Nelle mie ultime uscite avevo affermato, confortato da precedenti
secolari, che per tutta l’estate avremmo quasi certamente assistito ad una
stucchevole telenovela legata al nome di Simone Verdi. Questo perché ho buona
memoria, e ricordo benissimo tanto il titolone con cui la Gazzetta Dello Sport,
nel 1974, aveva annunciato il passaggio di Beppe Savoldi alla Juventus ( in
realtà esistito solo nei sogni di chi aveva scritto quell’infelice articolo ),
quanto due strani titoli sparati, nel giro di un mese, da Stadio nel 1991,
ossia: 1) MARADONA AL BOLOGNA ( ??? ); 2) GULLIT AL BOLOGNA ( aridaje !!! ). In
questo caso, però, la bugia un fondamento di verità lo aveva: nell’ultima riga
dell’ultima pagina del giornale, si diceva che i procuratori dei giocatori
avevano avuto un abboccamento per trattare un possibile passaggio nelle nostre
file, in quanto entrambi i giocatori avevano problemi nel proseguire la propria
permanenza nelle rispettive sedi ( tanto è vero che poi, mentre il Bologna
retrocedeva per il secondo Girodivalzer, Maradona, beccato a sniffare cocaina,
passò al Siviglia mentre Gullit prese la strada di Genova blucerchiata ). Non avevo
fatto i conti, però, con l’evoluzione del Pianeta: rispetto ai tempi andati, c’è
un’estensione mediatica terrificante, per cui basta che sfugga una pagliuzza
dal più attento dei controlli e tanti castelli di sabbia finiscono polverizzati
in un lampo. Ecco dunque che, al termine della stessa giornata in cui il suo
nome per l’ennesima volta era stato accostato a cinque squadre diverse, uscendo
dal campo con la maglia della Nazionale, Verdi ha risposto ad una intervista
volante annunciando, fra le righe, di aver accettato le proposte del Napoli,
facendo incazzare sonoramente l’intero Popolo Rossoblù e, soprattutto, facendo
mancare il terreno sotto i piedi a chi aveva intenzione di proseguire il tormentone
fino a Ferragosto. A questo punto il volpone De Laurentiis ha cercato di
metterci una pezza, allungando artificiosamente i termini della trattativa, ma
ormai la frittata è fatta: è vero, ancora non c’è nero su bianco, ma Verdi ha
ormai preso la strada di Napoli. E fin qui, comunque, tutto nella norma, tutto
largamente previsto e prevedibile. Quello che mi ha dato enormemente fastidio,
è stato lo spostamento del tiro su Federico Di Francesco: il titolone “ ATALANTA
SU DI FRANCESCO JR., C’È IL GRADIMENTO DEL GIOCATORE “ proprio non lo mando giù
!!! Posso anche capire che un giornalista debba sfamare la propria famiglia, ma
questa storia che il Bologna, squadra che vanta sette-scudetti-più-uno abbia
meno sex appeal dell’Atalanta mi ha proprio rotto le palle !!! Anche perché il
catenaccio del titolone in questione sottintendeva come quella fosse per Di
Francesco l’occasione della vita. Dobbiamo essere obiettivi: il Presidente
Saputo ha i soldi, è una persona seria e sta svolgendo un buon lavoro, ma ha
ancora davanti a se’ tanta strada da fare, e tutta in salita. Ha sbagliato
alcune scelte, è vero ( per esempio io non avrei mai fatto scappare Filippo
Fusco dopo il miracolo che aveva realizzato ), ma soprattutto è lontano anni
luce dal piglio intraprendente ed efficace di Joe Tacopina. Sarebbe ora di
osare qualcosa di più, se non altro per impedire che in futuro si debba ancora
assistere a certi spettacoli mortificanti. Il Paradiso ci attende da 54 anni. Un po’
troppi.
Paolo Milito
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