La storia del calcio, in tempi recenti e
remoti, ci insegna che, trovatisi di fronte alla mancanza improvvisa di uno o
più giocatori a seguito di espulsioni, ci sono stati allenatori capaci di
rimodulare l’assetto tecnico-tattico della propria squadra al punto da riuscire
addirittura a vincere la partita, a dispetto dell’inferiorità numerica ( in tal
senso ricordo la nostra vittoria contro la Roma: dopo gli sconquassi arbitrali
noi, in sette, battemmo i giallorossi, rimasti in nove, provocando le
dimissioni di un furibondo Rudi Voeller ). In parole povere: è vero che, da una
parte, l’arbitro è stato un po’ troppo frettoloso nell’espellere Verdi al
quinto minuto ( oltretutto il nostro attaccante nello scontro incriminato ha
avuto la peggio, il che lascia molte perplessità sulla sua colpevolezza ), così
come dovrebbe rendere conto a qualcuno della ridicola manfrina col guardalinee
in occasione del secondo gol del Cittadella, a dispetto dei mezzi tecnologici a
disposizione, ma dall’altra i giocatori del Bologna non hanno fatto nulla per
evitare una figura di merda ( scusate il francesismo, ma non trovo termini più
esaustivi ) che resterà tragicamente negli annali. Io non ero allo Stadio, ma
chi mi ha raccontato via Messenger la partita mi ha riferito di un manipolo di
belle statuine di fronte alle quali il Cittadella dilagava al punto da sembrare
il Real Madrid !!! , con l’eccezione dello sventurato Mirante, grazie al quale
abbiamo evitato un passivo ben più vergognoso, e del nuovo acquisto Poli, che
sembrava un predicatore nel deserto. Dopo l’incoraggiante amichevole disputata
contro il Colonia, c’è stata una stucchevole involuzione. A parte il peggioramento
dei risultati numerici, ho notato un continuo riferimento, da parte di Donadoni
nelle conferenze-stampa, alla motivazione dei giocatori. Il che darebbe ragione
ai sussurri che ronzano da qualche tempo attorno alla squadra, tirando in ballo
l’insoddisfazione di molti dei nostri baldi giovani a vestire una maglia
ritenuta ormai di poco pregio. A pensar male si fa peccato, ma a questo punto
mi viene naturale ritenere che alla base di certi rifiuti ( Rincon, Palacio )
possa esserci un passaparola generato dall’interno ad opera di qualche
giovanotto che si ritiene sminuito nel far parte del Bologna, squadra che da
quarant’anni non vince più un beneamato cazzo, a dispetto dei soldoni che
puntualmente il 10 di ogni mese il Riccoscemo canadese versa a titolo di
stipendio. Cosa fare a questo punto del programma? Il tempo per rimediare c’è. Piuttosto
che ascoltare ancora Donadoni che parla di motivazioni come un disco
rotto, Fenucci, Bigon e Di Vaio
farebbero meglio a cercare un confronto con gli scontenti, anche con Destro, e
all’occorrenza a metterli alla porta, mettendo in pista dei ricambi sicuramente
più motivati ed entusiasti ( vabbè che sulle motivazioni ho qualche
perplessità: i calciatori di oggi mi devono spiegare per quale motivo sono più
contenti di giocare nel Sassuolo che in una Società capace, in passato, di
vincere sette Scudetti+uno, due Coppitalia e alcuni trofei internazionali;
emblematico, in questo senso, il caso di Floccari, che con noi non andava
neanche a calci in culo e a Ferrara si sta mangiando il mondo ). Di sicuro, i
nostri giocatori devono esser contenti di aver offeso, come hanno fatto ieri,
la tifoseria bolognese: in qualunque altro posto del mondo sarebbero stati
presi come minimo a mitragliate. Alla prima di campionato mancano ancora sette giorni:
chi può prenda provvedimenti, senza badare alle apparenze ed alle etichette. Lo
ribadisco per l’ennesima volta: sento la mancanza di Joe Tacopina, un soggetto
capace, in casi del genere, di tirare adeguati calci nel culo. Joey Saputo è un’acqua
TROPPO cheta, e il fatto che suo padre Lino, nei giorni scorsi, si sia ritirato
a vita privata dando la responsabilità gestionale degli affari familiari al
figlio minore Emanuele la dice lunga al riguardo. Mi auguro che sia comunque
capace di imporre una sterzata adeguata.
Paolo Milito
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