Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

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sabato 10 maggio 2014

Aspettando il Catania

Verrebbe voglia di scrivere parole di fuoco nei confronti dei responsabili della tremenda situazione in cui il Bologna si trova in questo momento, ma il calcio in fin dei conti è solo un gioco, per cui, per quanto poco possa essere utile, andiamo a dare un'occhiata ai precedenti fra Bologna e Catania. Fra Serie A e B questa partita conta diciotto precedenti, con due sole vittorie catanesi e pochissimi pareggi. Curiosamente, da quando siamo tornati in Serie A, quasi sempre abbiamo dovuto fare i conti coi siciliani, sia in casa che in trasferta, nelle ultime giornate di campionato, quando cioè si dovevano necessariamente conquistare punti utili per la salvezza. In particolare nel 2009, quando il Bologna di Papadopulo battè il Catania per 3-1, assicurandosi una sofferta salvezza le cui basi poggiavano sul gol segnato al Torino, la domenica precedente, dal genoano Milito; nel 2010, invece, i Rossoblù, guidati da Colomba, pareggiarono 1-1 coi catanesi alla penultima, consolidando una posizione già messa al sicuro nella giornata precedente dall'autogol dell'atalantino Peluso. La vittoria del Bologna dei 51 punti, invece, non rientra in questo contesto giacchè fu ottenuta sì alla terzultima giornata, ma in trasferta. Dunque, Catania quasi sempre decisivo per il nostro destino. Il guaio è che la cabala ci dà conforto, ma la realtà recita un copione leggermente diverso: i siciliani vengono dalla discutibile e clamorosa vittoria ottenuta contro la Roma; i nostri scalcinati portacolori, domenica scorsa, hanno dimostrato di non essere capaci nemmeno di segnare nella porta LASCIATA APPOSITAMENTE VUOTA dagli avversari genoani !!! Seguo il calcio ormai da 43 anni, e non ricordo di aver mai visto, prima d'ora, un Bologna così disastroso in attacco. Anche negli anni conclusi con una retrocessione, bene o male qualcuno dei nostri si era sempre messo in luce, tanto da farci conquistare anche delle inutili vittorie ricche di reti a nostro favore. Questa volta no. La pochezza ed il pressapochismo dei dirigenti, Guaraldi in primis, fanno il paio con la quasi totale nullità degli attaccanti, a cominciare da Bianchi, ingaggiato per rimpiazzare Gilardino e rivelatosi il degno erede di Dino Fava, che a suo tempo sbarcò sotto le Due Torri intenzionato a mangiarsi il mondo e finì per realizzare la miseria di due gol, anche se gli va riconosciuto il merito della pesantezza, ai fini della promozione in Serie A, di quello messo a segno contro il Mantova. A questo punto non resta che stringerci ancora una volta attorno alla squadra, approfittando dell'iniziativa presa dalla Società di regalare biglietti d'ingresso e bandierine per fare il tifo ( anche se credo che tale percorso sia riconducibile più all'opera del Direttore Marketing Daniele Montagnani che ad una trovata di Guaraldi o di Zanzi ). Sempre tenendo ben presente che, dopo quanto successo a Catania ed a Firenze, una vittoria potrebbe non bastare. Per finire, torniamo sulle vicende societarie. E qui mi sorge un dubbio. Mi spiego: verso la fine di gennaio, quando appariva sempre più evidente che Diamanti stesse preparando le valige in direzione Cina, cominciarono a circolare voci sempre più insistenti che volevano Aldo Spinelli, presidente del Livorno, ed Enrico Preziosi, presidente del Genoa, intenzionati a rilevare il Bologna. Voci, come abbiamo poi visto, rivelatesi prive di fondamento. Adesso, con la rabbia dei tifosi Rossoblù sempre crescente, tanto che qualcuno si è spinto ad andare di notte sotto casa di Guaraldi, torna a prendere quota il nome di Spinelli, prossimo a vendere il Livorno. Francamente, a questo punto sono portato a credere che certe voci vengano alimentate dall'interno della Società stessa, al solo scopo di distogliere l'attenzione dall'obiettivo principale, ovvero una pesante e sacrosanta contestazione nei confronti del presidente barbuto. Affrontiamo dunque il Catania facendo finta di non vedere gli aspetti negativi: crederci fino in fondo non costa nulla, per fare i conti c'è sempre tempo.


Paolo Milito

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