E fu così che sotto le Due Torri sbarcò
Donadoni, ovvero l’altro Roberto, non quello ( Mancini ) che staziona tuttora
in cima alle preferenze di Joey Saputo. Non è la prima volta che sulla panchina
Rossoblù prende posto un ex C.T.: nei primi Anni ’70 Edmondo Fabbri ottenne
degli ottimi risultati, che quasi certamente sarebbero diventati stratosferici
se un brutto giorno un certo Romeo Benetti non avesse triturato un ginocchio a
Franco Liguori. Anche per quanto riguarda l’avvicendamento dei tecnici stiamo
assistendo ad un film già visto: nel 2008 un Bologna in difficoltà salvò
momentaneamente la panchina di Daniele Arrigoni rifilando una solenne vagonata
di bastonate ad una Lazio fino a quel giorno lanciatissima, salvo poi
naufragare la settimana successiva sotto i colpi del Cagliari provocando il
licenziamento in tronco del tecnico, al quale lo spogliatoio era ormai sfuggito
di mano. Nel caso di Delio Rossi non è dato sapere se la squadra abbia remato
contro. Di certo, il riminese può recriminare per diversi motivi: la squadra
nell’assetto definitivo gli è stata consegnata con notevole ritardo; la
preparazione atletica non dev’essere stata delle migliori, tanto è vero che si
sono verificati infortuni muscolari a valanga e nel complesso la squadra ha
sempre subito vistosi cali di rendimento nei finali di partita, eccezion fatta
per la vittoriosa trasferta di Modena; in almeno tre occasioni la sconfitta è dipesa
da rimpalli assassini, e nelle ultime due partite Mattia Destro ha sbagliato
due facilissime occasioni sparando sul portiere ormai fuori causa anziché
ricorrere a dei facili pallonetti, sintomo di mancanza di lucidità nei
momenti-chiave. Da qualche parte ho visto scritto che “ Delio Rossi non ha dato
un gioco a questo Bologna “. A mio avviso un’affermazione del genere è
impropria: se le partite fossero durate solo 45 minuti, avremmo almeno 10 punti
in classifica, segno evidente che nei primi tempi la squadra ha tenuto il campo
in maniera decente e che quindi il tecnico riminese non aveva lavorato poi così
male. L’arrivo di Roberto Donadoni non mi entusiasma eccessivamente: nelle sue
precedenti esperienze, in particolar modo alla guida della Nazionale, non mi è
sembrato un grande condottiero. Giusto nel caso del Parma può essergli concessa
l’attenuante del disastro portato a compimento dai dirigenti del club ducale.
Ormai, comunque, la frittata è fatta: l’ex milanista è il nostro nuovo allenatore.
Dalla sua ha un vantaggio non di poco conto: nel suo percorso bolognese Delio
Rossi è stato sicuramente condizionato dai debiti di riconoscenza nei confronti
di Corvino e Fenucci, Donadoni questi condizionamenti non ha modo di temerli,
per cui potrebbe anche sfidare le ire corviniane azzardando qualche manovra un
po’ temeraria, tipo l’accantonamento in tribuna di Rossettini e Destro o il
rilancio di Franco Zuculini. Per completezza d’informazione, va detto che nelle
ultime ore Saputo ha esternato delle perplessità anche nei confronti
dell’operato di Corvino, la cui posizione si sarebbe fatta precaria. Tant’è; a
noi tifosi non resta che attendere l’evolversi della situazione, salutando con
un po’ di rammarico Delio Rossi ed augurando a Donadoni di condurre la barca Rossoblù
in un porto più confortevole di quello in cui si trova attualmente.
Paolo Milito
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