Dopo aver rimediato legnate in quantità industriale
a destra e a manca, il Bologna ha finalmente messo insieme un filotto positivo,
battendo in trasferta il sempre temibile Sassuolo, bastonando sonoramente il
Chievo dopo un inizio sofferto e festeggiando la convocazione in azzurro di
Simone Verdi, rimasto comunque in panchina contro l’Albania in una partita che
ha lasciato il C.T. Ventura talmente soddisfatto da non effettuare alcuna
sostituzione. Questo non vuol dire che sia arrivata la Felicità, tutt’altro. Innanzi
tutto il Presidente Saputo, nei prossimi giorni, una volta sbarcato a Bologna
dovrà fare i conti con alcune frange cittadine intenzionate ad ostacolarlo pesantemente
nel cammino intrapreso per la ristrutturazione dello Stadio Dall’Ara. Una volta
stabilito, poi, che intende fare di Roberto Donadoni il Ferguson delle Due
Torri, il magnate canadese dovrà decidersi una volta per tutte a creare due
squadre perfettamente speculari, anziché utilizzare il Bologna come banco di
prova per selezionare elementi da travasare in Canada in quello che a casa sua
ritengono essere il vero gioiello di famiglia. Il caso Dzemaili, tanto per
essere chiari, è nato male ed è stato gestito peggio: sarebbe stato più
opportuno mettere in preventivo un utilizzo più esteso nel tempo del
fuoriclasse svizzero con i nostri colori, anziché affidarsi allo stellone e
alla manna dal cielo. Sorvolando, per carità di Patria, sulla pessima gestione
di Drogba, che avrebbe potuto essere dirottato a Casteldebole invece di essere
licenziato una volta entrato in rotta di collisione con lo staff tecnico degli
Impact. Per non farci mancare nulla, poi, arrivano sirene di mercato ad
insidiare Verdi, Masina, Viviani e addirittura Fenucci !!! No, non ci siamo. Il
Bologna deve tornare ad essere un punto di arrivo, non di partenza, in sintonia
con il suo glorioso passato e all’altezza della prestigiosa città che
rappresenta. Che i grandi club venissero a “ far la spesa “ da noi ci poteva
stare negli anni di vacche magre, non con l’attuale proprietà. Con questo non
voglio dire che Saputo sia un incapace; sarebbe meglio, però che imparasse a
muoversi in maniera più accorta ed appropriata in un ambiente calcistico come
quello italiano, sicuramente più pesante e pieno di insidie di quello
nordamericano. D’accordo, per quest’anno non ci sono più rischi, quindi se
anche continuasse l’andazzo schizofrenico ricco di capovolgimenti di fronte
ormai siamo pressoché certi di ritrovarci in Serie A nel prossimo campionato. Però
è fuor di dubbio che, per realizzare il famigerato Progetto, la strada da
percorrere sia ancora molto lunga e travagliata. Attendiamo risposte.
Paolo Milito
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