto!
Ho visto un grandissimo Di Francesco... Un bel Taider... Ho visto anche un gol di Destro, su grandioso assist di Di Francesco... E questo Bologna lo vorrei vedere sempre! Per me, oggi, la mia squadra non ha perso... Ho visto errori e imprecisioni, è vero, ma l'atteggiamento è stato perfetto!
E il risultato è sotto gli occhi di tutti!
Fieri, agguerriti, tosti e detetminati: uno spettacolo!!!
Grazie a tutti! ❤💙
Alessandra Sportelli Negrini




venerdì 21 aprile 2017

IN VIAGGIO VERSO BERGAMO.

Nella vita, si sa, piove sempre sul bagnato. Ragion per cui non dobbiamo sorprenderci se, dopo l’insulso pareggio rimediato sabato scorso contro la penultima della classe, il calendario ci chiama, domani pomeriggio, a visitare a domicilio la rivelazione del torneo, l’Atalanta di Gasperini che ci affronta forte del suo quinto posto in classifica e fortemente stimolata a tentare un ulteriore salto in avanti in prospettiva europea, in contrapposizione alla sciatteria dei nostri beniamini ormai avviati a concludere senza lode ne’ infamia una stagione all’insegna della calma piatta e delle figuracce a rischio zero. In terra bergamasca il confronto vanta ben 53 precedenti, distribuiti fra Serie A, Serie B e Coppa Italia. 28 le vittorie atalantine, 8 quelle Rossoblù, 17 i pareggi. La vittoria più rotonda dei padroni di casa è il 4-0 ottenuto il 7 aprile 1991 ai danni di un misero Bologna ormai retrocesso; doppietta di Pasciullo e gol di Perrone ed Evair. Per due volte, invece, i Rossoblù si sono imposti col punteggio di 3-1: il 31 gennaio 1954, doppietta di Pivatelli e rete di Cappello a cui rispose Bassetto su rigore, e il 21 ottobre 1962, gol di Pascutti, Bulgarelli ed Haller in rimonta al vantaggio iniziale di Mereghetti. Per ben tre campionati di seguito, poi, il punteggio finale è stato 2-2: il 29 aprile 2001, doppietta di Signori contro Morfeo e Ventola atalantino; il 13 gennaio 2002, gol di Doni e Berretta per i nerazzurri a cui risposero Olive e Brioschi; infine il 22 settembre 2002, quando, alla doppietta del nostro ex Cristiano Doni, replicarono Locatelli e Bellucci. Da ricordare, per completezza di memoria storica, l'anno solare 2013, ovvero il 27 aprile, anche in quel caso un sabato alle 18, passato alla storia per aver visto a guardia della nostra porta il barbuto centravanti Moscardelli, e l’infelice pomeriggio del 10 novembre, un po’ per il punteggio finale di 2-1 in favore dei padroni di casa, ma molto di più per essere stato teatro di uno dei pochi gol segnati con la nostra maglia dal divo locale Rolando Bianchi e in misura maggiore per il maldestro intervento messo in atto nel finale di partita dal portiere Curci, da cui scaturì il gol decisivo dell’atalantino Livaja. Dunque, un terreno non proprio amico quello di Bergamo, basti pensare che l’ultima volta siamo stati bastonati da un certo Alessandro Diamanti in vena di vendette, che ci mette al cospetto di una squadra lanciatissima e poco propensa a qualsiasi genere di concessione. In parole povere, la vedo nera. Certo, l’aria di casa potrebbe spingere Donadoni a spronare la truppa in maniera adeguata, allo scopo di evitare una figuraccia davanti al pubblico amico. Ma non vivo nel Paese delle Meraviglie, e mi rendo conto che l’Atalanta dei Miracoli, vincendo contro di noi, potrebbe sognare ad occhi aperti quanto meno un preliminare di Champions League. Comunque, alla fine parla il campo, per cui, come a Palermo alla fine siamo stati capaci di non perdere pur essendo in inferiorità numerica, così domani potrebbe venir fuori una prestazione più decorosa e meno desolante di quella opposta, per esempio, al Napoli in occasione del mortificante 7-1. In attesa del futuro che verrà: Cassano, Balotelli, il DS Sabatini, lo stadio provvisorio nel cortile del Dall’Ara, la riscossa di Destro o il suo addio, oppure nulla di tutto ciò. Staremo a vedere.


Paolo Milito

venerdì 14 aprile 2017

IN VIAGGIO VERSO PALERMO.

