Paolo Milito
Una lettera aperta alla nostra squadra del cuore... Per parlare, capire, confrontarci ed essere uniti... Senza alcuna ambizione, ma solo per amore... Noi ci siamo, ragazzi, siamo sempre presenti... Lottiamo, corriamo e soffriamo con voi... Perchè sempre e comunque FINO ALLA FINE, FORZA BOLOGNA!!!
Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!
sabato 31 ottobre 2015
LA PRIMA DI DONADONI.
Non so
se Roberto Donadoni pensi in cuor suo che questo sia il migliore o il peggior
debutto che gli potesse capitare; di sicuro domani siederà per la prima volta
sulla panchina Rossoblù affrontando l’Atalanta, ovvero il suo passato più
importante, la squadra delle sue origini, in cui è cresciuto e da cui ha poi
preso il volo verso i grandi successi che hanno costellato la sua carriera da
calciatore. Tra Serie A, Serie B e Coppa Italia il confronto vanta 53 precedenti,
con 32 vittorie del Bologna, 7 dell’Atalanta e 14 pareggi. Per ben due volte
abbiamo travolto i nostri avversari col sonoro punteggio di 5-0: il 29 maggio
1960, con una doppietta di Sergio Campana, primo storico sindacalista del
calcio italiano, a cui si aggiunsero le reti di Fascetti, Demarco e Pivatelli,
e il 7 gennaio 1968, doppietta di Pascutti e gol di Tentorio, Perani e Fogli.
Piuttosto robusta anche la maggior vittoria dei bergamaschi: l’11 settembre
1949, prima giornata di quel campionato, i nostri eroi furono sommersi da un
fragoroso 6-2, in cui spiccarono una tripletta di Hansen e una doppietta di
Soerensen; l’atalantino Randon e i nostri Cappello e Mike segnarono le altre
reti. Dunque, tolto quest’ultimo rovescio la tradizione ci è ampiamente favorevole.
I nostri avversari, rigenerati dalla cura di Edy Reja dopo un campionato
vissuto pericolosamente, sono attualmente al settimo posto, e sembrano
intenzionati a voler rimpinguare ulteriormente il bottino di punti in
classifica. Noi, per contro, siamo freschi di cambio di guida tecnica. Uscito di
scena Delio Rossi, le cui responsabilità nella disastrosa situazione di
classifica sono a mio avviso minime, è arrivato al suo posto Donadoni. Accolto
dalla tifoseria in maniera tiepida, il nuovo tecnico ha tenuto a precisare che
non firmerebbe per il diciassettesimo posto, essendo convinto che la squadra
abbia un notevole potenziale tecnico. Inoltre ha affermato di non voler
stravolgere il lavoro di Rossi, e a conferma di ciò ha cenato con lui
approfittando dell’occasione per informarsi meglio sull’ambiente e sulla
consistenza degli elementi a disposizione. Lo attende un lavoro lungo e
difficile, che dovrà necessariamente essere corroborato da un’efficace campagna
acquisti a gennaio, in cui Pantaleo Corvino dovrà giocoforza agire in maniera
ben diversa rispetto a quanto fatto in estate. Sì, ho detto Pantaleo Corvino, e
vi spiego perché: è vero, nei giorni scorsi erano girate insistenti voci di
siluramento nei suoi confronti; la sua presenza alla presentazione di Donadoni,
però, denota la volontà, soprattutto da parte di Joey Saputo, di andare avanti
ancora sotto la guida del DS salentino. Va detto che anche Saputo sta rivedendo
le proprie convinzioni: in estate aveva detto che mai e poi mai avrebbe
trasferito Didier Drogba dagli Impact al Bologna, ritenendolo ormai fuori causa
per il durissimo campionato italiano; nelle ultime ore, invece, pare proprio
che stia tenendo in seria considerazione questa eventualità. Che dire: in fin
dei conti siamo solo a fine ottobre, la strada è ancora lunga da percorrere, il
tempo per rimediare ai disastri c’è. Sta al tecnico e ai dirigenti percorrere
questo cammino nella maniera più appropriata.
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