Si potrebbe cominciare da qualsiasi punto di vista: dalla massiccia
adunata di Tifosi Rossoblù, organizzata A SOSTEGNO di qualcuno e non CONTRO
qualcuno, a differenza di quanto qualcun altro vorrebbe far credere; dal
discutibile comportamento di Riccardo Bigon, che se ne esce con delle
affermazioni sconcertanti e improntate ad un falso ottimismo, come se il mondo
circostante non si fosse accorto che ha bloccato l’ex C.T. azzurro Prandelli
per rimpiazzare Inzaghi nel caso, purtroppo probabilissimo, che domani la Roma
trovi contro di noi il pronto riscatto dopo la sconfitta rimediata mercoledì a
Madrid; dal grido di allarme, ahimè rimasto inascoltato, lanciato da parecchi
fessi, fra i quali il sottoscritto, che imploravano la dirigenza di non far
partire anche il giovane Di Francesco jr. dopo aver perso Verdi ( e i risultati
li stiamo vedendo, col Sassuolo che ringrazia e ride a crepapelle ). Ma sarebbero
tutte chiacchiere senza costrutto. Meglio quindi far parlare i numeri, sperando
che la musica cominci a cambiare. Al Dall’Ara Bologna-Roma, che si disputa
domani nell’ormai insolita collocazione delle ore 15 di domenica, vanta la
bellezza di 74 precedenti, distribuiti fra Prima Divisione, Serie A e Coppa
Italia; 32 le vittorie Rossoblù, contro 20 della Roma e 22 pareggi. Le aride
statistiche raccontano che la nostra vittoria più robusta risalga al 29 giugno
1930: finì 5-2, tripletta di Maini, gol di Busini e autogol del giallorosso
Degni a cui replicarono Volk e un certo Fulvio Bernardini, destinato in seguito
a portare molto in alto i nostri colori. Per contro, il 23 novembre 2003
incassammo un sonoro 4-0, dovuto a Totti, Montella, Panucci e Cassano. In due
occasioni, poi, è finita 3-3: il 9 novembre 1930, doppietta di Maini e gol di
Reguzzoni a cui risposero Chini, Lombardo e Volk, e il 27 gennaio 2013, in una
gara ricca di capovolgimenti di fronte in cui segnarono Gilardino, Gabbiadini e
Pasquato per il Bologna e Osvaldo, Florenzi e Tachsidis per la Roma. Nel corso
degli anni, comunque, si sono viste varie situazioni particolari, come il 19
gennaio 1964, recupero di una gara saltata in precedenza, concluso con un
perentorio 4-0 che diede ai nostri eroi la certezza di poter lottare per uno
scudetto che di lì a poco sarebbe stato messo a rischio dalla vergognosa
vicenda del doping; oppure la notte del 25 settembre 2004, partita vinta dai
nostri ridotti in 9 per 3-1 con annesso gran finale del tecnico giallorosso
Voeller che salutò la compagnia sbattendo la porta, incazzato nero con una squadra
incapace di sfruttare la superiorità numerica; o ancora quella del 21 novembre
2015, ovvero la famigerata partita di pallanuoto conclusa dallo show di Destro
lanciatissimo a far giri di campo mezzo nudo sotto il diluvio dopo aver segnato
contro una squadra con cui si era lasciato in malo modo. Domani si
affronteranno due squadre, per motivi opposti, in difficoltà. Il differente
tasso tecnico non lascia grandi speranze, anche perché la nostra classifica
disastrosa non dipende tanto dalla presunta inesperienza di Pippo Inzaghi
quanto piuttosto dall’inconsistenza di certi elementi arrivati sotto le Due
Torri in capo a percorsi quantomeno discutibili. Fino al fischio finale, però,
preferisco sperare che qualcosa cambi, che l’innegabile impegno profuso dal
mister e dai giocatori porti a qualcosa di concreto e che si possa finalmente
commentare un risultato positivo. In caso contrario, vedremo il da farsi.
Paolo Milito
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