Parli del Palermo e ti viene in mente l’ultimo grande successo conquistato dal Bologna, la Coppa Italia del 1974, giunta al termine di una finale sofferta, disputata all’Olimpico di Roma e risolta ai calci di rigore con tanto di beffa finale, ovvero il tabellone luminoso che riportava come marcatore decisivo il nome di Giovanni Mei anziché quello del vero autore del gol, ossia il giovanissimo Eraldo Pecci. A causa delle alterne fortune dei siciliani, il confronto non vanta una lunga tradizione, nonostante il primo incrocio tra le due squadre sia avvenuto più di ottant’anni fa. Tra Serie A e Serie B, in casa rosanero il match è andato in scena finora per 28 volte; 17 le vittorie del Palermo, solo 2 quelle del Bologna, e 9 pareggi. Per ben tre volte i padroni di casa si sono imposti col punteggio finale di 4-1: il 15 febbraio 1953 ( doppietta di Bettini e gol di Sukru e De Grandi, a cui rispose il nostro Bacci ), il 19 aprile 2009 ( gol di Kjaer, Succi, Cavani e autogol di Belleri in risposta a Marco Di Vaio ), e il 17 ottobre 2010 ( Pastore, Ilicic, Pinilla e Bacinovic a cui replicò l’immancabile Di Vaio ). Per contro, una delle due nostre vittorie risale addirittura al 25 novembre 1934, 1-0,gol di Gasperi; l’altra invece fu ottenuta, in Serie B, il 26 maggio 1996, in pieno “ Torneo dei Bar “: 2-1, gol di Paramatti e Savi in risposta al rosanero Scarafoni. Dunque, una tradizione relativamente corta e comunque decisamente sfavorevole. Domani, però, entreranno in ballo altri fattori, che con la cabala non hanno nulla a che vedere: i numeri dicono che in classifica noi abbiamo 19 punti in più, e che loro sono penultimi, quindi con un piede e mezzo in Serie B. Però ci sono alcuni però. Innanzi tutto, nel corso della settimana c’è stato l’ennesimo cambio di allenatore, a causa del quale ci troveremo di fronte Bortoluzzi anziché la nostra vecchia conoscenza Diego Lopez; questo potrebbe aprire la strada a due possibili soluzioni: un gruppo di gente smarrita, senza arte ne’ parte, in totale confusione di idee e quindi facile preda dei nostri gattoni, oppure una banda adeguatamente motivata dal nuovo tecnico e quindi improntata a giocare alla morte per ottenere una vittoria utile a sperare ancora in qualche risvolto finale positivo. Noi, per contro, opponiamo una squadra che domenica scorsa, pur essendo presente in campo, aveva la testa altrove; Donadoni dovrà sicuramente studiare una soluzione efficace per ovviare all’infortunio di Nagy, la cui stagione si è conclusa anzitempo; per tacere di Destro, ormai un caso disperato, e della stucchevole telenovela legata alla partenza di Dzemaili: una storia nata male, gestita peggio e proiettata verso una conclusione comunque non edificante per nessuno. In parole povere: il Palermo cercherà di ottenere qualcosa di buono e quindi si impegnerà; per quanto riguarda i nostri, preferisco non sbilanciarmi in previsioni, ben consapevole che, a dispetto delle belle parole, potrei dover assistere ad un’altra disfatta simile a quella rimediata contro il Napoli, vista la differenza di stimoli fra le due squadre. Lascio la parola al campo, e vi auguro Buona Pasqua.


Paolo Milito

domenica 9 aprile 2017

Bologna, dove sei?

Caro Bologna, come la scorsa domenica, anche oggi non ti ho visto giocare. Il 2 aprile ho partecipato alla sfilata canina per raccogliere fondi per il canile, e oggi ho partecipato alla passeggiata/pranzo pro galghi... Mi manca il "mio" Bologna, e vederti giochicchiare mi fa davvero male... Ecco perchè, se capita un evento in orario match, non ci penso due volte e partecipo. Capisco che tu sia salvo... Capisco che sia un periodo di transizione... Capisco tutto il "capibile", ma in 35 partite interne in due campionati di A, ho assistito a ben 17 sconfitte casalinghe delle quali 8 solo quest'anno... e mancano ancora 3 partite.
Mi accontenterei di vederti giocare, di provare a vincere un contrasto e di vedere un po' di orgoglio... La dignità è pari a zero!


