Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

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Il Bologna è la squadra del mio cuor...

sabato 18 febbraio 2017

ANDIAMO AVANTI.

Domani a mezzogiorno va in scena la madre di tutte le partite, quella da cui si dipanano tutte le storie che hanno caratterizzato la storia ultracentenaria del nostro club. Tra Serie A e Coppa Italia il confronto vanta qualcosa come 82 precedenti, con 34 vittorie del Bologna, 33 dell’Inter e 15 pareggi. Il precedente più famoso e clamoroso, comunque, non si è giocato al Dall’Ara, trattandosi dello spareggio-scudetto disputato a Roma il 7 giugno 1964 e vinto dai nostri eroi per 2-0, gol di  Fogli e Nielsen. Un altro precedente favorevole è anch’esso dovuto, più che al punteggio, al fatto di essere uno spareggio: il 30 maggio 1999 vincemmo la gara di ritorno di un confronto resosi necessario per l’assegnazione di un posto in Coppa UEFA, dovendo stabilire la terza classificata di Coppa Italia; 2-1 il risultato finale, per noi segnarono Bettarini e Signori, i nerazzurri replicarono con Ventola quasi sul fischio finale. Nel corso degli anni, comunque, abbiamo trovato anche il tempo di vincere con un punteggio fragoroso: il 30 marzo 1941 il Bologna di Felsner, destinato allo Scudetto, si impose per 5-0, doppiette di Biavati e di Reguzzoni con l’aggiunta di un gol di Puricelli. Per contro, il 21 maggio 1989 l’Inter dei record di Giovanni Trapattoni concluse alla grande la propria cavalcata rifilandoci un umiliante 6-0, dovuto alle doppiette di Serena e Diaz a cui si aggiunsero i gol di Matthaus e Matteoli. Da notare che per ben cinque volte il risultato finale è stato di 2-2, a cominciare dalla prima volta in cui le due squadre si sono affrontate nel girone unico. Dunque, in base ai precedenti possiamo dire che il fattore campo in questo caso è inesistente, essendo il bilancio sostanzialmente in pareggio. In base alla realtà dei giorni nostri … Lasciamo perdere. Tutto lascia temere che, se continua l’andazzo delle ultime tre uscite e l’Inter di Pioli si mette a fare l’Inter di Pioli, questi ci asfaltano. Come abbiamo potuto amaramente constatare a Genova, questa squadra ha dei forti limiti caratteriali: se da un lato è vero che il rigore concesso alla Sampdoria era del tutto inventato, come ha finito per ammettere a denti stretti anche il designatore arbitrale Nicchi, dall’altro è innegabile che la reazione opposta dai nostri giocatori è stata disarmante. In un momento in cui sarebbe stato necessario tirare fuori gli artigli, i nostri si sono squagliati come neve al sole, perdendo definitivamente la bussola, la faccia e la partita. Per nostra fortuna quest’anno ci sono tre squadre nettamente peggiori, ma a lungo andare questa scusa di comodo potrebbe stancare qualcuno, dando vita ad aspre contestazioni dalle conseguenze spiacevoli e forse difficilmente controllabili. Tutti stiamo cercando di capire, supposizioni se ne fanno tante, ma la sostanza non cambia: la nostra barca fa acqua da tutte le parti, e lo stesso Mister Donadoni, solitamente pacato, comincia a perdere la pazienza. Immaturità di alcuni soggetti? Qualcuno rema contro per chissà quale motivo ( non certo economico, visto che Saputo paga bene e puntualmente )? Di sicuro è necessario che i baldi giovani restino concentrati per tutta la partita, anziché mandare il cervello in ferie nel quarto d’ora finale, come troppo spesso è accaduto finora. Poi, ovviamente, la dirigenza dovrà fare chiarezza sul cosiddetto progetto, magari arrendendosi all’evidenza, salutando Destro e cercando un altro punto di riferimento su cui poggiare le basi per il futuro. Per rispetto ai nostri colori, al tempo che tutti noi perdiamo dietro alle vicende della squadra e ai tantissimi soldi scuciti da Saputo. Incoraggiante, in questo senso, l’uscita di Fenucci riguardo alla possibilità di prolungare di un anno la permanenza di Dzemaili sotto le Due Torri, anche se da sola non basta. Intanto, andiamo avanti.


Paolo Milito

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