Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!

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sabato 8 giugno 2019

LA SORPRESA IN SERBO.


… o forse, chissà, in croato, visto che l’ex Jugoslavia era un consistente miscuglio di razze, etnie, dialetti e linguaggi vari. Scherzi a parte, negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare della firma di Mihajlovic che tardava ad arrivare, e fra le possibili cause del ritardo la più gettonata era una spropositata richiesta di soldi. Andiamo per gradi. Al momento di accettare l’incarico di tentare un’impresa impossibile, rifiutata a priori da tecnici di presunto valore galattico ( mi riferisco, in particolare, all’ex c.t. dell’Albania De Biasi, che rispondendo alle domande di un giovane cronista di “ Stadio “ aveva, di fatto, invitato la dirigenza del Bologna a mettersi l’anima in pace pensando già da quel momento ad allestire una squadra in grado di vincere il prossimo campionato di Serie B ), il tecnico serbo di tutto aveva parlato fuorchè di soldi, accontentandosi, per amicizia e affetto verso la città e la tifoseria, di una cifra ben al di sotto del minimo sindacale, forte anche della somma ingente che prevedeva dovesse arrivargli ( e in effetti pare che stia per accadere ) dallo Sporting Lisbona, reo di averlo sedotto e abbandonato per semplici manovre interne di tipo elettorale. Sinisa si era riservato altresì, una volta finito il campionato, di potersi guardare intorno, a prescindere dall’esito relativo al Bologna, per vedere se qualche grosso club, anche straniero, ritenesse di volerlo mettere alla prova. Cosa che puntualmente è avvenuta. Mihajlovic viene dipinto erroneamente come un personaggio grossolano, crudo e cavernicolo. In realtà è dotato di un’intelligenza e di una scaltrezza straordinarie, che nella vita gli hanno consentito di raggiungere traguardi notevoli. Ecco quindi che, una volta portata a termine quella che resterà nei secoli come un’impresa straordinaria, si è dato la fatidica occhiata intorno, e una volta constatato che dietro la sua porta non c’era una fila chilometrica, ha agito di conseguenza. Fra i giornalisti  specializzati, c’è stato chi si è limitato a riferire gli eventi, e chi invece ha preferito aggiungere del suo, spesso parlando a sproposito: vorrei conoscere, per esempio, la fonte sicurissimamente attendibile da cui Furio Zara aveva appreso che Sinisa aveva già da un pezzo firmato per la Roma, e stava prendendo solennemente in giro dirigenti e tifosi Rossoblù. Così come, pur continuando a nutrire grande stima e rispetto per Gianfranco Civolani, non mi sta bene quando definisce il tecnico serbo avido ed esoso. Se andiamo a ben guardare, Mihajlovic si è limitato a spuntare un contratto leggermente più sostanzioso di quello che gli era stato proposto da Joey Saputo, pur sapendo che in giro c’è gente che, per ottenere risultati di gran lunga inferiori a quelli da lui realizzati nell’esaltante seconda parte di questa stagione, ha percepito ingaggi di gran lunga superiori. In parole povere, ha solo cercato di vedersi riconosciuto un minimo di merito. Pretesa più che legittima. Da ora in poi le chiacchiere stanno davvero a zero: Sinisa ha firmato per tre anni, e il nuovo boss Sabatini gli ha già messo a disposizione la conferma di soggetti come Soriano e Sansone, oltre ad impegnarsi concretamente per trattenere Orsolini e tentare di strappare Lyanco al Torino. La sosta estiva è appena cominciata, e c’è tutto il tempo per allestire una squadra che possa davvero garantirci, quanto meno, una permanenza stabile nella parte sinistra della classifica. Per adesso, festeggiamo la conferma di Mihajlovic, che è un grandissimo punto di partenza.

Paolo Milito


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