Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

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Il Bologna è la squadra del mio cuor...

mercoledì 11 maggio 2022

UN GIORNALISTA SERIO

Primavera 2007. Un lunedì mattina, Claudio Beneforti pubblica su “ Stadio “ un’indiscrezione: Claudio Bellucci, Capitano del Bologna, si è accordato in gran segreto con la Sampdoria. La sera stessa, al “ Pallone nel 7 “, Bellucci, avendo visto in studio Beneforti, telefona in trasmissione e lo prende a male parole. Il sabato successivo, al “ Pallone Gonfiato “, lanciano un sondaggio telefonico chiedendo ai tifosi se stavano dalla parte di Bellucci o da quella di Beneforti. A quel punto, mi viene la malaugurata idea di partecipare al sondaggio. Ebbene: il centralino di E’Tv mi mette in attesa, mi passa da una soneria-intervallo all’altra per diciotto volte, infine vedo un tizio entrare in studio con un carrellino e dire qualcosa nell’orecchio di Alberto Bortolotti. Il quale allunga una mano verso il carrellino, su cui era appoggiato un telefono, alza la cornetta e … “ Pronto ??? “ Siccome all’altro capo c’ero io, , mi scappa un “ Porcazzozza, m’hanno passato Bortolotti !!! “ “ In effetti sono io, ma tu chi sei ??? “ “ Milito “. “ E và mo là, che io sono Maradona !!! “ e mi sbatte il telefono in faccia. A questo punto devo chiarire doverosamente che in quel periodo ero un assiduo frequentatore dei programmi di E’ Tv in cui si poteva intervenire tramite sms e parlare del Bologna. Sta di fatto che, non so come, da dietro le quinte, o forse dalla redazione, si fa sentire Stefano Biondi dicendo, più o meno, che Bortolotti aveva fatto un autogol, cacciando in malo modo un ragazzo che li seguiva dall’Umbria in un momento storico in cui c’era una grave crisi di vocazioni Rossoblù. Risultato finale: vengo ricontattato, e mentre Bortolotti non osava mettersi in comunicazione, Giancarlo Monari mi fa un lungo discorso cospargendosi il capo di cenere, facendomi capire che riteneva di avermi offeso. In realtà mi stavo ammazzando dalle risate, e ho continuato a ridere per un paio d’ore ancora: sono abituato a certi siparietti generati dalla mia omonimia col calciatore argentino !!! Ve ne racconto un’altra: in una puntata del Pallone nel 7, ospite Marino Perani, mando un sms rivolgendogli una domanda ironica riferita al periodo in cui era chiamato “ Mister Prezzemolo “. Sabrina Orlandi, leggendo l’sms, rimane un attimo interdetta; da dietro le quinte spunta Stefano Biondi, suo marito, che afferra il telefono, legge il messaggio e lo porta sotto il naso di Perani. Il quale scoppia a ridere e mi risponde in modo scherzoso. Passa qualche minuto e mi accorgo, leggendo il labiale ( la mia specialità, essendo quasi completamente sordo ), che Biondi sta dicendo alla moglie : “ Guarda che in trasmissione devi leggere tutti i messaggi che arrivano, non solo quelli che ti pare. Quello che volevi fare te si chiama censura “. Lì per lì ho pensato ad una coincidenza, ma a fine trasmissione mi arriva un sms in cui Biondi si scusa per l’accaduto. Da lì sarebbe partita tutta una serie di contatti che, negli anni, mi ha portato ad avere continui scambi di vedute con Tifosi Rossoblù di ogni ordine e grado, da Alessandra Sportelli Negrini a Paolo Graziani, passando da Massimo Turricchia e Mario Piromallo, per arrivare ai “ piani alti “, ossia il grandissimo Civ, Giorgia Mattioli, Marco Montanari e tanti altri ancora. Ho avuto modo di confrontarmi tante altre volte con Biondi, e ne sono venute fuori sempre delle situazioni piacevoli e costruttive. Per un caso fortuito, mi son trovato a passare da Bologna il giorno in cui, alla Feltrinelli, veniva presentato il libro dove Biondi ha sintetizzato la grande impresa messa in piedi da Gianni Consorte, ovvero la maxi-colletta con la quale tutti insieme abbiamo salvato il Bologna dal fallimento dopo il disastro-Porcedda. E ovviamente sono uscito da lì col libro in mano e la soddisfazione di aver conosciuto di persona l’autore. Andando verso la prosecuzione di un’avventura che continua ancora oggi: dopo l’avvento degli Amerikani, noi delle Associazioni abbiamo comunque conservato una quota del Capitale Sociale, e se chiediamo udienza la otteniamo, tranquillamente. Che dire, oggi se n’è andato, un po’ troppo presto, un personaggio che, a differenza di altri soggetti, non mi ha mai lasciato con la sensazione di aver a che fare con un dietrologo alla perenne ricerca di caterve di zizzania da seminare. Non aggiungo altro. Non sono bravo a produrre coccodrilli farciti di retorica e frasi fatte. Posso solo rammaricarmi di aver subìto una gran perdita, e rivolgere a Stefano un grande ringraziamento per tutto quello che ha fatto nella vita.

 
Paolo Milito


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