Dopo il felice debutto culminato nella preziosa vittoria ottenuta in
casa dell’Inter, Sinisa Mihajlovic è chiamato a confermare l’inversione di
tendenza impressa alla squadra affrontando un’altra avversaria storica dei
Rossoblù, quel Genoa che, ai tempi d’oro, attirò perfino le revolverate dei nostri
supporters. In senso figurato, se quella con l’Inter è la madre di tutte le
partite, questa è la nonna. In territorio bolognese, le lanterne genoane non
hanno mai brillato troppo: si contano ben 61 precedenti, sparsi fra Prima
Divisione, Serie A, Serie B e Coppa Italia, con 30 vittorie del Bologna, 9 del
Genoa e 22 pareggi. La nostra vittoria più robusta è il 5-3 ottenuto il 22
ottobre 1939, tripletta di Puricelli e gol di Reguzzoni e Boriani, a cui
replicarono i genoani Neri, Scarabello e Gabardo. Fu invece in Coppa Italia, il
16 maggio 1943, che il Genoa ci rifilò la batosta più solenne: 5-2, doppiette
di Sotgiu e Ispiro e tocco finale di Trevisan, contro i nostri Nardi e Sansone
( quello “ vero “ ). Risale al 28 febbraio 1937 lo spettacolare 4-4 maturato
fra due squadre in lotta per lo Scudetto: per noi doppietta di Andreolo e gol
di De Filippis e Corsi, per loro doppietta di Arcari e gol di Fasanelli e
Marchionneschi. Domani, nella collocazione doppiamente scomodosa delle 12.30 e
della telecronaca ( ? ) DAZN, riceviamo la visita di una squadra decisamente
rigenerata dalla cura-Prandelli ma ancora alla ricerca di una certa stabilità. Le
circostanze in cui è maturata la nostra vittoria a San Siro contro l’Inter
lasciano spazio a tutte le possibili soluzioni: la furibonda reazione di Sinisa
allo scellerato retropassaggio iniziale di Poli testimonia come, in precedenza,
troppe sviste restassero impunite, tanto è vero che gli stessi Mimì&Cocò,
ovvero i telecronisti SKY, hanno sottolineato il differente approccio alle
partite da parte del serbo rispetto al suo predecessore. Insomma: le colpe
principali del dissesto attuale vanno imputate a Fenucci e Bigon, ma l’inesperienza
e lo scarso polso di Inzaghi hanno inciso in maniera notevole. In sintesi: i
reduci della mancata ristrutturazione di gennaio sono gli stessi che, a inizio
stagione, avevano ridicolizzato la Roma, prima di imboccare la discesa
verticale; con un tecnico ruvido al tatto come Mihajlovic questi soggetti
possono essere indirizzati ad un rendimento sicuramente più redditizio. Per cambiare
in meglio, una volta ottenuta la salvezza, durante l’estate ci sarà tutto il
tempo. Al momento, Sabatini, Corvino o chi per loro non hanno il potere di
incidere sul nostro cammino. Quindi, pronostico triplo, sperando di andare
incontro ad una rassicurante continuità. Buona partita a tutti.
Paolo Milito
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