Domani a mezzogiorno va in scena la
madre di tutte le partite, quella da cui si dipanano tutte le storie che hanno
caratterizzato la storia ultracentenaria del nostro club. Tra Serie A e Coppa
Italia il confronto vanta qualcosa come 82 precedenti, con 34 vittorie del
Bologna, 33 dell’Inter e 15 pareggi. Il precedente più famoso e clamoroso,
comunque, non si è giocato al Dall’Ara, trattandosi dello spareggio-scudetto
disputato a Roma il 7 giugno 1964 e vinto dai nostri eroi per 2-0, gol di Fogli e Nielsen. Un altro precedente
favorevole è anch’esso dovuto, più che al punteggio, al fatto di essere uno
spareggio: il 30 maggio 1999 vincemmo la gara di ritorno di un confronto resosi
necessario per l’assegnazione di un posto in Coppa UEFA, dovendo stabilire la
terza classificata di Coppa Italia; 2-1 il risultato finale, per noi segnarono
Bettarini e Signori, i nerazzurri replicarono con Ventola quasi sul fischio
finale. Nel corso degli anni, comunque, abbiamo trovato anche il tempo di
vincere con un punteggio fragoroso: il 30 marzo 1941 il Bologna di Felsner,
destinato allo Scudetto, si impose per 5-0, doppiette di Biavati e di Reguzzoni
con l’aggiunta di un gol di Puricelli. Per contro, il 21 maggio 1989 l’Inter
dei record di Giovanni Trapattoni concluse alla grande la propria cavalcata
rifilandoci un umiliante 6-0, dovuto alle doppiette di Serena e Diaz a cui si
aggiunsero i gol di Matthaus e Matteoli. Da notare che per ben cinque volte il
risultato finale è stato di 2-2, a cominciare dalla prima volta in cui le due
squadre si sono affrontate nel girone unico. Dunque, in base ai precedenti
possiamo dire che il fattore campo in questo caso è inesistente, essendo il
bilancio sostanzialmente in pareggio. In base alla realtà dei giorni nostri …
Lasciamo perdere. Tutto lascia temere che, se continua l’andazzo delle ultime
tre uscite e l’Inter di Pioli si mette a fare l’Inter di Pioli, questi ci
asfaltano. Come abbiamo potuto amaramente constatare a Genova, questa squadra
ha dei forti limiti caratteriali: se da un lato è vero che il rigore concesso
alla Sampdoria era del tutto inventato, come ha finito per ammettere a denti
stretti anche il designatore arbitrale Nicchi, dall’altro è innegabile che la
reazione opposta dai nostri giocatori è stata disarmante. In un momento in cui
sarebbe stato necessario tirare fuori gli artigli, i nostri si sono squagliati
come neve al sole, perdendo definitivamente la bussola, la faccia e la partita.
Per nostra fortuna quest’anno ci sono tre squadre nettamente peggiori, ma a
lungo andare questa scusa di comodo potrebbe stancare qualcuno, dando vita ad
aspre contestazioni dalle conseguenze spiacevoli e forse difficilmente
controllabili. Tutti stiamo cercando di capire, supposizioni se ne fanno tante,
ma la sostanza non cambia: la nostra barca fa acqua da tutte le parti, e lo
stesso Mister Donadoni, solitamente pacato, comincia a perdere la pazienza.
Immaturità di alcuni soggetti? Qualcuno rema contro per chissà quale motivo (
non certo economico, visto che Saputo paga bene e puntualmente )? Di sicuro è
necessario che i baldi giovani restino concentrati per tutta la partita, anziché
mandare il cervello in ferie nel quarto d’ora finale, come troppo spesso è
accaduto finora. Poi, ovviamente, la dirigenza dovrà fare chiarezza sul
cosiddetto progetto, magari arrendendosi all’evidenza, salutando Destro e
cercando un altro punto di riferimento su cui poggiare le basi per il futuro. Per
rispetto ai nostri colori, al tempo che tutti noi perdiamo dietro alle vicende
della squadra e ai tantissimi soldi scuciti da Saputo. Incoraggiante, in questo
senso, l’uscita di Fenucci riguardo alla possibilità di prolungare di un anno
la permanenza di Dzemaili sotto le Due Torri, anche se da sola non basta. Intanto,
andiamo avanti.
Paolo Milito
Nessun commento:
Posta un commento