Dopo la classicissima di coppa in
trasferta, domani ci attende un impegno casalingo contro un’altra avversaria
storica, con la quale ci siamo contesi per anni il dominio della ribalta
calcistica nazionale ed internazionale: quel Torino che rievoca immancabilmente
il famigerato non-scudetto del 1927, che ogni tanto viene puntualmente
reclamato da qualcuno senza nessun diritto ( nel corso degli anni ho contato
ben sei squadre che hanno avanzato pretese, dimenticando il piccolo particolare
del nostro secondo posto in classifica ). Sotto le Due Torri il confronto conta
ben 64 precedenti, con un bilancio decisamente favorevole ai nostri colori: 34
vittorie contro 12 sconfitte e 18 pareggi. La nostra vittoria più consistente
risale al 7 marzo 1956: 6-1, con tripletta di Pivatelli, doppietta di Pascutti
e tocco finale di Pozzan, a cui replicò il gol della bandiera granata messo a
segno da Bacci. In due occasioni, invece, si è verificato il maggior scarto a
favore del Torino, ossia 3-0: il 9 ottobre 1938 segnarono Petron, Gaddoni e,
curiosamente, un giocatore che di cognome faceva Bo ( … è tutto vero !!! … ),
anche se poi, a fine campionato, fummo noi a vincere lo scudetto precedendo sul
traguardo proprio i granata; il 10 ottobre 1976, invece, il risultato fu dovuto
a una doppietta di Graziani in aggiunta ad un gol di quel Garritano che in
seguito avrebbe indossato egregiamente i nostri colori. Più che per il pur
notevole risultato finale, 5-2, si ricorda la vittoria da noi ottenuta il 13
dicembre 2008 a causa di un episodio accessorio: al momento di battere un
rigore, Marco Di Vaio cedette il passo a Bernacci, e a fine campionato quel gol
non segnato fu determinante per far vincere la classifica dei cannonieri a
Zlatan Ibrahimovic. Quanto ai pareggi, nel corso degli anni per ben otto volte
il punteggio finale è stato di 2-2. Per le conseguenze avute, spicca quello del
13 aprile 2013: a segnare il gol del definitivo pareggio fu l’allora capitano
granata Rolando Bianchi, proprio mentre l’arbitro fischiava la fine; tale
prodezza fece scoccare una scintilla che portò il nostro presidente Guaraldi ad
ingaggiare il giocatore con un sontuoso e interminabile contratto dal quale,
nel tempo, ci siamo liberati a fatica dopo una convivenza difficile e poco
esaltante. Un po’ come è avvenuto nelle ultime ore: manca ancora l’ufficialità,
ma a quanto pare Robert Acquafresca ha finalmente trovato un approdo in quel di
Terni, mettendo fine ad una fin troppo lunga tragicommedia. Scherzi a parte,
domani riceviamo un Toro in discreta salute, rincuorati dalla gagliarda e
sfortunata prestazione di San Siro contro l’Inter. Il match di Coppa Italia ha
evidenziato una volta di più l’utilità alla causa di Dzemaili, il gran valore
di tutto il complesso e al tempo stesso lo sconcertante stato di fatto di
Mattia Destro. Su di lui si è detto e scritto di tutto, abbiamo constatato
quanto sia permaloso ed ombroso, la Società lo ha assecondato in tutti i suoi
capricci, tanto è vero che si sono lasciate scappare delle grosse occasioni
proprio allo scopo di non fare ombra e quindi non mettere in difficoltà il
nostro elemento più pregiato. Adesso, però, la faccenda sta diventando
deleteria: Destro segna poco e gioca male, il suo contributo è sempre più
modesto, se non è una zavorra come Bianchi o Acquafresca comincia ad
avvicinarcisi moltissimo. Ecco perché ieri non ho tremato quando si è sparsa la
voce di un suo possibile passaggio alla Fiorentina: sotto sotto, Destro dà la
sensazione di sentirsi sminuito a giocare nel Bologna, per cui se lo si
vendesse, ovviamente in cambio di un adeguato corrispettivo, la cosa potrebbe
risolversi in piena soddisfazione di entrambe le parti in causa. Ma tant’è. In attesa
di vedere all’opera Petkovic, abbiamo salutato anche Floccari, passato alla
SPAL, e attendiamo fiduciosi il pieno recupero di Verdi, oltre ad un
chiarimento sulle effettive intenzioni di Sadiq. Per tacere della
questione-Dzemaili: quasi in contemporanea, da una parte Saputo ha annunciato
che, in caso di salvezza del Bologna già acquisita, il centrocampista svizzero
potrebbe anticipare ai primi di maggio il proprio sbarco in terra canadese,
dall’altra Donadoni si è detto fiducioso di convincere il Presidente a lasciare
il giocatore in Rossoblù per almeno un’altra stagione. Ovviamente questa
discordanza non gioca a favore dell’immagine del club, ne’ mette di buonumore
la tifoseria. Insomma, l’aria non è del tutto tranquilla; per nostra fortuna,
però, disponiamo di un telaio decisamente migliore rispetto a tempi anche non
troppo lontani. Non serve uno sforzo titanico: basterà affrontare il Toro col
piglio messo in mostra contro l’Inter, soprattutto nel finale, mantenendo alta
la concentrazione e possibilmente evitando gli scivoloni maldestri che in
alcune occasioni abbiamo pagato a caro prezzo. E adesso, parola al campo.
Paolo Milito
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