Gastaldello ha così dichiarato: "Abbiamo pagato caro i nostri errori. Nel secondo tempo siamo stati sfortunati a non approfittare delle due occasioni nitide che ci sono capitate. Se le avessimo sfruttate avremmo assistito ad un'altra partita ma quando giochi contro una top squadra devi essere consapevole che al primo errore possono far male. Dispiace per il risultato ma non per l'approcio, quello è stato giusto".

Per il capitano rossoblù non c'è alcun "caso Destro": "E' un problema che create voi, per noi non lo è. Oggi Mattia ha dato tutto per la squadra e spetta anche a noi riuscire a servirgli più palloni possibili. Dobbiamo dare tutti il 100%, il campionato non è finito e nessuno di noi lo pensa; posso garantirlo".

Io sono convinta che il Bologna abbia bisogno di un attaccante diverso da Destro: l'ho sempre detto e lo confermo!

Il tempo per stare con la mia famiglia e con i miei animali non è tanto, perchè durante la settimana si lavora... Cioè veramente... Noi abbiamo un lavoro vero...
L'appuntamento con te era un'attesa dolce e piena di emozione... Spero che ritorni in fretta ad essere così... Fino a quel momento, non ho intenzione di autoflagellarmi...
Ti aspetto, perchè sei e sarai sempre il mio Bologna... ma i momenti preziosi persi della mia vita, non mi verranno restituiti... Torna presto ad essere uno di quelli!
Alessandra Sportelli Negrini


sabato 8 aprile 2017

IN ATTESA DELLA ROMA.

Bologna-Roma è a pieno titolo una classica del nostro campionato, oltreché un punto d’incontro di numerosi percorsi incrociati: tanti sono i personaggi che, nel corso degli anni, hanno scaldato i cuori di entrambe le tifoserie, da Fulvio Bernardini a Carletto Mazzone, passando per Eraldo Monzeglio, Massimo Marazzina, Pablo Daniel Osvaldo, Giovanni Piacentini, Francesco Antonioli, Amedeo Mangone, Marco De Marchi, Sinisa Mihajlovic, fino ad arrivare alle esperienze più recenti con le alterne fortune di Mattia Destro e la migrazione di importanti figure dirigenziali come Joe Tacopina e Claudio Fenucci. Il match vanta la bellezza di 71 precedenti, distribuiti fra Serie A e Coppa Italia. 31 le vittorie Rossoblù, 19 quelle della Roma, 21 i pareggi. La nostra vittoria più cospicua è un fragoroso 5-2 ottenuto il 29 giugno 1930, tripletta di Maini, gol di Busini III e autogol di Degni a nostro favore, a cui replicarono Volk e ( udite, udite ) il futuro allenatore Rossoblù Fulvio Bernardini. Il 23 novembre 2003, invece, fu la Roma ad infliggere al suo antico Maestro Carletto Mazzone una durissima lezione, vincendo in casa nostra per 4-0, gol di Totti, Montella, Panucci e Cassano. Per due volte è finita 3-3: il 9 novembre 1930, doppietta di Maini e gol di Reguzzoni a cui replicarono Chini, Lombardo e Volk, e il 27 gennaio 2013, giornata caratterizzata dai gol dei nostri Gilardino, Gabbiadini e Pasquato, da quelli dei giallorossi Osvaldo, Florenzi e Tachtsidis ma anche dai numeri non brillantissimi del nostro portiere Agliardi, a sua volta sostituto dell’ancor meno brillante ex romanista Curci. A prescindere dal risultato, possiamo citare poi la nostra vittoria per 4-0 ottenuta il 19 gennaio 1964, tripletta di Harald Nielsen arricchita da un gol di Marino Perani, che ci diede la certezza di poter competere per quello scudetto poi vinto con un  notevole spargimento di sangue; il drammatico pomeriggio del 30 dicembre 1989, risultato finale 1-1 ma fari puntati esclusivamente su Lionello Manfredonia, colpito sul campo da un infarto che pose fine alla sua carriera da giocatore; l’ancor più triste giornata dell’11 febbraio 2001, quando, nonostante la disponibilità romanista per un rinvio, la Lega Calcio obbligò i nostri giocatori a scendere in campo all’indomani della tragica scomparsa di Niccolò Galli, coi giallorossi che fecero facilmente a brandelli una squadra ovviamente deconcentrata; la faticosa, sofferta ed esaltante notturna del 25 settembre 2004, quando riuscimmo a vincere 3-1 pur essendo stati ridotti ai minimi termini da una falcidia di infortuni ed espulsioni, tanto da indurre il tecnico romanista Rudi Voeller a salutare la compagnia sbattendo la porta; per concludere con l’ultima puntata andata in scena finora al Dall’Ara, il 21 novembre 2015, un 2-2 maturato sotto un diluvio apocalittico, tra sviste arbitrali, rigori prima falliti e poi ripetuti e segnati per concludere con la clamorosa esultanza dell’ex romanista Destro, rimasto per più di un quarto d’ora sotto il diluvio praticamente in mutande dopo aver segnato il rigore che fissava il punteggio definitivo. Cosa ci aspetta domani? La Roma è seconda in classifica ed ha esattamente il doppio dei nostri punti; inoltre, spera sempre in qualche passo falso della Juve, capace, non dimentichiamolo, di perdere dal Genoa che altrove non chiude la partita se non imbarca almeno cinque gol. Quindi mi aspetto una gara molto dura. La storia di questa stagione ci insegna che il Bologna attuale ha delle grandi capacità, ma spesso si perde in un bicchiere d’acqua. Oltretutto, ci troviamo in una strana posizione di classifica, con 17 punti di vantaggio sulla terzultima ma senza alcuna prospettiva di poter agganciare un treno che ci porti in Europa. Ragion per cui, l’augurio è di vedere in campo tanti guerrieri in grado di onorare la maglia indossata, fermo restando il rischio di rimediare qualche altra figuraccia che si aggiungerebbe a quelle già messe in archivio. Per quest’anno, ormai, possiamo solo sperare di passare qualche bella giornata fine a se’ stessa; sarà compito dei dirigenti fare tesoro delle botte rimediate per ottenere, in futuro, risultati più appropriati in rapporto alla nostra gloriosa tradizione.


