Uno strano finale d’agosto. Una serie di
eventi per nulla rassicuranti. A cominciare dalla sonora sconfitta rimediata a
Torino. Dovuta, a mio avviso, al fatto che Donadoni ha lasciato in panchina due
giovani che fino a quel momento erano stati molto convincenti, in aggiunta ad
una serie poco opportuna di spostamenti operati fra i giocatori messi in campo.
Ora, il mister è padronissimo di effettuare gli esperimenti che meglio crede;
sarebbe opportuno, però, che svolgesse certe pratiche al chiuso di Casteldebole
piuttosto che durante una partita ufficiale, soprattutto in casa di un cliente
ostico come il Toro. Dopo di che, la sconcertante giornata di chiusura del
calciomercato. Va detto che non tutte le colpe sono dei nostri dirigenti. Prendiamo
ad esempio il caso di Mirante. Si tenga presente innanzi tutto che il nostro
portiere si è sentito male lunedì 29 agosto. La mattina del 31 il primo a
diffondere la notizia è stato l’immancabile Gianluca Di Marzio, annunciando che
il Bologna era alla ricerca di un portiere, e che ciò era dovuto sicuramente ad
una decisione repentina di Mirante pronto, guarda caso all’ultimo momento
disponibile, a mandarci col culo per aria accettando le proposte della Juve,
che lo aveva cercato in quanto elemento proveniente dal suo vivaio. Poco dopo,
ad accrescere la confusione, ci si è messo un altro immancabile, Michele
Criscitiello, sostenendo che in realtà a partire sarebbe stato Da Costa, promesso
sposo del Bari. Da quel momento abbiamo assistito ad una grottesca rincorsa da
parte di presunti beninformati, ognuno pronto ad aggiungere la propria versione
dei fatti, si trattasse di un ammutinamento del portiere per questioni
economiche o di un problema familiare che lo avrebbe costretto a trasferirsi a
Torino, dove ha una casa. La realtà, come sappiamo, era ben diversa. Resta da
capire fino a che punto il diritto di cronaca possa legittimare certe manovre
di disinformazione. Comunque, il finale del mercato non è stato quello che ci
aspettavamo: eravamo tutti fiduciosi nel colpaccio finale, e invece, dopo
Giaccherini e Diawara, abbiamo perso altri due elementi preziosi come
Rossettini e Brienza, lasciati partire per motivi legati al contenimento delle
spese. Per tacere della vicenda legata al mancato arrivo di Cerci: anche qui
tante perplessità, perché resta difficile da capire come si possa procedere all’acquisto
di un giocatore che tre giorni prima non aveva superato le visite mediche a cui
lo aveva sottoposto la Lazio. Certo, complessivamente il Bologna sembra aver
portato a termine un buon mercato. In fin dei conti, sono arrivati dei giovani
molto promettenti da impiegare in dei ruoli-chiave, tipo Krejci, Nagy e il
possibile vice-Destro, il nigeriano Sadiq, oltre a due elementi di sicuro
affidamento come Dzemaili e Torosidis. Fenucci, in conferenza stampa, ha
invitato tutti alla calma, ricordando che l’obiettivo di quest’anno è fare un
punto in più del campionato precedente. Ma non mi convince del tutto. Saputo non
è Guaraldi, quindi qualche sforzo in più lo si potrebbe fare. Mi sta bene che
si cerchi di contenere le spese dopo la gran massa di milioni impiegati nel
salvataggio del club, ma il Presidente dovrebbe ricordarsi che in Italia, a
differenza del Canada, esistono le retrocessioni, per cui un’adeguata copertura
di spalle non è mai disdicevole. Vabbè, ormai i giochi sono fatti. Donadoni è
comunque un tecnico che sa fare bene il proprio mestiere, per cui non dovrebbe
avere grossi problemi ad ottenere il famoso punto in più. Per quanto riguarda i
grandi sogni, ahimè, temo che la strada sia ancora molto lunga, e tutta in
salita. A noi non resta che stringerci attorno a questi ragazzi, sostenendoli
con tutto il calore possibile.
Paolo Milito
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