Prima di tutto, gli aridi numeri:
Bologna-Juventus è andata in scena per ben 77 volte; 19 volte ha vinto il
Bologna, 31 la Juve, 27 volte è finita in parità. La nostra vittoria più
vistosa risale al 24 maggio 1931: quel giorno battemmo una Juve destinata di lì
a poco a vincere lo scudetto, un 4-0 dovuto ad una tripletta di Reguzzoni a cui
si aggiunse un gol di Ottani. Il 29 0ttobre 1950, invece, si registrò la più
sonante vittoria bianconera: un 5-0 in cui si segnalarono una doppietta di Praest
ed i gol di Manente , Karl Hansen e John Hansen. Da segnalare una
combattutissima gara di Coppa Italia: il 15 ottobre 1958 si disputò la finale
per il terzo posto, il cui risultato fu di 3-3 dopo i tempi supplementari e
addirittura di 7-7 dopo i rigori; il terzo posto fu infine assegnato al Bologna
per sorteggio. Dunque, si tratta di una gara molto sentita, col nostro campo
autentica terra di conquista per gli avversari, ma soprattutto fonte di grandi
incazzature per tutti noi Tifosi Rossoblù: se da un lato è vero che la Juve è
la squadra che ha vinto il maggior numero di scudetti, quindi è la più forte in
assoluto, dall’altro non possiamo dimenticare come troppe volte i bianconeri
abbiano beneficiato di regali fuori luogo, dovuti soprattutto all’eccessivo
timore reverenziale degli arbitri nei loro confronti. Non contribuisce a
distendere gli animi l’atteggiamento assunto in campo da giocatori e dirigenti:
senza voler andare a rivangare le guerre puniche, basti pensare a quanto
accaduto in occasione dell’ultimo confronto, due anni fa, quando, forte di un
vantaggio di 2-0, nei minuti finali Antonio Conte aizzò platealmente i propri
tifosi a far casino, pur sapendo che giocava in trasferta. Tutto ciò, comunque,
non ha impedito che si svolgessero anche delle gare impostate esclusivamente
sulla competizione sportiva: il 1 marzo 1981, per esempio, Gigi Radice, per sua
stessa ammissione, sbagliò letteralmente la partita, e fummo travolti per 5-1
nonostante quello fosse un buon Bologna che, senza una penalizzazione di cinque
punti dovuta ad uno scandalo dell’anno precedente, avrebbe potuto aspirare a
qualcosa di più dell’ottimo settimo posto finale; il 6 ottobre 1974, prima
giornata di campionato, battemmo per 2-1 una squadra destinata ad una grande
stagione sia in Italia che in Europa; nell’anno delle 64 partite, il 29 novembre
1998, la squadra-spettacolo di Carletto Mazzone inflisse un sonante 3-0 alla
Juve di Lippi, grazie ad una prestazione maiuscola sintetizzata dalle
realizzazioni di Paramatti, Signori e Fontolan ( la trionfale notte del 26
febbraio 2011 suggellata dalla doppietta di Di Vaio si svolse a Torino ). Domani,
arbitro permettendo ( Irrati non sembra essere un pessimo soggetto ) sbarcherà
al Dall’Ara una squadra reduce dal formidabile filotto di quindici vittorie
consecutive, galvanizzata dal fatto di essersi portata al comando della
classifica per la prima volta in questa stagione. Noi possiamo opporre un
gruppo di ragazzi che, sotto la guida di Roberto Donadoni, col passar del tempo
sta perdendo il brutto vizio di involversi nei finali di partita, tanto è vero
che la vittoria di San Siro sul Milan e quella di domenica scora a Udine sono
arrivate in quel frangente; inoltre, abbiamo battuto il Napoli e tenuto testa
alla Roma ed alla Fiorentina. Saggiamente, il tecnico bergamasco ha invitato i
giocatori a concentrarsi su se’ stessi invece di pensare con terrore a chi
avranno di fronte. Le premesse per una grande partita ci sono tutte. L’augurio
è di poter commentare, alla fine, solo episodi di calcio giocato senza
doversela prendere con le solite sviste arbitrali a senso unico. La parola,
adesso, passa al campo.
Paolo Milito
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