Paolo Milito
Una lettera aperta alla nostra squadra del cuore... Per parlare, capire, confrontarci ed essere uniti... Senza alcuna ambizione, ma solo per amore... Noi ci siamo, ragazzi, siamo sempre presenti... Lottiamo, corriamo e soffriamo con voi... Perchè sempre e comunque FINO ALLA FINE, FORZA BOLOGNA!!!
Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!
mercoledì 3 giugno 2015
UN VERO SIGNORE
La notte
scorsa ci ha lasciati, a 89 anni , Giovan Battista Fabbri. Al grande pubblico
il suo ricordo è abbinato a quello del cosiddetto Real Vicenza, la squadra dei
miracoli che nel 1977/78 impose all’attenzione del grande pubblico Paolo Rossi,
reduce da un sofferto periodo giovanile alle prese con due ginocchia di vetro,
ed un manipolo di onesti mestieranti del pallone in grado di fare la differenza
in campo, a cominciare da quel Roberto Filippi passato fugacemente sotto le Due
Torri nel 1972 senza troppa fortuna. In seguito, precisamente nella primavera
del 1987, Fabbri allenò con successo anche il Bologna. Per meglio dire: rilevata
la squadra da Vincenzo Guerini, la guidò nelle ultime undici partite verso una
salvezza brillantissima, se non di più. Pensate: in quel Bologna c’era gente di
un certo spessore, tipo Pecci, Marocchino, Pradella, Marronaro, Nicolini,
eppure, fino alla ventinovesima giornata, restammo costantemente in zona
retrocessione. Con l’arrivo di Fabbri, gli stessi personaggi assunsero la
velocità di un missile a tre stadi, tanto che lo stesso Presidente Gino Corioni
finì per ammettere che, con Fabbri in panchina fin dall’inizio, probabilmente
saremmo riusciti a risalire in Serie A. Finito il campionato, Corioni offrì al
tecnico il ruolo di tutore dell’astro nascente Gigi Maifredi, ma Fabbri gentilmente
rifiutò, preferendo a quel lauto stipendio la possibilità di continuare ad
allenare divertendosi, come aveva sempre fatto. Se andiamo a sottilizzare, in
realtà Gibì non ha ottenuto in carriera delle grandi affermazioni, ma ha
prodotto con le sue squadre un calcio talmente piacevole da restare impresso
nella memoria ben più dei movimenti massicci di squadroni abituati ad ottenere
vittorie in quantità industriale, come ad esempio l’Inter di Helenio Herrera ed
Angelo Moratti. Era da considerare senza dubbio un Maestro di Calcio, ma prima
ancora un vero signore, abituato a rispettare e ad ottenere rispetto, mai fuori
dal seminato, capace di tener testa senza debordare anche a personaggi
scorbutici come Maurizio Zamparini o Giussy Farina. A noi resta il ricordo di
un grande personaggio, ed il rimpianto per quello che sarebbe potuto essere se
Corioni lo avesse ingaggiato un po’ di tempo prima. Grazie di tutto, Gibì !!!
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Grazie davvero!!!
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