Angelo Schiavio, nato a Bologna il 15 ottobre 1905 e sempre a Bologna scomparso il 17 settembre 1990. Attaccante. Ha militato nella squadra rossoblu dal 1922 al 1938: 364 presenze (169 prima dell’istituzione del girone unico, 179 in A, 1 in Coppa Italia, 12 in Coppa Europa Centrale, 3 nel Torneo dell’Esposizione di Parigi) e 250 gol (133 prima dell’istituzione del girone unico, 108 in A, 7 in Coppa Europa Centrale, 2 nel Torneo dell’Esposizione di Parigi). Per dirla con due sole parole, un mito.
Per 16 stagioni, il centravanti titolare del Bologna degli anni d’oro vinse 4 scudetti (1925, 1929, 1936, 1937), 2 coppe Europa (1932,1934) e il Torneo dell’Esposizione di Parigi nel 1937. Capocannoniere della serie A nel 1931-32, con 25 reti, è il migliore realizzatore rossoblu in gare ufficiali, con 252 gol al suo attivo e una media di 0,70 gol a partita. Fu campione del Mondo nel 1934, realizzando il gol decisivo per il titolo iridato. Collezionò 21 presenze in maglia azzurra segnando 15 reti prima prender parte alla Commissione Tecnica per la direzione della Nazionale azzurra. E' stato anche allenatore del Bologna in due occasioni: nel dicembre del 1933, insieme a Genovesi e Perin, e nel gennaio del 1946, ancora insieme a Genovesi.
« Fu il palleggio sicuro di Schiavio ad agevolare la sua azione di centravanti di sfondamento. Camminava e correva ondeggiando lievemente, sì che l'avversario non sapeva più da che parte prenderlo. Lo scatto pronto, autoritario. L'azione potente e veloce. Aveva un dribbling stretto, secco, imperioso. Il suo tiro era una fucilata. »
(Centravanti, di Bruno Roghi, Emilio Violanti e Giuseppe Meazza, Milano, Sperling&Kupfer, 1955, p. 87)
Nato da una famiglia di commercianti originaria di Gorla, piccola frazione affacciata sul Lago di Como fra i comuni di Veleso e Zelbio, Schiavio, in tutta la carriera, giocò nella massima serie SEMPRE E SOLO con la maglia del Bologna, senza mai cambiare squadra nelle sue 16 stagioni da professionista. Esordì in maglia rossoblu il 28 gennaio 1923, contro la Juventus, nel campionato di Prima Divisione 1922-1923. Prese il posto del forte e sfortunato Cesare Alberti, andando a segno ben 6 volte in 11 partite. L'anno seguente, se pur giovanissimo, contribuì a portare il Bologna alle finali di Lega Nord, perse contro il Genoa che divenne così campione d'Italia. Sarà nel 1925 che si affermerà definitivamente la stella di Schiavio con il primo storico scudetto del Bologna, legato anche alla celeberrima sfida infinita col Genoa nelle finali di Lega Nord, che comportò lo svolgimento di 5 partite, di cui addirittura tre di spareggio. Quell'anno Schiavio realizzò 15 reti, che a novembre gli valsero la convocazione in Nazionale. Attaccante di eccezionale classe e potenza, dotato di dribbling micidiale, Schiavio tenne una media realizzativa impressionante: nel campionato 1925-26, il Bologna raggiunse ancora la finale di Lega Nord, perdendo poi le tre partite contro la Juventus, ma Angelino andò a segno 26 volte in 23 partite. Nel 1928-29 (secondo scudetto del Bologna) segnò 29 reti in altrettante partite. Con l'avvento del girone unico, Schiavio fu ancora protagonista con lo “squadrone che tremare il mondo fa”, com'era allora chiamato il Bologna, diventando capocannoniere nel 1931/32 con 25 reti insieme al fiorentino Petrone, mentre l'anno dopo arrivò secondo, nonostante le 28 reti, dietro a Felice Borel, giovanissimo juventino che siglò il record di 29 gol in 28 gare disputate.
La rivalità tra Schiavio e Monti
Schiavio e Luis Monti furono protagonisti di numerosi episodi negativi nel corso delle rispettive carriere: il primo duro contatto tra i due avvenne il 15 agosto 1929, a Buenos Aires, nel corso della tournée in Sud America del Bologna. Nella gara Monti intervenne più volte sul centravanti felsineo e fu sfiorata la rissa in numerose occasioni.
