Settimana caratterizzata dalla ricomparsa della stucchevole baruffa
riguardante la destinazione dell’area Cierrebi, che, se sfuggisse di mano a chi
di dovere, potrebbe avere conseguenze negative e purtroppo anche devastanti
nella tormentata vicenda della ristrutturazione del Dall’Ara. Fra le pieghe, si
sono sviluppati degli eventi in qualche caso non ipotizzabili a priori. Per esempio,
era ormai scontato che Rodrigo Palacio avrebbe proseguito la propria avventura
bolognese, così come non sorprende la pubblica profferta di amorosi sensi da
parte di Mattia Destro verso Pippo Inzaghi ( se lasciasse Bologna, l’attaccante
marchigiano potrebbe non trovare altrove la stessa sicurezza economica oltre
che la considerazione di cui ancora gode, nonostante tutto ). Un po’ più
sorprendente, invece, è stato lo scoop messo a segno da Riccardo Bigon:
ritenuto universalmente fermo-immobile, e sotto sotto anche un po’ pavido e
incapace, il nostro Direttore Sportivo ha bruciato sul tempo un consistente
manipolo di volponi del mercato assicurandosi il giovanissimo svedese Svander,
a detta degli esperti destinato ad un luminoso avvenire. La mia attenzione,
però, si è focalizzata su un episodio che potrebbe essere spiacevole,
sconcertante o semplicemente ininfluente, a seconda dei punti di vista: martedi
3 luglio, sfogliando le pagine di “ Stadio “, mi sono imbattuto nella
Posta&Risposta di Italo Cucci, ed ho trovato una sorpresa particolare. Un tifoso
del Torino ha ritirato fuori, per l’ennesima volta, la questione dello Scudetto
Fantasma, chiedendo un parere al prestigioso giornalista bolognese. La replica
mi ha sconcertato per molte ragioni. Innanzi tutto ( ATTENZIONE: io sono nato
nel 1966 ) non sapevo che la famigerata riunione da cui era uscito morto il
Presidente Dall’Ara riguardasse in realtà una spartizione di pani e di pesci
che prevedeva l’assegnazione di due scudetti, ovvero 1927 al Bologna e 1964 all’Inter,
progetto mandato in frantumi dalla sputtanata a mezzo stampa di un cosiddetto
maestro della penna sulle colonne della Gazzetta dello Sport, e che la stesura
del relativo documento fosse stata affidata proprio al giovanissimo Cucci. In secondo
luogo: è vero che vincere lo spareggio sul campo è stato molto più bello, ma
dicendo “ A casa mia gli scudetti si vincono sul campo, non negli uffici “,
Cucci finisce per offendere e sconfessare l’opera del Comitato sorto di recente
per difendere le nostre ragioni. In parole povere: se a Bologna nessuno si
oppone, specie quando la squadra granata è di proprietà dell’editore del
Corriere della Sera, prima o poi il Torino finirà per riuscire a fregiarsi di
quello scudetto che, come ribadito dallo stesso Italo Cucci, non gli spetta in
alcun modo, essendo stata dimostrata per intero la responsabilità oggettiva del
Torino in quella faccenda. Da un giornalista locale così prestigioso mi sarei
aspettato un atteggiamento ben diverso !!! Vabbè, chiudiamo con un po’ di
cazzeggio: avete fatto caso che il portiere uruguaiano Muslera, scuola Lazio,
contro la Francia ha ripetuto pari pari la stessa cappella messa in atto a Bergamo
qualche anno fa da un dimenticabile portiere Rossoblù di scuola romanista ???
Mi è venuto da pensare che a Roma i portieri vengano selezionati da una scuola
per corrispondenza, tipo Radio Elettra … Forse sono troppo cattivo. Buona
domenica a tutti .
Paolo Milito
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