Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

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Il Bologna è la squadra del mio cuor...

lunedì 20 ottobre 2014

Cattivi pensieri, memoria corta.

Vi racconto un episodio in apparenza insignificante. Poco fa sono andato dal mio abituale salumiere, perfettamente a conoscenza della mia fede Rossoblù; ebbene, quest'uomo di solito cerca di evitare discorsi a sfondo calcistico, ben sapendo che gli altri clienti stanno pronti in agguato per lasciarsi andare a frizzi e lazzi vari. Questa volta no. Lui, per primo, mi ha detto chiaro e tondo che con Tacopina possiamo tornare a volare, ed anche gli altri presenti hanno convenuto che questo nuovo Presidente autorizza i Tifosi Rossoblù a pensare in grande. Dunque, il vento è davvero cambiato, come dimostrato: 1) dalla marcia trionfale di sabato pomeriggio; 2) dalle giravolte acrobatiche di SKY, che ha stravolto il proprio palinsesto dirottando Bologna-Varese sul suo principale canale sportivo, mandando al seguito una squadra di commentatori degna della Champions League e procurando al direttore della sua Sezione Sport un posto in tribuna tra Claudio Sabatini e lo stesso Joe Tacopina. Eppure, qualcuno che rema contro c'è. Ieri sera, nel corso di una sua trasmissione, l'emittente locale più conosciuta fuori da Bologna ha fatto da cassa di risonanza ad una serie di telefonate che, prendendo spunto da una notizia rimbalzata da oltreoceano, tendevano a denigrare la figura del nostro nuovo Presidente. Personalmente, ho il vago sospetto che qualche esponente della stampa sportiva bolognese, molto vicino ad Albano Guaraldi, abbia orchestrato tutta la manovra. Ammesso e non concesso che le manifestazioni di disapprovazione siano state spontanee, tanto chi ha telefonato quanto gli eventuali burattinai hanno dimostrato di avere una memoria molto corta. Intanto, la notizia relativa ad alcuni pasticci americani di Tacopina risale ad aprile, e lo stesso Joe, tanto a botta calda quanto nella mattinata di sabato, ha spiegato che ad alzare il polverone è stato un avvocato americano suo rivale, il quale, provenendo da una famiglia non proprio raccomandabile, cinque anni fa ha pensato bene di andare all'anagrafe e cambiare nome e cognome, per poter proseguire senza intoppi la propria carriera forense. Ma ci siamo già dimenticati lo scenario di desolazione che avvolgeva lo Stadio Dall'Ara fino alla settimana scorsa? Il cambiamento in positivo è sotto gli occhi di tutti. Gli stessi giocatori, in campo, hanno dimostrato di avere una marcia in più, segno di una ritrovata motivazione e fiducia nel futuro. A prescindere dai suoi amici facoltosi, Joe Tacopina mette addosso fiducia ed entusiasmo solo a guardarlo. A chi cerca nell'aria un appiglio per poterlo denigrare, io suggerirei di ripensare un attimo a quanto successo negli ultimi sei anni. Facciamo mente locale, e torniamo all'estate del 2008: Tacopina è ad un passo dalla firma per rilevare il club dalle mani di Alfredo Cazzola, ma qualcosa va storto. Uno dei suoi soci, una volta visti i libri contabili, si volatilizza, lasciando Joe nella necessità di trovare un altro compagno di cordata. Per questo chiede, e non ottiene, un mese di tempo. Risultato: Cazzola, evidentemente bisognoso di passare subito la mano ( non dimentichiamo che negli stessi giorni cedette il marchio del Motor Show ), vende il Bologna a Renzo Menarini. Chi era costui ??? Un personaggio dimostratosi ne' carne ne' pesce, talmente impaurito dalle luci della ribalta da affidare la presidenza a sua figlia Francesca. Incapace di approfittare di un colpo di fortuna: trovatosi nella necessità di dover cambiare allenatore, dopo il disastroso avvio di campionato sotto la guida di Daniele