Il secondo fu il primo maggio 1932, nella gara di campionato tra il club rossoblu e la Juventus: al 44º minuto Monti colpì Schiavio violentemente, stordendolo. Angelino fu trasportato a braccia fuori dal campo e ci volle oltre mezz'ora per rianimarlo del tutto. I due furono riappacificati anni dopo da Vittorio Pozzo.
Nel 1932 e 1934, grazie ai suoi gol, il Bologna riuscì a vincere, prima e unica squadra italiana dell'epoca, la Coppa Mitropa, che allora era il massimo trofeo continentale per squadre di club. In campionato si rese ancora protagonista, conquistando col Bologna il suo terzo scudetto nel 1935/36 e anche un quarto nel 1936/37, sebbene avesse giocato solo 2 gare segnando altrettante reti. Chiuse la carriera a 33 anni nel 1937/38 con poche altre gare. Nello stesso anno fu decisivo, segnando due reti, per la conquista del Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi, manifestazione nella quale il Bologna sconfisse in finale gli inglesi del Chelsea.
Con i suoi 242 gol segnati con la casacca rossoblu in 348 partite di campionato disputate, è il primatista assoluto nella storia del Bologna per reti segnate e il quarto realizzatore di tutti i tempi nella storia del campionato italiano, pre e post girone unico, dietro ai soli Silvio Piola, con 290 reti, Giuseppe Meazza, con 267 reti, e Francesco Totti, con 243 reti. La sua eccezionale media gol (0,70 a partita), è un primato tra i calciatori italiani, eguagliato solamente da Luigi Cevenini tra i giocatori che hanno segnato almeno 100 reti nella massima serie, e seconda in assoluto dietro a quella di Gunnar Nordahl (0,77 a partita). Per numero di presenze è il nono giocatore tra i rossoblu di tutti i tempi, avendo totalizzato 364 presenze in gare ufficiali.
« Angelo Schiavio, il centroattacco italiano che fra tutti quelli che ho conosciuto, mi ha impressionato di più. Gran bel giocatore, sano, forte, altruista era diventato l'idolo di Bologna e dell'Italia intera. Palleggiatore eccellente, Schiavio era capace di smarcarsi con sorprendente abilità, nel corpo a corpo era deciso, possedeva un magnifico intuito ed era anche generoso in campo. Se occorreva realizzare, Schiavio guizzava, colpiva palloni impossibili; un autentico uragano. Se bisognava preparare l'azione, attirava gli avversari su di sé e poi lanciava i compagni. Nelle mischie era il primo a buttarsi con ardore ineguagliabile. »
( Giuseppe Meazza )
"E al posto di volata Schiavio, l'autore morale del gol della vittoria; lo Schiavio dei tempi d'oro e delle giornate combattive. Che importa se il giocatore ha avuto, specie nel primo tempo, i suoi periodi di incertezza e di sbandamento ? Sono stati i palloni difficili, quelli che bisogna conquistare col talento e col cuore del combattente, i palloni che hanno illustrato la classe di Schiavio ! Certi dribblings rischiosi e brucianti sull'avversario che si avventa; certi autentici morsi alla palla per tenerla stretta; certi scatti da leopardo per vincere l'antagonista che non cede: ecco la partita del soldato da plotone d'assalto".
( Bruno Roghi, da "Il Littoriale" del 9 luglio 1929 )
Parlando di miti, la degna conclusione riguarda "il capitano" Marco Di Vaio (Roma, 15 luglio 1976), che oggi festeggia il suo trentanovesimo compleanno, e che è il nostro dirigente sportivo (Club Manager), nonchè ex calciatore italiano nel ruolo diattaccante.
Parlerò solo del Di Vaio rossoblu: il 21 agosto 2008, quasi al termine della sessione estiva di calciomercato, il Genoa lo cede in prestito oneroso al Bologna, neopromosso in Serie A. Parte subito titolare nella prima partita di campionato segnando il gol dell'1-0 nella gara poi vinta per 2-1 a Milano contro il Milan. In questa stagione supera il numero di gol (22) che segnò Roberto Baggio nell'anno in cui giocò nel Bologna, Il 17 maggio 2009 segna il gol numero 100 in A, siglando la rete del momentaneo 1-1 nella gara Bologna-Lecce.
