Paolo Milito
Una lettera aperta alla nostra squadra del cuore... Per parlare, capire, confrontarci ed essere uniti... Senza alcuna ambizione, ma solo per amore... Noi ci siamo, ragazzi, siamo sempre presenti... Lottiamo, corriamo e soffriamo con voi... Perchè sempre e comunque FINO ALLA FINE, FORZA BOLOGNA!!!
Siamo noi... I tifosi del Bologna siamo noi!
venerdì 6 novembre 2015
ANDIAMO A VERONA.
Verona-Bologna
è una gara di prestigio, pur non vantando un elevato numero di precedenti. Si distingue
dal resto dei confronti soprattutto per gli incroci dei percorsi dei vari
protagonisti, basti pensare a Bruno Pace, Klaus Bachlechner, Francesco Guidolin,
Daniele Cacìa, Mimmo Maietta, Vangelis Moras, Lazaros Christodoulopulos, l’allenatore
Mandorlini, per arrivare addirittura a Giuseppe Brizzi, Presidente delle due
squadre in epoche diverse, ed a Maurizio Setti, vicepresidente non troppo amato
da Guaraldi sotto le Due Torri e in seguito artefice, da presidente, del
ritorno ai vertici dei gialloblù veneti. A Verona le due squadre si sono
affrontate complessivamente per 23 volte; otto le vittorie dei padroni di casa,
quattro quelle del Bologna, undici i pareggi. La vittoria più sonante dei padroni
di casa risale al 15 febbraio 1969: finì 5-1 e fece tutto il Verona, compreso
un autogol di Tanello in nostro favore. Di misura, invece, tutte le nostre
vittorie; in particolare si ricordano il 2-0 del 15settembre 1996, ad opera di
Kolyvanov e Nervo, e l’1-0 del 14 ottobre 2001, con gol di Fresi. L’elevato
numero di pareggi denota comunque una tradizione di gare particolarmente
combattute; in particolare spiccano il 5-4, a favore del Verona, del 27 maggio
2001, giorno in cui non fu sufficiente alla nostra causa una tripletta di Beppe
Signori, ed il 3-3 del 3 ottobre 1976, in cui si distinsero Sergio Clerici e
Gianfranco Zigoni con una doppietta a testa. Dunque, un terreno favorevole alla
squadra di casa, ma fino a un certo punto. I nostri avversari, dopo alcune
stagioni esaltanti, quest’anno sono partiti molto male, tanto da rimanere
invischiati in zona-retrocessione. Noi, per contro, dopo l’avvio disastroso
sotto l’egida di Delio Rossi siamo chiamati a dare continuità al fragoroso
debutto di Roberto Donadoni sulla nostra panchina. Certo, vedendo la differente
reazione degli stessi soggetti sotto due tecnici diversi viene il dubbio che qualcuno,
nello spogliatoio, remasse contro al riminese. In realtà, va messa in evidenza
la differente lettura della partita: il punto di forza di Donadoni, domenica
scorsa, è consistito nell’aver azzeccato tutte le sostituzioni, cosa mai
successa con Delio Rossi, e nell’aver spostato con successo alcune pedine sulla
stessa scacchiera, vedi Rossettini e Brienza. Inoltre, Donadoni si sta
rivelando col passare dei giorni un formidabile motivatore. Andiamo quindi a
Verona animati da una moderata fiducia, sperando che Destro si sia davvero
sbloccato e che d’ora in avanti la squadra risponda finalmente alle attese. Per
le rivoluzioni di mercato c’è tempo, ora bisogna sfruttare al meglio ciò che
passa il convento. Ricordando che Pantaleo Corvino ha sì sbagliato molte cose,
ma è stato tradito da Ilicic, che adesso fa il fenomeno in maglia viola, e che
Joey Saputo è stato chiaro fin dall’inizio riguardo ad un eventuale arrivo di
Didier Drogba. È bello sognare, ma è sempre meglio tenere strettamente d’occhio
la realtà, se non si vuole andare incontro a brutte sorprese.
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