Non è mia abitudine parlare o fare politica, anche perchè la politica non esiste più da tanto, tantissimo tempo...
Questo non toglie che si debba sempre imparare dagli e(o)rrori del passato.
In questa giornata della memoria, quindi, parlerò di sport... Di quello vero, di quello dove l'umanità era ancora al primo posto e contava veramente!
Di quello per cui la vita di un uomo era intoccabile e preziosa, e non ridotta, come ad oggi, a "capitale umano"... Ma per qualcuno non era così...
... Vi parlerò di Arpàd Weisz!
Arpàd Weisz, ungherese del 1896, talentuoso giocatore danubiano , gigantesca stella della Nazionale magiara e della squadra “Maccabi” di Brno, tutta composta da giocatori di origine ebraica.
Nel 1923 gioca contro l'Italia come ala sinistra scattante e micidiale, partecipa alle Olimpiadi di Parigi del 1924 con la nazionale ungherese che verrà, sorprendentemente, eliminata dall’Egitto.
I nazionali magiari sono particolarmente attratti dalle squadre italiane: vengono da noi "Hirzer la gazzella" alla Juventus, Molnar al Verona, Preuss al Mantova, Winkler al Modena, Powolny alla Reggiana, Rokker al Legnano, il portiere Feher al Novara e...
…e Arpàd Weisz al Padova, allora squadra di Divisione Nazionale.
Weisz è un’aluccia pericolosa e si fa notare presto, tanto che la stagione successiva passa all’Ambrosiana-Inter, che già allora era una società potente economicamente.
Weisz, però, non è fortunato, perchè gioca solo dieci partite con la squadra di Milano e poi subisce un gravissimo infortunio che lo costringe a sospendere l’attività agonistica.
Ha solamente trent'anni...
Arpàd Weisz è un guerriero e non si arrende!
Si è sposato con l’amica d’infanzia Helena e ha due figli, Robert e Klara.
Conosce perfettamente il gioco del calcio, Vittorio Pozzo e il calcio internazionale.
Debutta come allenatore del Padova 1926-1927 ottenendo un piazzamento tranquillo.
Le sue capacità non sfuggono ai tecnici italiani e nell’estate del 1927 torna all’Ambrosiana-Inter nel ruolo di allenatore.
Resterà a Milano cinque anni, lanciando sulla scena nazionale il grande talento di Giuseppe Meazza e conquistando lo scudetto 1930. Il primo, e ancora unico, allenatore di soli 34 anni ad aver vinto uno scudetto!
Nonostante tutto, però, non viene riconfermato e passa ad allenare il Bari neopromosso, traghettandolo verso la salvezza.
Nel 1932, dopo esplicita ed insistente richiesta di Meazza, torna ad allenare l’Ambrosiana.
Comincia ad insegnare i segreti del gioco danubiano, considerato a quei tempi il migliore in assoluto.
Il campionato vede la netta supremazia della Juventus, e i nerazzurri non si accontentano del secondo posto.
Nuovo trasloco per Arpàd Weisz che retrocede in serie B al Novara, società decisamente ambiziosa!
L’allenatore magiaro dà alla squadra la propria personalissima impronta e la promozione sfuma per pochi punti: passa il Genova.
Weisz ha comunque lanciato molti giocatori di qualità, e il Novara conquisterà la serie A nella stagione successiva.
Finalmente, nel 1935-1936, Weisz trova la sua società ideale: il Bologna!
E' quel Bologna "che tremare il mondo fa".
Mette in campo una squadra formidabile, esaltata dagli uruguayani Sansone, Fedullo, Andreolo; dai campioni del mondo Biavati, Schiavio, Montesanto, Ceresoli, e da altri giocatori di provata validità.
Con il Bologna l’allenatore ungherese vince gli scudetti del 1936 e 1937, arrestando l'egemonia della Juventus, e getta le radici per gli scudetti del 1939 e 1941.
Sta veramente operando un magnifico lavoro al Bologna!
Nel 1938, purtroppo, anche in Italia devono essere attuate le abominevoli leggi razziali.
Arpàd Weisz deve dimettersi dopo aver battuto la Lazio... Ordini irrevocabili dall'alto...
L’aria comincia a diventare irrespirabile e Weisz si rifugia prima a Parigi, per poi riparare in Olanda, dove riesce ad allenare per un paio di campionati una piccola squadra di Dordrecht.
Dirigenti e giocatori olandesi fanno di tutto per salvargli la vita e, quando arrivano le truppe e la polizia naziste, fanno di tutto per nasconderlo...
Purtroppo, nell’agosto del 1942, forse a causa di una "soffiata", tutta la famiglia Weisz viene arrestata dalla Gestapo.
Vengono indirizzati nei lager di Westerbrok e Cosel, nell’Alta Slesia.
Poi, il definitivo trasferimento ad Auschwitz, dove Helena e i giovani Robert e Klara sono immediatamente gassati.
Arpàd sopravvive fra gli stenti, le malattie, la fame fino al 31 gennaio del 1944, quando muore insieme ad altre migliaia di ebrei, condannati come lui per la sola provenienza etnica... La matrice dell'odio del più stupido dei pregiudizi...
Non aveva ancora 48 anni.
Arpàd Weisz è stato uno dei più intelligenti giocatori e tecnici del calcio mondiale... Di lui rimane sicuramente un libricino giallo sul "giuoco del calcio" ( Veisz-Molinari... Weisz con la V...) che tutti gli allenatori amano...
... Per non dimenticare!!!
Alessandra Sportelli Negrini
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