Anche questa settimana è stata abbastanza movimentata, con rinnovi e
disdette di prestiti, viaggi transoceanici dei dirigenti per far visita a
domicilio al Presidente Saputo ( oltre che per batter cassa ), sfide mondiali
dei nostri giocatori sparsi nelle varie nazionali straniere ( con Dzemaili
sugli scudi ), ma soprattutto con due avvenimenti fondamentali: il
perfezionamento dello scambio Di Francesco – Falcinelli e la presentazione
delle nuove divise da gioco. Per quanto riguarda il primo, mi sono già espresso
abbastanza chiaramente: dovrei essere contento per lo sbarco sotto le Due Torri
di un altro giocatore umbro, venuto a rinfrescare una tradizione molto positiva
( basti pensare a Franco Mancini e a Marcello Castellini ), e invece ho delle
forti perplessità. Innanzi tutto perché il nuovo arrivato è stato valutato alla
pari con l’altro, pur essendo di tre anni più vecchio, e poi perché sono sicuro
che con Donadoni il figlio del tecnico della Roma non abbia avuto la
possibilità di esprimere appieno il proprio talento, comunque abbondantemente
intravisto fra le pieghe dei cervellotici esperimenti del nostro ormai ex
allenatore. Stranamente, l’unico che si sia preso la responsabilità di
criticare apertamente questa operazione di mercato è stato Matteo Marani; tutti
gli altri specialisti locali hanno accettato la spiegazione fornita da Bigon
& C., ovvero che Falcinelli è più funzionale al progetto di Pippo Inzaghi. Vabbè,
non è un problema epocale: basta avere la pazienza di aspettare le prime
partite ufficiali della nuova stagione per vedere chi ha ragione. Sperando di
non dover chiedere a Inzaghi di tornare a giocare … E veniamo alle nuove
maglie. Nei vari gruppi di Facebook ho avuto modo, in passato, di esprimere il
mio dissenso su alcune scelte cromatiche operate dalla Società, molto spesso in
totale accordo col resto del Popolo Rossoblù. In particolare: a mio avviso è
più elegante una divisa interna composta dalla maglia tradizionale accompagnata
dai calzoncini blu. Questo perché i calzoncini di ultima generazione, di fatto
dei bermuda, a differenza di quelli delle epoche precedenti al 2000, quando
sono bianchi finiscono per sembrare dei ridicoli mutandoni di Primo Novecento. Il
bello è che TUTTE le squadre minori del Bologna giocano coi calzoncini blu
tranne la prima squadra; questo perché Alfredo Cazzola, durante la sua
tumultuosa presidenza, ha depositato un format che prevede esplicitamente i
calzoncini bianchi come prima scelta nelle dirette di SKY, e nessuno si è
degnato, in seguito, di andarlo a disdire. Sarebbe già qualcosa optare per
calzoncini e calzettoni bianchi: l’effetto-mutandone risulta attutito. Per quanto
riguarda la divisa da trasferta, sono un irriducibile aficionado della maglia
bianca con la fascia diagonale Rossoblù: da bambino me la sognavo la notte, e
quando, in tempi più recenti, c’è stata la possibilità di poterla comprare non
me la sono fatta sfuggire; peccato che, nello scorso campionato, sia stata
fatta la scelta bislacca di realizzare le righe coi nomi dei giocatori storici:
l’ho definita una cartuccia sprecata, e non me ne pento; con quei caratteri
microscopici, le righe sembravano il risultato di un candeggio sbagliato,
sarebbe stato più opportuno usare caratteri più grandi, per migliorare la resa
cromatica. Tornando ai giorni nostri, innanzi tutto rivolgo un caloroso
ringraziamento a Cesare Cremonini per aver dato una notevole grancassa alla
cosa, indossando la maglia nuova durante il suo concerto al Dall’Ara. Entrando nei
dettagli, ho comunque constatato che non tutti sono rimasti soddisfatti delle
scelte operate dalla Macron. Nulla da dire per la maglia tradizionale, tornata
allo stemma dai colori più appropriati; ho notato invece qualche disappunto per
la seconda maglia. Il motivo è semplice: il disegno è quello adottato nel biennio
1980/82. A me quella maglia ha riportato subito alla mente il primo Bologna di
Gigi Radice, quello della fantastica rimonta del -5 di partenza; ad altri,
prontissimi a parlare di maglia-portasfiga-degna-di-Saputo, la retrocessione
che innescò il primo Girodivalzer. La verità sta nel mezzo: il primo anno,
quello “ buono “, i numeri erano blu, come nel caso delle maglie appena
presentate; l’anno seguente erano rossi. Quindi, a prescindere dalle qualità
fantozziane del Presidente, certe corse e rincorse agli scongiuri mi sembrano
un tantino fuori luogo. Per quanto riguarda la terza maglia, un apprezzamento e
una bacchettata: da una parte, sentiti ringraziamenti per non aver scelto
nuovamente il color pompelmo, dall’altra mi sembra riduttivo riservare il voto
per la designazione della maglia ai soli abbonati, che per quanto armati di
buona volontà rappresentano solo una fetta del ben più consistente Popolo
Rossoblù. I mezzi mediatici contemporanei consentivano una ben più ampia
partecipazione. Pazienza, sarà per un’altra volta. Buona divisa a tutti.
Paolo Milito
Nessun commento:
Posta un commento