Come era
facilmente prevedibile, il fatto di avere un proprietario facoltoso come Joey
Saputo ha esposto il Bologna alla mira di procuratori di ogni ordine e grado. Tutti
si affannano ad offrire i servigi del peggior ciarpame in circolazione. In particolar
modo, sono gettonati i cavalli di ritorno: si parla di Gilardino, Diamanti,
Osvaldo,via via fino a Ekdal, Britos, perfino Brighi ( ormai mi aspetto di
veder comparire all’orizzonte Bachlechner e De Ponti ). Tutta gente che in
passato, per varie ragioni, ha lasciato Bologna alla volta di “ un futuro
migliore “, e che ora, stranamente, sembra essersene dimenticata: evidentemente
i soldoni di Saputo producono effetti miracolosi. In mezzo a questo tourbillon
di voci, però, spicca l’assenza di un nome: quello di Christian Pasquato. Se
andiamo ad analizzare bene la stagione da poco conclusa, ce lo siamo trovato di
fronte per quattro volte, con effetti quasi devastanti: dalla simulazione nella
gara di andata, a Pescara, che provocò l’ingiusta espulsione di Coppola con
annesso rischio di perdere la partita e successiva squalifica ( e conseguente
impiego deleterio di Stojanovic ), via via con tutti i gol mancati di un
soffio, fino ad arrivare al gol dell’1-1 nella finale di ritorno dei play-off,
ed alla provocazione dell’espulsione dell’ingenuo Mbaye e dell’ammonizione del
solitamente mite e compassato Acquafresca. Insomma: è fuor di dubbio che
Pasquato ritenga di avere col Bologna qualche conto in sospeso. Visto quel che
ha combinato, sarebbe il caso di prendere in esame la prospettiva di un suo
ritorno sotto le Due Torri o, in alternativa, un giro di telefonate da parte di
Corvino per far sì che vada a giocare ancora in Serie B o più sotto, in modo da
non dovercelo più trovare tra i piedi !!! A parte gli scherzi: finora si
registrano tre arrivi, Rossettini, Djawara e Rizzo. Per età, esperienze
maturate e costi sostenuti, tutti e tre rientrano nei parametri dettati da
Saputo all’indomani della sofferta promozione. Inoltre, esaminando bene le tre
operazioni, emergono due dati distintivi dell’attuale compagine societaria:
quando era a Firenze, se non ricordo male in occasione dell’acquisto di
Jovetic, Corvino fece sapere alla stampa di aver negato l’evidenza persino con
sua moglie, tanto era abituato a lavorare a fari spenti; inoltre, le mie fonti
personali di informazione, legate a Futuro Rossoblù, mi hanno confermato che, a
differenza di quanto avveniva sotto Guaraldi, nei corridoi di Casteldebole
attualmente ci sono pochi spifferi, per cui bisogna assolutamente scordarsi
delle clamorose anticipazioni o fughe di notizie. Saputo non è un fesso, per
cui si guarderà bene dal far sapere al mondo intero l’esatto ammontare del
budget di mercato; stesso dicasi per Corvino, che da qui alla fine del mercato
è quindi destinato a sorprenderci di volta in volta con l’annuncio di acquisti
o di cessioni impensabili fino a poche ore prima. Se qualcuno avesse dei dubbi
sulla bontà dell’attuale gestione, lo invito a dare un’occhiata in quel di
Monza: quella Società, pochi mesi fa, era stata rilevata, sull’orlo del fallimento,
dalla famigerata cordata dei diamanti austriaci, molto amici di Lotito, che era
arrivata ad un passo dal rimpiazzare Guaraldi & C.; nei giorni scorsi l’esatta
consistenza di quel gruppo è emersa in maniera fragorosa, ed il Monza è
incappato in un rovinoso fallimento. Non oso nemmeno pensare all’ulteriore
rischio che avremmo potuto correre. Torno a ripetere: l’estate sarà lunga. Stavolta,
però, abbiamo la certezza che l’attesa sarà adeguatamente ripagata.
Paolo Milito
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