Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

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sabato 27 ottobre 2018

NELLA TANA DEL SASSUOLO.


Dopo il sofferto pareggio ottenuto in casa contro il Torino, il calendario ci mette di fronte ad un derby, quello contro il Sassuolo. I neroverdi sono saliti ai “ piani alti “ del calcio solo in epoca recentissima, ragion per cui il confronto vanta appena quattro precedenti, tutti in Serie A e tutti a Reggio Emilia, con un bilancio favorevolissimo ai nostri colori: tre vittorie e una sconfitta. Fummo noi a regalare ai nostri avversari, il 20 ottobre 2013, la prima vittoria in Serie A, beccando gol da Floro Flores e Berardi, rispondendo con un rigore di Diamanti e con la sconcertante performance di Rolando Bianchi, che si fece scivolare sul petto, a porta vuota, il pallone del possibile pareggio. Da allora, però, abbiamo sempre vinto. Il 24 gennaio 2016, addirittura per 2-0, grazie ai gol di Giaccherini e Floccari. L’ultima volta, invece, è stata l’occasione per valorizzare le doti del giovanissimo Okwonkwo, del quale non abbiamo ancora potuto mettere a fuoco tutte le caratteristiche, pur confidando in una sua futura esplosione a grandi livelli. Dunque il passato ispira fiducia. Domani, però, nello “ scomodoso “ orario delle 12.30 e nell’ancor più “ scomodosa “ collocazione televisiva di DAZN, entreremo nella tana di un’avversaria che ci precede di nove posizioni in classifica, che da anni ottiene successi anche internazionali e viene additata a modello dalle società di medio e piccolo cabotaggio. Proprio noi, che, a quanto pare, non sappiamo tradurre in fatti concreti il vantaggio di avere alle spalle un proprietario facoltoso. In realtà, questa storia del magnate taccagno lascia un po’ il tempo che trova: Saputo, lo ribadisco per l’ennesima volta, ha sborsato una cifra spaventosa per ripianare un buco di bilancio che si trascinava da secoli e che, nel 2008, aveva messo paura ad un chirurgo plastico di fama mondiale, provocandone la fuga a gambe levate e facendo naufragare il primo progetto bolognese di SuperJoe Tacopina; se adesso, giustamente, cerca di aumentare il rapporto fra spesa e resa, più che con i soldi dobbiamo prendercela con le persone. E il discorso non è semplice. La storia recente ci insegna che, degli ultimi tre Direttori Generali, il migliore è stato Filippo Fusco, a dispetto dei due nomi altisonanti che sono venuti dopo di lui. Non dobbiamo dimenticarci, però, che Fusco lo ha chiamato Guaraldi, e lo ha fatto con colpevole ritardo, all’indomani dell’ultima retrocessione, aggiungendo al danno la beffa di far sapere al mondo che ne era amico da almeno dieci anni prima, con le ovvie considerazioni che questo particolare suggerisce, specie pensando ai disastri realizzati dall’uomo mercato di Guaraldi, ovvero Zanzi. Il problema è che la brillantissima idea di proporre una coabitazione tra Fusco e Pantaleo Corvino, subito sdegnosamente rifiutata dall’Avvocato napoletano, l’ha avuta Claudio Fenucci, sbarcato sotto le Due Torri con la fama di personaggio vincente e rivelatosi invece molto incline ai passi avventati, per non dire falsi. Tanto che lo stesso Tacopina, a denti stretti, ha ammesso di avere sbagliato ad ingaggiarlo. Certo, con le recriminazioni non si costruisce granchè; adesso, come giustamente sottolineato da Andrea Poli, dobbiamo pensare ad andare avanti con quello che abbiamo in casa, che comunque non è tutta roba da buttar via, in attesa di impostare, magari già a gennaio, una vera campagna di rafforzamento, magari facendo già allora chiarezza sulla posizione di Mattia Destro, che anche sui campi di Casteldebole sembra sempre di più un convitato di pietra. Per finire, in risposta a chi spera nel primo lampo dell’ex Falcinelli, io rispondo che è meglio sperare in una giornata di appannamento dell’ex Di Francesco, uno che non avrei fatto andar via in quel modo disinvolto. Buona partita a tutti.  

Paolo Milito


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