Il Bologna è in pre-ritiro in Sardegna,
i giocatori sperimentano il riposo attivo, i dirigenti sono al lavoro per
allestire una squadra competitiva, e tutti noi restiamo in attesa di buone
notizie, relative magari alla permanenza di Giaccherini o all’arrivo di qualche
nome stuzzicante. E invece? Invece succede che, stranamente, dopo un anno di
convivenza sotto lo stesso tetto, i giocatori, o meglio i loro procuratori, si
accorgono che Mattia Destro percepisce un ingaggio spropositato rispetto al
resto della truppa. Risultato: chi ritiene di essere stato sminuito si mette a
piantar grane, e se Silvano Martina in poche ore riesce a far ottenere al suo
assistito Mirante un adeguato ritocco, Diawara, non contento di aver fatto
rischiare alla società una penalizzazione per aver sostituito in corsa il
procuratore senza rispettare le regole, tramite lo stesso soggetto solleva un
polverone nell’intento di sollecitare la propria immediata cessione al
Valencia. Va detto che Fenucci e Bigon hanno cortesemente respinto la proposta
degli spagnoli in quanto l’offerta non superava i 7,5 milioni di euro; a quel
punto, i dirigenti iberici hanno contattato direttamente il giocatore,
prospettandogli un contratto faraonico, a quanto pare 1,5 milioni annui. Sarebbe
bene, a questo punto, valutare alcuni
particolari. Innanzi tutto, Diawara si deve ricordare che un anno fa a quest’ora
era, giustamente, la terza scelta dietro Pulgar e Crisetig, in quanto
sconosciuto ragazzino proveniente da San Marino, e che se ha raggiunto le
attuali quotazioni lo deve al fatto di aver indossato con profitto la maglia
del Bologna, e non viceversa. In secondo luogo, la società non ha dormito,
proponendo un ritocco dell’ingaggio piuttosto robusto in rapporto e proporzione
( si è passati da 30.000 euro a 500.000 ). Infine, gli altri club, sia italiani
che stranieri, devono accettare l’amara realtà, ovvero non possono più venire a
fare la spesa nella rosa del Bologna come avveniva ai tempi di Guaraldi, quando
un Diamanti veniva valutato 10 milioni e poi svenduto fuori tempo massimo a
5,9: Diawara attualmente vale 20 milioni, in prospettiva il suo valore è
destinato a crescere negli anni, per cui chi se lo vuole accaparrare deve
necessariamente preventivare una spesa adeguata e cospicua. Non è un caso che
un volpone come Walter Sabatini abbia offerto a Fenucci una decina di milioni e
il cartellino di qualche giocatore emergente che sicuramente soddisferebbe le
aspettative dei nostri dirigenti. Da qui alla fine del mercato c’è ancora
tempo, e tante offerte potranno ancora pervenire, ma sarebbe decisamente brutto
finire per doversi liberare di Diawara in modo brusco e repentino solo per
togliersi dai piedi un separato in casa. Infine, continua la processione di
procuratori che offrono al Bologna di Saputo i servigi dei propri assistiti; ma
se nel caso di Kevin Prince Boateng l’ingaggio è notevole e Donadoni ha già
fatto sapere di non ritenerlo funzionale al proprio progetto, l’islandese
Gunnarsson, capitano della sorprendente Nazionale che ha eliminato l’Inghilterra
dall’Europeo non è propriamente un illustre sconosciuto: da cinque anni gioca
nel Cardiff, in Galles, quindi un campionato tecnicamente di ottimo livello,
costa poco ed ha un’età accettabile. Insomma, potrebbe essere uno di quei
giocatori che arrivano senza tanti squilli di tromba e poi diventano colonne
inamovibili della squadra. Staremo a vedere.
Paolo Milito
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