Il bello ( o il brutto, secondo i punti di vista ) delle partite a porte chiuse, è che i microfoni della tv captano tutto quello che succede all’interno dello stadio, anche i bisbigli. E il nostro Sinisa non ha certo pronunciato un’eresia, sbottando: “ Ma almeno qualche volta tirate DENTRO a quella c…. di porta !!! “ di fronte al settimo tiro sbagliato dai nostri contro la Fiorentina. Non è un mistero: non abbiamo, al momento, un giocatore capace di buttarla dentro a prescindere, tipo Savoldi, Signori o Di Vaio, e il bellicoso tecnico serbo è costretto a far leva sulla buona volontà delle mezzepunte di cui dispone. Beffa delle beffe, soggetti che da noi lasciavano molto a desiderare ( senza far nomi, Floccari e Destro ) nelle loro attuali collocazioni spesso e volentieri si trasformano in veri e propri fenomeni. La Società ha promesso solennemente che al mercato di gennaio si cercherà di ovviare all’inconveniente, staremo a vedere. Per intanto, nel turno infrasettimanale dell’Epifania ci accingiamo ad ospitare l’Udinese. Il confronto vanta 41 precedenti, spalmati fra Prima Divisione, Serie A, Serie B e Coppa Italia. Bilancio nettamente favorevole ai nostri colori: 23 vittorie contro 11 sconfitte e 7 pareggi. Se ci limitiamo alla stretta contemplazione dei numeri, riscontriamo una stratosferica vittoria per 14-0 ottenuta allo Sterlino, in Prima Divisione, il 25 marzo 1923. Se invece guardiamo a dei precedenti più attendibili dal punto di vista tecnico, la nostra miglior vittoria è il 5-2 del 25 marzo 1951, ottenuto grazie alle doppiette di Gino Cappello e Cesarino Cervellati con l’aggiunta di un gol di Garcia, contro le marcature di Paulinich e Darin. Il 13 marzo 1955 fummo invece travolti da un sonoro 4-2, doppietta di La Forgia e gol di Selmosson e Bettini, a cui risposero solo Cervellati e Pivatelli. Quanto ai pareggi, spicca il 2-2 uscito l’8 settembre 1957: per il Bologna gol di Vukas e Capra, per i friulani Lindskog e Bettini. Domani verrà a farci visita una squadra che precediamo in classifica di un punto e di una posizione, dopo averla inseguita per anni, se non per secoli, come modello di gestione sia tecnica che amministrativa. Per uscire contenti dal campo, in fin dei conti, basterebbe poco: a Firenze sarebbe stato sufficiente che solo uno, se non mezzo, dei tiri sbagliati dai nostri eroi fosse entrato nella porta difesa dall’immancabile portiere polacco di turno ( negli ultimi tempi, per noi, una costante ) e la serata avrebbe preso tutt’altra piega. Per nostra fortuna non siamo ai livelli di disperazione a cui ci eravamo abituati sotto Gwaraldy&C., e con qualche sbavatura in meno possiamo puntare comunque ad un campionato più che decoroso. Affrontiamo dunque le zebre meno pregiate senza troppi complimenti, giocandocela alla pari, in attesa di buone notizie dal fronte del mercato. Buona partita a tutti.
Paolo Milito
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