Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

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Il Bologna è la squadra del mio cuor...

lunedì 12 maggio 2014

Nel cuore del problema

Nella giornata di oggi l'Associazione Futuro Rossoblù, di cui faccio parte, azionista di minoranza del Bologna, ha emesso un duro comunicato in cui si chiedono le immediate dimissioni di Albano Guaraldi e di tutto il suo gruppo di cortigiani, Zanzi compreso. Si chiede inoltre allo stesso Guaraldi di rinunciare, con effetto immediato, al cospicuo appannaggio ( 500.000 euro circa all'anno ) che percepisce per esercitare il mandato presidenziale, ed a qualsiasi pretesa speculativa che riguardi il mandato stesso ( ergo: si deve scordare di imporre ad eventuali acquirenti la costruzione del famigerato Centro Tecnico ). Si richiede ai Soci azionisti di maggioranza di individuare fra di loro persone in grado di ricapitalizzare la Società e di rifondare la dirigenza per preparare una risalita immediata in Serie A ( fra le righe: toglietevi di mezzo e fate spazio a Zanetti ed a chi di calcio ne capisce più di voi ). Infine, il comunicato ricorda al presidente barbuto, se ce ne fosse bisogno, che la squadra ha meritato la Serie B ma la tifoseria è degna della Champions League. State tranquilli, fra noi e fra gli iscritti alle altre tre Associazioni azioniste di minoranza ci sono dei signori professionisti che conoscono bene le leggi; questo comunicato scaturisce da una prima serie di contatti al volo a seguito dei quali abbiamo deciso tutti insieme questo primo importante passo, intenzionati come siamo a vigilare sulle sorti del club. Parliamoci chiaro: la prima cosa da fare, in assoluto, è togliere di mezzo Guaraldi, con le buone o con le cattive. Qualcuno mi potrà obiettare che se l'arbitro Rocchi, ieri pomeriggio, ci avesse concesso solo uno dei due famigerati rigori ed avesse stoppato il contropiede catanese che ha portato al secondo gol dopo il fallaccio subito da Morleo, ora staremmo facendo altri discorsi. No, le cose non stanno così: questa retrocessione ha radici lontane, che partono addirittura da quel pomeriggio del dicembre 2010 in cui Giovanni Consorte, giustamente tutto contento, annunciò di aver creato il gruppo di imprenditori che avrebbe salvato il Bologna dal baratro sull'orlo del quale era stato condotto da Sergio Porcedda. Quel giorno Consorte commise l'errore di coinvolgere nel gruppo Albano Guaraldi, industriale del mattone o, come si dice dalle mie parti, palazzinaro. Questo soggetto, fin da subito, ha cominciato a gettare le basi per la costruzione di un nuovo Centro Tecnico, al solo scopo di trarne il massimo profitto, e ricorrendo a qualsiasi mezzo per riuscire nell'intento. Ecco così partire la fronda che avrebbe portato, nel giro di un mese, alle dimissioni da presidente di Massimo Zanetti, ufficialmente perchè si era dimostrato dispotico nell'esercitare le funzioni di comando, in realtà reo di aver bocciato immediatamente il progetto guaraldiano, ritenendo giustamente che le priorità della Società fossero ben altre. Poi sappiamo com'è andata: da una parte Guaraldi ha scalato le quote azionarie togliendo di mezzo chiunque potesse dargli fastidio, compreso quel Maurizio Setti andato poi ad investire i propri soldi con maggior soddisfazione in quel di Verona; dall'altra ha affidato la responsabilità gestionale ad un personaggio come Roberto Zanzi, dimostratosi totalmente incompetente ed incapace di gestire adeguatamente le situazioni contrattuali e di mercato. Ecco quindi stipulati contratti principeschi per giocatori indegni di essere chiamati professionisti, ed operazioni assolutamente sconcertanti. Basti pensare che il Bologna, anche negli anni delle retrocessioni, aveva sempre avuto fra i pali un grande portiere ( per esempio Pagliuca nel 2005 ), e con Zanzi si è ridotto a ricorrere ai buoni uffici di un suo parente dirigente della Roma per ottenere il prestito del non certo brillantissimo Curci, gratificato peraltro di uno stipendio che ora grida vendetta. Che dire poi del caso Toni, rifiutato per due volte nel giro di un anno solare, a beneficio prima della Fiorentina poi del Verona, il cui costo contrattuale ammonta esattamente alla metà di quello di Bianchi, sostituto di Gilardino dal rendimento semplicemente scandaloso; per tacere della svendita sistematica dei pezzi migliori, con cessioni operate quasi sempre a ridosso della chiusura del mercato, mettendo così in difficoltà l'allenatore che si trovava costretto di punto in bianco a ridisegnare gli schemi che aveva già collaudato, fino ad arrivare al capolavoro dell'operazione Diamanti-Cina portata a termine a mercato italiano chiuso e quindi nell'impossibilità di ottenere, magari solo in prestito, un adeguato rimpiazzo. Insomma, Albano Guaraldi ha dimostrato, in questi tre anni, come NON si guida una Società di calcio. Noi, come Associazione, faremo il possibile e l'impossibile per costringerlo a sparire, una volta per tutte, dall'orizzonte. Un primo passo l'abbiamo fatto. E non finisce qui.


Paolo Milito

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