Ancora una volta, come un anno fa, iniziamo l’anno solare affrontando la Fiorentina, con la differenza che stavolta saremo noi a far visita ai nostri avversari storici, per l’ennesima edizione del Derby dell’Appennino. La storia racconta qualcosa come 73 precedenti, distribuiti fra Prima Divisione, Serie A e Coppa Italia, con 39 vittorie dei padroni di casa, 14 del Bologna e 20 pareggi. L’ultima volta, lo scorso 29 luglio, abbiamo incassato quattro pappine secche, ma in passato avevamo fatto di peggio: il 23 novembre 1958 fummo travolti da un sonoro 6-3, frutto della doppietta di Lojacono accompagnata dai gol di Montuori, Cervato, Petris e Hamrin, contro cui non servì a nulla la pur notevole tripletta messa a segno da Gino Pivatelli. La nostra vittoria più clamorosa è invece il 5-2 ottenuto il 25 gennaio 1942: doppiette di Biavati e Puricelli e tocco finale di Arcari IV, a cui risposero Valcareggi ( un nostro ex ) e Degano. Da notare che per tre volte è finita 2-2, che il 2 gennaio 1955 ci fu assegnata la vittoria a tavolino dopo un autentico far west scatenato dai tifosi viola dopo aver visto i propri beniamini andare sotto di tre gol, e che poche altre volte al mondo si è visto qualcosa di peggio del comitato di accoglienza a base di molotov che il 18 giugno 1989 costrinse Ivan Dall’Olio ad imboccare un tunnel dal quale non ha potuto più uscire, nonostante i notevoli progressi della chirurgia plastica attuale. Domani, a Firenze, affronteremo un’avversaria che precediamo di un solo punto in classifica, che dopo un avvio incerto ha cambiato allenatore e ancora stenta a carburare, nell’attesa di combinare qualcosa di buono al mercato di gennaio. Rimasto scottato dal caso-Lyanco, Sinisa Mihajlovic ha chiesto giustamente ai nostri uomini-mercato di evitare i prestiti secchi. In effetti la nostra è una delle poche Società attualmente affidabili dal punto di vista economico; di conseguenza, a differenza di quanto accaduto in passato, sarebbe il caso di azzardare qualche piccolo sforzo da poter capitalizzare in futuro, anziché valorizzare a scrocco i talenti degli altri o, peggio ancora, ricoprire di denari soggetti capaci altrove di fare sfracelli per poi venire a Bologna e recitare la parte degli oggetti misteriosi. Negli ultimi giorni si sono rincorse tante voci e tanti nomi, ma le chiacchiere, si sa, stanno sempre a zero: una volta individuato chi davvero potrà fare al nostro caso, il nostro tecnico saprà certamente come impiegarlo nel migliore dei modi.
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