Vi racconto
una storiella: qualche anno fa mi trovai a passare, per ragioni di lavoro,
nella sede di un’emittente radiofonica locale, in prossimità della trasmissione
del notiziario. Con mia somma sorpresa dovetti constatare che lo speaker si
limitava a leggere le notizie dal Televideo RAI; non solo: ripeteva “ a
pappagallo “ persino le inesattezze e gli strafalcioni !!! Questa cosa mi è tornata
in mente domenica pomeriggio assistendo a “ Novantesimo Minuto “: l’inviato di
turno, che passa per essere un giornalista professionista, ha riferito che le
due squadre hanno osservato un minuto di silenzio e giocato con il lutto al
braccio per ricordare lo scomparso MARINO PURIN ( ??? ), vecchia gloria di
entrambe le squadre. Insomma, l’ennesima PIRLA … ooppss, perla, di una lunga e
interminabile catena che si protrae nonostante i direttori di Raisport e SKY
Sport siano entrambi bolognesi e sedicenti Tifosi Rossoblù. Nonostante certi
sabotaggi, comunque, Marino Perani si è visto tributare, in campo e sugli
spalti, un omaggio adeguato al proprio spessore. Che dire, evidentemente c’è
nell’aria un gran bisogno di precisione, rivendicato anche dagli dei, che
devono essersi infastiditi per aver percepito, dalle strade bolognesi, discorsi
improntati ai sogni di gloria, a prospettive europee, ed hanno pensato bene di
consentire all’Atalanta di vincere, con l’unico tiro in porta degno di tale
nome, una partita altrimenti destinata ad un equo e giusto risultato di parità.
Dunque, torniamo coi piedi per terra e prepariamoci a ricevere la visita della
Lazio, una delle corazzate del campionato, che sta vivendo un grande momento
tanto in Italia quanto in Europa. Sotto le Due Torri il confronto vanta
qualcosa come 72 precedenti, distribuiti fra Serie A, Serie B e Coppa Italia;
il bilancio parla chiaramente Rossoblù: 40 vittorie, 13 sconfitte e 18 pareggi.
La nostra vittoria più sonante è il 7-2 ottenuto il 17 giugno 1951, tripletta
di Filiput, doppietta di Cesarino Cervellati, gol di Cappello ed autogol a
nostro favore di Antonazzi, a cui replicò una doppietta di Hofling. Circa un
anno dopo, il 25 maggio 1952, fu la Lazio ad ottenere la sua vittoria più
vistosa, 4-2, grazie alla tripletta di Sukru ed al gol di Antoniotti , a cui
risposero Gritti e Cappello; questa sconfitta provocò il licenziamento dell’allenatore
Galluzzi, a cui subentrò Lelovich. Per ben quattro volte il risultato finale è
stato 2-2; in particolare ricordo il 19 maggio 1974, ultima giornata di quel torneo,
coi biancocelesti già certi dello Scudetto e i nostri eroi mentalmente proiettati
alla finale di Coppa Italia, poi vinta, della settimana seguente. Per la
cronaca, dopo il gol di Petrelli ribaltammo grazie a Pecci e Beppe Savoldi, e
Giorgio Chinaglia pose il definitivo sigillo alla partita e al campionato. Da notare
che in Serie B ne abbiamo vinte quattro su quattro, e in Coppa Italia non
abbiamo mai perso. Stando alla tradizione, ci aspetterebbe quindi una marcia
trionfale, tenendo presente che abbiamo in casa un Club Manager, Marco Di Vaio,
di scuola laziale, così come in passato in certe sfide abbiamo ottenuto
risultati di un certo spessore grazie ad altri ex biancocelesti, come Franco
Janich, Franco Nanni o Beppe Signori. La realtà è leggermente diversa: a parte
l’evidente inferiorità tecnica, dobbiamo fare i conti, oltre che con altre
assenze, con l’infortunio di Rodrigo Palacio, fin qui nettamente il migliore
dei nostri, che ovviamente sarà rimpiazzato da Mattia Destro, la cui opaca prestazione
nel finale della gara di Bergamo non autorizza a sperare in miglioramenti sopraggiunti
nell’ultima pausa di riflessione; per contro, Ciro Immobile, punta di diamante
laziale, sta attraversando un grande periodo di forma. Sul versante del tifo, ho buoni motivi per
sperare che gli amici Tifosi Rossoblù sapranno mantenere il giusto distacco,
senza trovare appigli per far baruffa prendendo spunto dallo squallido episodio
della foto di Anna Frank in maglia romanista. Tornando al discorso tecnico
ribadisco, come sempre, che non è
igienico fasciarsi la testa prima di essersela rotta, tanto più che le squadre
messe in pista da Roberto Donadoni ci hanno abituato a serate allucinanti come
quella di Coppa Italia col Cittadella o l’incubo del 7-1 contro il Napoli ma
anche a vittorie esaltanti come quella ottenuta contro lo stesso Napoli
arrivato in città primo in classifica e desideroso di fare polpette delle
nostre truppe. Insomma, con un po’ di attenzione può scapparci un risultato
positivo: la nostra presenza nella parte sinistra della classifica non è frutto
del caso. Buona partita a tutti.
Paolo Milito
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