Al termine del campionato 2008-2009 risulta secondo nella classifica marcatori con 24 reti, superato da Zlatan Ibrahimović, all'ultima giornata, con 25 reti.
Il 4 giugno 2009 il Bologna lo ingaggia a titolo definitivo con contratto biennale. La stagione 2009-2010 è quella del centenario del Bologna FC 1909 e Di Vaio, promosso capitano, contribuisce a far ottenere la salvezza alla squadra. Il 25 aprile 2010 segna una doppietta decisiva per la salvezza nella gara interna contro il Parma, terminata 2-1 per i felsinei. A fine campionato raggiunge 12 centri stagionali.
Il 14 novembre 2010 realizza il gol decisivo nella sfida Bologna-Brescia raggiungendo quota 43 reti con la maglia felsinea, eguagliando il numero di gol segnati da Giacomo Bulgarelli. Il 26 febbraio 2011 segna una doppietta alla sua ex squadra, la Juventus, portando così alla vittoria la squadra rossoblu in casa dei bianconeri dopo trent'anni in campionato. Di Vaio, con la doppietta rifilata alla sua ex-squadra, arriva a 16 reti nella stagione 2010-2011, superando così Gianni Rivera tra i marcatori di sempre in Serie A ed agganciando Roberto Bettega a quota 130 reti. Il 6 marzo, in occasione della partita casalinga contro il Cagliari, raggiunge la presenza numero 100 con la maglia rossoblu: per l'occasione gli viene consegnata dalla società e dal presidente onorario Gianni Morandi una targa commemorativa, e dalla città riceve invece il Nettuno d'Oro, un'alta onorificenza bolognese che ha restituito per uno scandalo sui pass per handicap e che gli è stata nuovamente riconsegnata dopo l'archiviazione della sua posizione; quest'ultimo riconoscimento, tra i personaggi sportivi, era stato assegnato soltanto a Giacomo Bulgarelli ed Alberto Tomba. Anche grazie al suo contributo (19 reti segnate) la squadra conquista la salvezza.
Anche nella successiva stagione raggiunge la doppia cifra, segnando 10 goal che aiuteranno la squadra a terminare il campionato al 9º posto con 51 punti, secondo miglior piazzamento negli ultimi 10 anni. Il 19 febbraio 2012 segna una doppietta a Milano... Un 3-0 (finale) che permette al Bologna di battere l'Inter dopo 9 anni. Il 4 maggio 2012, alla vigilia della partita, poi vinta 2-0, contro il Napoli, dichiara che quella al Dall'Ara sarà la sua ultima partita in casa da rossoblu.
Il 24 maggio 2012 viene ufficializzato il suo passaggio al Montréal Impact, squadra militante nella MLS. Nel nuovo club incontra i connazionali Matteo Ferrari e Bernardo Corradi, a cui presto si aggiunge anche Alessandro Nesta, già suo compagno di squadra ai tempi delle giovanili della Lazio. Al primo anno segna 5 gol in 17 partite di campionato.
Con 2 reti in 3 presenze contribuisce a portare il Montréal Impact alla vittoria del Canadian Championship 2013.
Nel 2013 complessivamente gioca 40 partite e segna 22 gol campionato, coppa e Champions.
Il 3 ottobre 2014 Di Vaio annuncia il suo ritiro tramite la propria pagina Facebook, ringraziando la famiglia, i club e gli allenatori per i quali ha giocato e i propri tifosi. L'addio al calcio avviene il 25 ottobre, data dell'ultima partita di campionato, in cui Di Vaio realizza un gol nell'1-1 contro il DC United. In questa stagione ha giocato 27 partite e segnato 12 gol. Complessivamente nei suoi due anni e mezzo al Montreal ha giocato 84 partite e segnato 39 gol.
In totale in carriera coi club ha giocato 697 partite e segnato 268 gol.
Il 21 gennaio 2015 il Bologna, nel frattempo retrocesso in Serie B e con una nuova proprietà americana (che noi ben conosciamo ed amiamo, e che è la stessa che guida il Montreal...), lo nomina Club Manager con la responsabilità, sotto la supervisione del nuovo direttore dell'area tecnica Pantaleo Corvino, delle attività relative alla gestione della prima squadra. Inoltre, in coordinamento con le aree preposte, parteciperà alle iniziative di comunicazione organizzate dal club.
C'è da aggiungere altro?
Solo buon compleanno, Marco!!!
Alessandra Sportelli Negrini
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