Inutile girarci intorno: la tremenda
notte del 4 febbraio 2017 ha rappresentato uno spartiacque nella storia del
Bologna. Un club con alle spalle una tradizione come la nostra non può e non
deve imbarcare sette gol in una partita casalinga, nemmeno contro uno squadrone
come il Napoli di Sarri. Da allora ho dovuto sopportare frizzi e lazzi di ogni
ordine e grado, ed anche in questi giorni ho constatato delle fin troppo facili
ironie sul nostro conto. Però c’è un però: gli stessi soggetti che sfottono a
tutto spiano dimenticano, o fanno finta di non ricordare, che nel campionato
precedente gli azzurri campani erano sbarcati al Dall’Ara da primi in
classifica, intenzionati a far polpette dei nostri eroi, ed erano stati
travolti da un Bologna improvvisamente trasfigurato a immagine e somiglianza
del Barcellona, con un super Mattia Destro e con tanti saluti a Gonzalo
Higuain, pure autore di due gol nel finale di quella partita. Ergo: non
fasciamoci la testa prima di essercela rotta. Innanzi tutto le statistiche: fra
Serie A, Serie B e Coppa Italia le due squadre, al Dall’Ara, si sono affrontate
per ben 66 volte; 32 le vittorie del Bologna, 18 quelle del Napoli, 16 i
pareggi. La nostra maggior vittoria, ormai, è una leggenda: il 2 novembre 1997
vincemmo 5-1, trascinati da una tripletta di uno stratosferico Roberto Baggio e
da una doppietta di Kenneth Andersson, in risposta al vantaggio iniziale di
Roberto Goretti, destinato in seguito a vestire i nostri colori. Ovviamente, la
sconfitta più mortificante è il già citato 7-1, che è anche la nostra peggior
sconfitta casalinga di sempre; per gli amanti delle statistiche e delle
autoflagellazioni ricordo che quella sera ci furono una tripletta di Hamsik,
una di Mertens e un golletto di Insigne intervallati, a metà strada, dal punto
della bandiera del nostro Torosidis. Quanto ai pareggi, per ben cinque volte è
finita 2-2; in particolare, trovo degna di nota la sera del 19 gennaio 2014
quando, non si è mai capito come, Rolando Bianchi centrò una doppietta,
convincendo così i dirigenti di allora a non cederlo al mercato di gennaio e
innescando di fatto la catena di eventi negativi che alla fine di quel
campionato ci avrebbe fatto precipitare in Serie B. Quanto alla gara di domani,
credo si sia capito, non sono d’accordo con Eraldo Pecci, Gianfranco Civolani
& C. nel ritenerla persa prima ancora di averla giocata, facendo leva sia
sulla notevole differenza tecnica sia, soprattutto, sullo spauracchio del 7-1.
È vero, il Napoli è in salute, ma Donadoni ha dimostrato di aver fatto tesoro
delle scoppole rimediate in Coppa Italia, ed i miglioramenti sono apparsi
evidenti. Inoltre, potremmo avere un’arma in più: Palacio, durante la sosta del
campionato, ha avuto modo di integrarsi meglio coi nuovi compagni, e potrebbe
rappresentare un’ottima alternativa a Destro nel caso in cui l’attaccante
marchigiano continuasse nel suo stucchevole letargo. In più, festeggeremo il
ritorno della mitica maglia bianca con la fascia diagonale, a cui ci legano
bellissimi ricordi: quale migliore occasione per cancellare un’onta
mortificante di siffatte proporzioni ? Infine, ancora due parole su Joey
Saputo: lo sento spesso tirare in ballo a sproposito. Mi spiego: è di pubblico
dominio che, circa un mese fa, allo scoccare degli ottant’anni, suo padre Lino
si sia ritirato a vita privata; ciò ha comportato, ovviamente, una
redistribuzione delle incombenze tra i figli, cosa che ha sicuramente richiesto
un impegno immediato per far andare, come si dice in gergo, a regime tutti gli
impegni. Ritengo quindi che sia questo, e non un non meglio precisato
disinnamoramento verso Bologna e il Bologna, il motivo del continuo rinvio del
suo viaggio in Italia, ora previsto a ridosso della visita di Papa Francesco a
Bologna. Torno a ripeterlo: ci sono degli angoli da smussare, ma siamo in
ottime mani. Buona partita a tutti.
Paolo Milito
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