In queste stesse ore, quarantuno anni fa, allo Stadio Olimpico di Roma il Bologna conquistava la sua seconda Coppa Italia, che sarebbe stata l’ultimo grande traguardo conquistato dalla nostra squadra. Il responsabile dell’Ufficio Stampa del Bologna, Carlo Caliceti, probabilmente non ha ricordi diretti dell’avvenimento ( è molto più giovane di me ), e da due anni a questa parte insiste nel dire, sul sito ufficiale Rossoblù, che il risultato di 1-1 maturò nei tempi supplementari. Oggi qualcuno ha corretto il tiro, ma qualche imprecisione persiste. Purtroppo per Caliceti quella sera io ero sugli spalti dello Stadio Olimpico di Roma, per cui mi permetto di raccontarvi, almeno dal mio punto di vista ( avevo otto anni ) come andarono realmente le cose. Quell'anno la finale si giocava in gara unica all'Olimpico di Roma ( che si trova ad un tiro di schioppo dalla mia Foligno ); quando si ebbe la certezza che il Bologna sarebbe stato della partita, mio padre si prese un giorno di ferie per non mancare all'appuntamento del 23 maggio, un mercoledì. Si giocava contro il Palermo, allora in Serie B. Allo stadio prendemmo posto nel settore Distinti, circondati da numerosi tifosi venuti appositamente da Bologna. La nostra squadra aveva appena concluso il campionato all'ottavo posto, pareggiando in casa l'ultima partita contro la Lazio fresca di scudetto; sulla carta, dunque, l'impegno si presentava abbastanza facile. Invece, dopo circa venti minuti di "studio" da entrambe le parti, il Palermo passa in vantaggio con un gol dell'ex interista Magistrelli. Non vi dico la reazione degli amici bolognesi: parlavano in dialetto, quindi non capivo cosa stessero dicendo, ma dal tono concitato si intuiva che non stessero rivolgendo dei complimenti ai giocatori!!! Da quel momento in avanti i rossoblù cercarono con ogni mezzo di pervenire almeno al pareggio, sprecando diverse occasioni. Mi è rimasto impresso, in particolare, un episodio avvenuto circa a metà del secondo tempo: proiezione in avanti del palermitano Cerantola ( ... sì, proprio colui che vent'anni dopo si sarebbe presentato come allenatore al servizio di Casillo ... ), assist verso Magistrelli e tiro al volo, con impeccabile chiusura in fallo laterale di Tazio Roversi. A quel punto, un signore alle mie spalle grida qualcosa in dialetto bolognese rivolgendosi a Roversi: quest'ultimo si gira verso di noi per capire da dove provenisse l'urlo, facendo un gesto con la mano come per dire "ma che stai a dì", mentre gli altri scoppiano in una fragorosa risata. La partita proseguì con l'espulsione di Bob Vieri ( il padre di Bobo ), avventatosi contro un guardalinee che gli aveva segnalato un fuorigioco, e con altre due occasioni in cui il Palermo si rese davvero pericoloso. Ad un paio di minuti dalla fine, il cambio di scena: Giacomo Bulgarelli si invola verso la porta rosanero e viene messo giù appena dentro l'area, ottenendo così un prezioso calcio di rigore. A questo punto una sorpresa: TUTTI i tifosi rossoblù presenti, compreso mio padre, si mettono a gridare " Beppe, buttala fuori !!! " all'indirizzo di Savoldi che si apprestava a tirare dagli undici metri !!! Insomma, gli sportivissimi tifosi del Bologna non ritenevano di meritare la possibilità di raddrizzare il risultato all'ultimo minuto. Per fortuna Savoldi non diede retta a certe sirene, realizzò il pareggio e si andò ai tempi supplementari, durante i quali le due squadre, visibilmente stanche, produssero comunque un paio di occasioni per parte. Per risolvere la contesa bastò la normale serie di rigori, in quanto il Palermo sbagliò il quinto. Finì così, con Bulgarelli che alzava la Coppa mentre su Roma calavano le prime ombre della sera... un'immagine indimenticabile. Al mio fianco, un giovane bolognese disse: "Vedi, qua dentro dieci anni fa abbiamo vinto lo scudetto. Chissà che questa giornata non sia l'inizio di una nuova stagione di gloria !" Ora lo sappiamo, quell'amico tifoso purtroppo si sbagliava: in questi quarant'anni l'unico trofeo che abbiamo portato a casa è stato l'Intertoto del 1998. La soddisfazione provata quella sera, però, non potrà togliercela mai nessuno, e così come nel 1999 abbiamo sfiorato clamorosamente un doppio trionfo in Coppa Italia e in Coppa UEFA, non è detto che un domani, a dispetto dei tempi grami che stiamo vivendo, non si possa tornare a celebrare un grande successo per i colori Rossoblù.
Paolo Milito
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