Arrigoni, fu contattato da Roberto Mancini. Il nostro ex golden-boy, amico di vecchia data di Francesca Menarini, all'epoca era libero, ma sotto contratto con l'Inter, costretta a corrispondergli un ingaggio principesco dopo averlo sostituito con Mourinho; non volendo, giustamente, rinunciare ad una tale cuccagna, il Mancio suggerì l'ingaggio di Sinisa Mihajlovic, il suo secondo, poco costoso e molto smanioso di misurarsi alla guida di una squadra di Serie A. I primi tempi, Mancini era quasi tutti i giorni a Casteldebole, seguiva la squadra, dava dei consigli al tecnico, probabilmente metteva becco anche nel fare la formazione. Le cose cominciarono ad andare anche benino, fino a quando, negli spogliatoi di Torino, nell'intervallo della gara contro la Juve, Mancini si ritrovò inopinatamente di fronte Luciano Moggi, scoprendo così l'amicizia pericolosa che quest'ultimo aveva intrecciato con Renzo Menarini. Il resto lo sappiamo: Mancini sparì da Casteldebole; Mihajlovic perse progressivamente il controllo della situazione, tanto che per salvarci dovemmo ricorrere ai servigi di Beppe Papadopulo, specialista in salvezze; Menarini passò un brutto quarto d'ora a causa di Moggi per poi fare il " Grande Passo ", ossia buttare il Bologna dalla padella alla brace cedendo il pacchetto azionario all'avventuriero sardo Sergio Porcedda, con le deleterie conseguenze che tutti conosciamo. Il tutto mentre Tacopina, a Roma, una prima volta veniva rimbalzato in compagnia del suo amico Soros, miliardario americano di origine greca, la seconda riusciva a mettere le mani sul club giallorosso in coppia con un altro facoltoso oriundo, l'italoamericano Di Benedetto, riportando la Roma a livelli più adeguati al proprio rango, per finire con il coinvolgimento di James Pallotta, che ha portato Totti & C. alla felicissima situazione attuale. E allora: come sarebbe andata se Cazzola avesse concesso il famigerato mese di proroga??? Avremmo vivacchiato alla meno peggio, fino a dover affrontare il quarto " giro di valzer " in Serie B??? O piuttosto l'imponente avvocato ci avrebbe garantito non dico lo scudetto o una Coppa Intercontinentale, ma sicuramente qualcosa di molto più somigliante alla cavalcata europea del 1999 che non la conquista di 51 punti dovuta soprattutto a dei colpi di ... fortuna ??? Sabato scorso io non ero allo Stadio, ma davanti alla TV; eppure si respirava un'altra aria, rispetto al solito. Chi era al Dall'Ara me lo ha confermato. Dunque, i disfattisti di turno, sia in " buona fede " che manovrati da qualcuno, facciano la cortesia di astenersi dal cercare a tutti i costi cadaveri negli armadi, di evitare di abboccare come dei pesciolini agli ami buttati lì da chi prova un profondo fastidio nel vedere il Bologna messo in modo da poter pensare in grande ( mi riferisco anche ai giornali, sportivi e non, vicini alle cosiddette " grandi ", i quali ovviamente non gradiscono il nostro potenziale ritorno ai " piani alti "). Joe Tacopina, Joey Saputo ed il resto della comitiva non sono venuti qui a cambiare le cose tanto per farlo: prova ne sia che hanno pubblicamente apprezzato il lavoro fin qui svolto tanto da Diego Lopez quanto da Filippo Fusco, mettendo platealmente in rilievo come quest'ultimo sia riuscito a fare dei veri miracoli, e riservandosi di apportare dei ritocchi solo dove si renderà effettivamente necessario, anzichè fare di tutte le erbe un fascio. I pettegolezzi lasciamoli fare agli specialisti di gossip: noi, ora, dobbiamo solo seguire passo dopo passo questo nostro nuovo Presidente, destinato sicuramente a farci conoscere tempi decisamente migliori di quelli che ci siamo appena lasciati dietro le spalle.



Paolo Milito

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