Così come la partita con l’Inter
richiama alla memoria l’ultimo Scudetto conquistato dai nostri eroi, la
trasferta di Genova sulla sponda rossoblù riporta inevitabilmente nei discorsi
dei tifosi la travagliata vittoria di un campionato degli anni ruggenti, quello
del 1925, giunta al termine di cinque sofferte gare di semifinale condite da
risse e sparatorie varie. Fra Serie A, Serie B e Coppa Italia il match vanta 49
precedenti, con 19 vittorie del Genoa, 15 del Bologna e 15 pareggi. Il successo
più vistoso dei padroni di casa risale al 4 luglio 1948: nell’ultima gara di
quel campionato fummo travolti da un pesante 7-2 che comunque non intaccò l’ottavo
posto finale; tripletta di Dalla Torre e doppietta di Brighenti con l’aggiunta
di Grisanti e Formentin per i genoani, a
cui replicarono i nostri Matteucci e Biavati. La nostra vittoria più notevole,
invece, è più recente: il 28 febbraio 2010, alla tre del pomeriggio, le due
squadre furono costrette a scendere in campo nonostante il clima proibitivo, in
quanto non c’erano spazi per un eventuale recupero, e sotto i riflettori
diedero vita ad una gara altamente spettacolare, caratterizzata da continui
capovolgimenti di fronte: per tre volte in vantaggio, il Genoa fu sempre raggiunto
dai nostri fino a dover soccombere al 4-3 finale; per i liguri doppietta di
Suazo e gol di Sculli, per noi un gol di Buscè e una fantastica tripletta di
Adailton, ex dal dente avvelenato. Notevole anche l’esito della partita giocata
il 4 ottobre 1953: finì 3-3, con gol di Bennike, Cattani e Serantoni per il
Genoa a cui replicammo con Randon, Pivatelli e Cappello. Dunque, il Marassi
rossoblù ci è stato spesso amico, tanto che la tradizione parla di un sottile
filino a favore dei padroni di casa, che si presentano a questa gara guidati
dal nuovo tecnico Mandorlini, una nostra vecchia conoscenza, e con due punti in
meno di noi in classifica. Ovviamente, ci sarà da aspettarsi un branco di
esagitati, soprattutto per mettersi in buona luce agli occhi del nuovo
timoniere. Dal canto nostro, dovremo cercare di invertire la tendenza , e
quindi finalmente ripartire dopo cinque battute d’arresto maturate per svariati
motivi. Se è vero che la classifica non desta ancora preoccupazioni, è
altrettanto vero che non si può continuare di questo passo. Innanzi tutto perché
il Pescara, dopo l’arrivo di Zeman, non è più così Cenerentola come era
sembrato finora, e poi perché comunque chi perde il proprio tempo libero dietro
alle vicende di questa squadra ha diritto a vedere compensati i propri sforzi,
esattamente come chi nella squadra ha investito consistenti somme di denaro. Insomma,
spero di vedere finalmente in campo una squadra capace di non mortificare il
lungo viaggio affrontato dal Presidente Saputo per venire a vedere dal vivo la
partita e al tempo stesso far sentire a tutti noi che siamo rispettati, che i
nostri colori contano ancora qualcosa. Qui, tra sviste arbitrali, dormite
collettive e crolli psicologici rischiamo davvero di andare in malora. Se ci
sono retroscena non detti, se allenatore e dirigenti sono alle prese con
problemi che non sono stati resi noti, sarà bene comunque che tutti collaborino
per evitare che tutte le domeniche questa squadra finisca per calare alla
distanza e, per un motivo o per un altro, uscirsene con uno svarione
determinante ai fini di un risultato finale negativo. Se i nostri baldi giovani
si sforzeranno di tenere alta la concentrazione, ricordandosi che le partite
durano quasi cento minuti e non settanta, molto probabilmente anche le sviste
arbitrali finiranno per avere un peso decisamente meno devastante. Oltre a
voler rinnovare il Dall’Ara, Saputo ha un progetto? Che lo metta in pratica,
possibilmente salvando il decoro e l’immagine della squadra, e magari trovando
anche il coraggio, qualche volta, di usare la mano pesante con chi se lo
merita. Poi, all’occorrenza, si potrà pensare ad abbellire lo Stadio e ad altri
fronzoli.
Paolo Milito
Nessun commento:
Posta un commento