Personalmente,
non dovrei avere, una volta passato il 31 dicembre, buoni motivi per ricordare
con piacere questo 2019. Anche in ambito calcistico la situazione non mi ha
dato grandi spunti di allegria: la malattia di Sinisa, per esempio, così come l’aver
perso, nel giro di un mese esatto, due grandi punti di riferimento come Giorgia
Mattioli e Gianfranco Civolani. Però c’è un però. Fermo restando che certi
dispiaceri fanno parte della vita, non è piacevole quando, al dispiacere, si
aggiungono rotture di scatole gratuite e deliberate, come quella che sto per
raccontarvi. Premesso che: 1) Avevo impostato su Facebook i post di Radio Nettuno
con priorità assoluta; 2) Il Civ era un signore di ormai 84 anni, e da quasi
due combatteva con una grave malattia, di cui ero al corrente; 3) Da una decina
di giorni Gianfranco non pubblicava più nemmeno sui mini social, per cui avevo
dedotto che non se la passava benissimo; tutto ciò premesso, quando sabato
sera, a tarda ora, mentre ero intento a discutere su Facebook con gli Amici
Rossoblù di come si era svolta l’infelice partita contro l’Inter mi sono
ritrovato fra i denti, all’improvviso, un riquadro nero, caricato da Radio Nettuno,
che diceva “ Ciao, Civ “, passato lo sbigottimento iniziale ho immediatamente
condiviso sul mio profilo e sulla pagina del gruppo che gestisco insieme ad
Alessandra Sportelli Negrini. Non l’avessi mai fatto: dopo pochi minuti, uno
degli speaker di punta di Radio Nettuno se ne esce con una rampogna in cui non
mi chiama per nome, ma fa ampio riferimento al degrado provocato dalle fake
news e alla rete diventata una giungla a misura di sciacalli in cerca di facili
scoop, precisando che il Civ è ancora vivo, anche se in coma. E qui c’è un
altro però: tecnicamente ci ho messo tre secondi ad annullare le due
condivisioni incriminate, però SIETE STATI VOI A COMINCIARE: il post lo ha
caricato uno dei vostri, che solo ieri pomeriggio ha avuto la faccia di scusarsi
per la cappella; io ho solo CONDIVISO, ripeto: CONDIVISO. Anche perché, non
essendo di Bologna, non potevo essere certo in condizione di essere informato
di certe cose in tempo reale, tanto è vero che, 24 ore dopo, ho appreso dell’effettiva
morte del Civ al termine della fiction dedicata a Mariele Ventre. Non bastasse,
ci si è messa anche Wikipedia: ovviamente, prima di annullare le condivisioni
sono andato a cercare conferme in rete, e su Google si è verificato un fenomeno
strano, vale a dire che il box visibile immediatamente dava il Civ per morto,
con tanto di date anagrafiche, mentre la pagina ufficiale non parlava neppure
della malattia, trattandolo come vivo e vegeto. Non so come spiegare: in genere
si parla di bue che chiama cornuto l’asino, in questo caso siamo alle prese con
chi fa depistaggio e poi ti dà pure pubblicamente del coglione per esserci
cascato. Non ci siamo. Almeno ai miei occhi, il team di Radio Nettuno non ha
fatto una gran bella figura. E la cosa mi scoccia immensamente, pensando a quei
giorni del passato in cui, col Bologna oscurato dai media nazionali dopo la
retrocessione del 2005, l’emittente radiofonica, che trasmetteva sul satellite
appoggiandosi a E’ Tv, era diventata l’unica fonte a cui attingere per avere
notizie certe e attendibili sulla mia squadra. Una radio che era anche la
seconda casa del Civ. Vabbè, sono comunque consapevole che al mondo si vede
molto di peggio, però mi sento di consigliare a certa gente di agire con più
cautela, visto il notevole bacino di utenza. Appuntamento ad occasioni
migliori.
Paolo Milito
Nessun commento:
Posta un commento