Nei tre anni della sua presidenza, Albano Guaraldi si è distinto soprattutto per l'inaffidabilità delle sue affermazioni, continuamente in contrasto fra loro. Ci siamo ormai persi il conto delle solenni promesse rilasciate davanti ai microfoni della stampa e puntualmente disattese. Per cui non c'è da stupirsi se, di fronte al famoso buco di 39 milioni nel bilancio, qualcuno di quelli che c'erano nel 1982 cominci a coltivare cattivi pensieri, ritenendo che il presidente barbuto si sia incamminato sul percorso che porta a seguire la ricetta di Tommaso Fabbretti. Per i più giovani ricordo quanto avvenne allora: il Bologna era appena retrocesso in Serie B; il presidente Fabbretti, l'ultimo giorno di mercato, vendette Roberto Mancini alla Sampdoria, scatenando le ire del tecnico Gigi Radice che se ne andò sbattendo la porta. Qualche mese dopo, Fabbretti finì in carcere, dopo la scoperta di un fatto sconcertante: aveva versato i soldi ricevuti dalla Samp nelle casse delle sue aziende private anzichè in quelle del Bologna, rimasto così privo di fondi per pagare gli stipendi e condannato a rotolare in Serie C. Certo, è un sospetto tremendo, che coinvolge anche gli altri soci azionisti, ma è più che comprensibile: come mai il Bologna soffre di una perdita così grave pur avendo incassato, fra cessioni dei giocatori, sponsor e diritti TV, più di 150 milioni ? Fin qui, comunque, siamo nel campo delle supposizioni. Del resto la realtà non è tanto rassicurante: venerdì scorso, dopo aver giurato e spergiurato di essere in grado di far fronte a tutti gli impegni incombenti, Guaraldi non ha pagato la dovuta rata Irpef, provocando così un punto di penalizzazione per il Bologna da scontare nel prossimo campionato, a prescindere dalla categoria. E sì che ne ha fatte di giravolte il presidente, dal giorno in cui è finito il campionato: prima di tutto ha chiesto a gran voce l'aiuto di Massimo Zanetti, poi ha cercato in tutti i modi di indispettirlo offrendo un pranzo a Zdenek Zeman, ingaggiando Filippo Fusco in un ruolo destinato per natura a Luca Baraldi, portandosi dietro a Treviso un capo ultrà in un colloquio con Zanetti, contattando gli eredi del cane Gunther, convocando in un ristorante i presidenti delle Associazioni di Tifosi e quindici ultras per dire loro che, a suo avviso, Zanetti non è molto convinto di andare fino in fondo. Nel mezzo, l'incarico a Fusco di convincere i giocatori a rinunciare a due mensilità di stipendio. Ma le bugie hanno le gambe corte, e, dopo i fatti di venerdì, pian piano i nodi stanno venendo al pettine. Intanto, gli uomini di Zanetti sembrano orientati a convincere il re del caffè ad optare per un fallimento pilotato, per cui potrebbe succedere che, nell'assemblea degli azionisti del 12 giugno, l'ex presidente ritiri la propria quota azionaria, in modo da non incorrere nella norma di legge che gli impedirebbe di rilevare la Società fallita. In secondo luogo, gli uomini scelti come copertura stanno prendendo le distanze da Guaraldi: il leader di " Beata Gioventù " ha fatto sapere, a mezzo stampa, di non ritenerlo più affidabile; il presidente di " Futuro Rossoblù " si è espresso in termini molto pesanti, prima in un'intervista ad un quotidiano locale poi in un comunicato diretto a noi associati, raccontando di sentirsi preso ... diciamo in giro; l'avvocato Fusco sta seriamente meditando di mollare tutto. A questo punto, vista la mala parata, il presidente barbuto ha annunciato che nel CDA convocato per il 4 giugno si presenterà dimissionario. Ciò significa che il 12 giugno le operazioni verranno formalmente gestite da un'altra persona, che potrebbe essere Marco Pavignani o lo stesso Filippo Fusco, se non addirittura, sfruttando un particolare cavillo normativo, il notaio Carlo Vico, presidente dei Professionisti Rossoblù ed accanito avversatore di tutte le azioni guaraldiane, dal licenziamento di Salvatore Bagni in poi. Per nostra fortuna, uno spiraglio positivo arriva dalle istituzioni, in passato spesso latitanti nei momenti di difficoltà attraversati dal nostro glorioso club: il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, è tornato alla carica chiedendo in vari modi a Zanetti di fare uno sforzo e rilevare comunque la proprietà, senza tener conto delle spese ingenti ed offrendo una fattiva collaborazione della Giunta Comunale per la risoluzione dei vari problemi. Insomma, il Dottor Merola cavalca la tigre di una grande speranza. Intanto l'amara realtà parla di un'attesa ancora lunga, procedendo in un percorso a tappe che dovrà obbligatoriamente concludersi entro giugno per non vedere il Bologna scomparire nel nulla. Quindi, per adesso aspettiamo il CDA del 4 giugno. Il seguito alla prossima puttanata. ... OOOPSSS !!!! ... Scusate, volevo dire puntata !!! ...
Paolo Milito
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