Paolo Milito

sabato 1 aprile 2017

IN VIAGGIO VERSO FIRENZE.

Fiorentina-Bologna, Derby dell’Appennino, e come in tutti i derby che si rispettino non ci facciamo mancare nulla: una gara del 1955 vinta sul campo 3-0 e poi assegnata a tavolino per 2-0 dopo un gran finale contrassegnato da botte da orbi; il comitato d’accoglienza del 18 giugno 1989, che alla stazione ferroviaria pensò bene di stendere sui nostri tifosi un tappeto di molotov, col risultato di condannare Ivan Dell’Olio all’Inferno Terrestre; la Grande Illusione del 17 gennaio 2010, quando un incontenibile Gimenez battè i viola praticamente da solo, facendo erroneamente credere a tutti noi che fosse nata una stella. Questo e altro ancora nel magazzino dei ricordi di un match fra due squadre che presentano molti punti di contatto, da Bruno Pesaola a Gil De Ponti, via via fino a Roby Baggio, Amoroso e i più recenti Gilardino e Pantaleo Corvino. A Firenze il confronto vanta 68 precedenti; 36 le vittorie dei padroni di casa, 13 quelle Rossoblù, 19 i pareggi. La vittoria più robusta dei viola risale al 23 novembre 1958: un sonoro 6-3, doppietta di Lojacono e gol di Montuori, Cervato, Petris ed Hamrin, in risposta alla comunque notevole tripletta del nostro Pivatelli. Il 25 gennaio 1942, invece, fummo noi a travolgere i nostri malcapitati avversari con un fragoroso 5-2, dovuto a una doppietta di Biavati ed una di Puricelli condite da un gol di Arcari IV, a cui risposero Valcareggi e Degano. Per ben tre volte, poi, il risultato finale è stato 2-2, compresa la contestatissima semifinale di Coppa Italia del 1999 caratterizzata dalle bravate non sanzionate di Torricelli e Repka. Dunque, una lunga e tormentata storia di amore e odio, con un fattore-campo nettamente favorevole ai padroni di casa. In questo momento, i viola stazionano ai piani medio-alti della classifica, mentre noi, quattordici punti più sotto, guardiamo all’immediato futuro sperando che la schizofrenica squadra di questa stagione abbia l’accortezza di regalarci un finale di campionato quanto meno più decoroso di certe notti da incubo appena lasciate alle spalle. Sarà sugli spalti anche Joey Saputo, alle prese con vari problemi da risolvere. Cosa non da poco sarà la decisione riguardante Dzemaili: dando per scontato che nel prossimo campionato sarà oltreoceano, sarebbe opportuno non privarcene anzitempo, se davvero in Società c’è la voglia di ottenere un piazzamento finale un po’ più accattivante del previsto. I mezzi e le condizioni ci sono, sta ai nostri eroi mantenere la giusta concentrazione per ottenere dal campo qualcosa di buono.


Paolo Milito