Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

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Il Bologna è la squadra del mio cuor...

venerdì 9 settembre 2022

CATTIVI PENSIERI.

Nella vita, si sa, la realtà si rivela molto spesso diametralmente opposta rispetto alle più rosee aspettative. Joey Saputo, per quel che mi riguarda, non sfugge a questa regola. Al momento di sbarcare sotto le Due Torri, il magnate italo-canadese aveva suscitato in me, come nel resto della Grande Famiglia Rossoblù, grandissime speranze, che negli anni si sono via via frantumate fino a raggiungere lo strazio degli ultimi giorni. Nel corso di questi anni Saputo si è reso progressivamente indigesto, in contrapposizione alla magnanimità con cui aveva messo mani al portafoglio riportando i conti in ordine, mettendo alla porta Filippo Fusco ( che aveva dato prova di esser capace di realizzare miracoli ), allontanando Joe Tacopina al primo accenno di dissenso, prendendo a calci nel culo una colonna del calcio come Walter Sabatini e chiudendo nel malo modo che sappiamo il rapporto con Sinisa Mihajlovic dopo aver gestito in maniera impeccabile la prima fase della malattia del tecnico serbo. E adesso, come se non bastasse l’aver fatto fuori Sinisa senza un valido motivo, gli Allegri Tirapiedi di Joey completano l’opera mandando in campo la squadra contro la Fiorentina, ossia NEL TRADIZIONALE DERBY DELL’APPENNINO !!!!!, senza un timoniere ufficiale, affidandosi alla buona volontà di Vigiani e Magnani, che per quanto possano essere preparati non hanno certo il polso adeguato per governare a dovere una truppa sconclusionata come è il Bologna attuale ( o almeno così sembrerebbe, a giudicare dalla “ pregevole “ acrobazia che ha consentito a Schouten di portare sul 2-1 lo Spezia domenica scorsa ). In questo inizio di stagione, la squadra appariva messa in campo molto bene, però risentiva delle cessioni importanti. Non solo, la lentezza di alcune procedure burocratiche ha costretto il tecnico serbo a rinviare più volte il debutto dei nuovi arrivati. Aggiungiamo lo stucchevole comportamento del portiere, che nella sua Nazionale precede, nelle gerarchie, un tizio che nella Juve ha vinto CINQUE SCUDETTI CONSECUTIVI, ma che con noi non è degno di essere Lukasz se non macchia ogni partita con una deleteria dormita al momento meno opportuno, e le immancabili sviste arbitrali a vantaggio delle Grandi, e il quadro è completo. Saputo & C. sono stati capaci di cacciare via l’allenatore di una squadra in cui gioca IL CAPOCANNONIERE DEL TORNEO !!! Insomma, bastava avere un paio di settimane di pazienza, e tutto sarebbe andato a posto. Invece no. Si sono sommati la tradizionale impazienza di certi settori pseudo-intellettuali bolognesi, capaci in passato di non dare tempo e spazio, oltre che a Perani, Zaccheroni e allo stesso Sinisa della prima esperienza, a quel Pioli capace in seguito di riportare il Milan a livelli euromondiali, con la strana frenesia del nuovo direttore generale Sartori, terrorizzato dalla possibile dipartita di Sinisa in corso d’opera. Mettiamoci pure una certa incompetenza di fondo di Saputo, che anche in Canada incappa spesso in certi infortuni formali e di stile, e il quadro è ancor più completo. Certo, magari Thiago Motta, Ranieri o chi per loro riusciranno dove Sinisa ha fallito ( vedi l’impresa di Leicester del tecnico romano ), con un po’ di fortuna potremmo anche tornare finalmente a far tremare il mondo, o forse solo l’Italia, ma in questa occasione l’intera dirigenza del Bologna è incappata in una bruttissima caduta di stile. E il ritardo nel rimpiazzare il Mister licenziato non migliora certo la situazione, anzi. Miglior figura ha fatto invece De Zerbi, rifiutando con grande classe il ruolo di avvoltoio predestinato. La settimana scorsa avevo tirato in ballo l’esempio di Mourinho, capace di prendere sei gol in Europa contro una tradizionale squadra-materasso norvegese; nel frattempo, lo sapete, il portoghese ha compiuto un’altra impresa epica imbarcando quattro pappine dall’Udinese. Quindi, ancor di più non riesco proprio a comprendere la filosofia che ha portato alla cacciata di Sinisa. Ragion per cui, stavolta non mi soffermo a rievocare i precedenti della partita che ci attende domenica: sarà durissima, e contro questa condizione di precarietà non c’è cabala in grado di raddrizzare le prospettive. Non ci resta che andare in campo e limitare i danni, in attesa di giorni migliori.



Paolo Milito




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