… che non vinciamo uno Scudetto. E domani
pomeriggio affronteremo, in un derby tradizionalmente ostico, la prima di una
lunga serie di finali che dovranno evitarci l’incombenza di un nuovo “ giro di
valzer “ nelle categorie inferiori. Dovesse andar bene, non saremo a metà
strada tra Ferrara e la luna, ma quanto meno potremo pianificare l’immediato
futuro con più tranquillità. Diversamente, credo non ci sia altra soluzione che
sostituire l’allenatore. Sorvolando sul fatto che ci toccherà, ancora una
volta, la ribalta oscurata di DAZN, ci siamo avvicinati a questo match in mezzo
a una serie di voci contraddittorie, di colpi di mercato prima annunciati e poi
sfumati, di insulti, contestazioni e mezze verità prima ammesse e poi negate. Per
esempio, Destro esplicitamente messo fuori rosa, o Dzemaili autorizzato a
cercarsi una sistemazione soddisfacente. O, peggio ancora, squadre argentine
che cercano di portarci via il migliore dei nostri attuali giocatori, Palacio. Il
tutto, bilanciato da acquisti che non mancano di sollevare perplessità. Meglio,
quindi, lasciare spazio ai numeri e attendere gli eventi. Dunque: in terra
ferrarese il match conta 30 precedenti, distribuiti fra Prima Divisione, Serie
A, Serie B, Serie C e Coppa Italia. Bilancio favorevole ai nostri colori, con 13
vittorie contro 8 della SPAL e 9 pareggi. La nostra vittoria più sonante risale
al 15 febbraio 1925, in Prima Divisione: vincemmo 4-0, doppietta di Angiolino
Schiavio accompagnata dai gol di Della Valle III e Perin; il 6 luglio 1958, in
Coppa Italia, furono invece i padroni di casa a bastonarci sonoramente con un
perentorio 6-2, dovuto alle doppiette di Oltramari e Sorio ed ai gol di
Malatrasi e Macor, a cui replicammo con Pascutti e Fogli. Per quanto riguarda i
pareggi, tutti al minimo sindacale, ovvero 0-0 oppure 1-1. In questa occasione,
gli odiati cugini non ci precedono di molto in classifica, ma sicuramente sono
afflitti da meno preoccupazioni. Le ultime uscite dei Rossoblù, a dispetto
delle sconfitte rimediate, hanno comunque evidenziato dei progressi
confortanti. Mi auguro quindi che l’innesto dei nuovi arrivi produca qualcosa
di buono. E mi fermo qui, lasciando la parola al campo.
Paolo Milito
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