Paolo Milito
Una lettera aperta alla nostra squadra del cuore... Per parlare, capire, confrontarci ed essere uniti... Senza alcuna ambizione, ma solo per amore... Noi ci siamo, ragazzi, siamo sempre presenti... Lottiamo, corriamo e soffriamo con voi... Perchè sempre e comunque FINO ALLA FINE, FORZA BOLOGNA!!!
Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!
sabato 10 ottobre 2015
SOLI SOLETTI.
In settimana
mi è capitato di imbattermi, sul satellite, in un programma trasmesso da un’emittente
pugliese. Ad un certo punto, sono stati riproposti i filmati relativi ad una
ventina di azioni dalla dinamica molto simile a quella che ha portato all’assegnazione
del calcio di rigore, domenica scorsa, in favore della Juventus. Ebbene, in
NESSUN caso l’arbitro ha fischiato il rigore, anzi in un paio di occasioni l’attaccante
di turno ha rimediato pure un bel giallo per simulazione. Dico questo per
riportare sulla terra tutti coloro che già gridano alla catastrofe, che vedono
il Bologna retrocesso con sette mesi di anticipo, senza tener conto dei vari
contrattempi occorsi fin qui. A dispetto delle varie magagne, è un dato di
fatto che fino a quel momento i nostri ragazzi avevano tenuto testa ai più
blasonati rivali, e senza quell’aiutino scellerato elargito dall’arbitro
avrebbero avuto buone possibilità di condurre in porto almeno un pareggio, anziché
squagliarsi come neve al sole. Tant’è: Ferrari ha semplicemente appoggiato una
mano sulla spalla di Morata, e lo spagnolo ha preso il volo per poi schiantarsi
al suolo ( dovranno spiegarmi come sia stato possibile un simile fenomeno
cinetico ); risultato finale: ultimi in classifica con tre miseri punticini all’attivo.
Possiamo recriminare sui mancati arrivi di Defrel e Duncan, che stanno facendo
volare il Sassuolo. Non so fino a che punto sia lecito prendersela con Corvino:
è vero che ha ingaggiato gente che poteva restare benissimo dov’era, tipo
Crisetig, Giaccherini o Rossettini, ma è altrettanto vero che ha scovato
Mounier, Donsah e Diawara, oltre ad aver ingaggiato Brienza a prezzo stracciato:
dunque non è un vecchio rincoglionito come tanti si affannano a sostenere in
questi giorni. Di certo avrebbe fatto meglio a sollecitare subito Joey Saputo
ad allargare i cordoni delle borse, invece di aspettare gli ultimi giorni di
mercato, quando ormai molti treni importanti erano già passati; non dobbiamo
dimenticare, però, che il DS pugliese ha dovuto fare i conti con i famosi rifiuti
dei campionissimi emergenti oltre che con intoppi indipendenti dalla propria
volontà, come l’arresto di un magnate croato che gli ha impedito di portare a
Bologna Marko Pjaca. Personalmente, mi sento di rimproverargli la mancata
conferma di Matuzalem, Sansone e Laribi ed i mancati ritorni di Diamanti e
Gilardino, dovuti soprattutto ad una scarsa convinzione nell’impostare le
trattative. Ma Corvino non è un principiante; sicuramente avrà tratto
insegnamento da quanto accaduto, e nel mercato di gennaio saprà sicuramente
porre rimedio alla situazione. Intanto a gennaio dobbiamo arrivarci limitando i
danni. Da più parti sento invocare un cambio di allenatore. A mio avviso
sarebbe più opportuno che la squadra segua con più attenzione le indicazioni di
Delio Rossi: in certi momenti sembra proprio che il riminese predichi nel
deserto. Certo, anche lui qualcosa ha sbagliato: quando ha schierato Crimi
contro la Lazio, quando ha insistito ad impiegare l’inconcludente Rossettini,
addirittura promosso capitano ( eppure, incredibilmente, la Fiorentina ne ha
sondato la disponibilità per un trasferimento a gennaio !!! ), quando ha
mandato in campo Giaccherini non ancora ristabilitosi da un precedente
infortunio. Sono maggiori, comunque, le attenuanti a suo favore: l’aver avuto a
disposizione la squadra definita e definitiva con notevole ritardo, la giovane
età e quindi l’inesperienza di gran parte dei giocatori, qualche evidente
errore da parte dei preparatori atletici ( altrimenti non si spiegano i troppi
infortuni muscolari e la scarsa tenuta alla distanza ). Il fatto di dover fare
i conti con Saputo potrebbe essere un’arma a doppio taglio: il magnate canadese
è abituato ad un campionato in cui non esistono le retrocessioni, per cui è
portato a non caricare il tecnico di pressioni eccessive. Giusta la decisione
di lasciar lavorare Rossi in pace; sarà meglio, però, non aspettare troppo
tempo: meglio chiamare subito a rapporto la truppa esortandola a maggior
concentrazione ed impegno, lasciando la possibilità di sostituire il tecnico
come l’ultimo cassetto da aprire in caso di estrema necessità. Per finire, oggi
compie gli anni Julio Cruz. Questa circostanza mi ha fatto tornare in mente la
sua prima disastrosa stagione in maglia Rossoblù: qualche dirigente evitò il
linciaggio per un pelo. I vari Baggio, Signori, Di Vaio e Gilardino ci hanno
abituato troppo bene, dimostrando subito di che pasta fossero fatti ( Di Vaio
addirittura fu schierato contro il Vicenza, in Coppa Italia, appena sceso dal
treno e segnò subito un gol decisivo ), mentre il lungagnone argentino ha
dovuto aspettare la seconda stagione per diventare un idolo della tifoseria. Quindi
inviterei un po’ tutti a non crocifiggere Mattia Destro; è vero, negli ultimi
tempi siamo rimasti scottati dai flop di Acquafresca e Rolando Bianchi, ma abbiamo
davanti ancora gran parte della stagione, e qualche volta nella vita è più
utile guardare avanti con ottimismo. Resta il desolante ultimo posto in
classifica, ma ci sono le condizioni per migliorare e con l’impegno di tutti ci
si riuscirà.
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