Parli del Palermo e ti viene in mente l’ultimo
grande successo conquistato dal Bologna, la Coppa Italia del 1974, giunta al
termine di una finale sofferta, disputata all’Olimpico di Roma e risolta ai
calci di rigore con tanto di beffa finale, ovvero il tabellone luminoso che
riportava come marcatore decisivo il nome di Giovanni Mei anziché quello del
vero autore del gol, ossia il giovanissimo Eraldo Pecci. A causa delle alterne
fortune dei siciliani, il confronto non vanta una lunga tradizione, nonostante
il primo incrocio tra le due squadre sia avvenuto più di ottant’anni fa. Tra Serie
A e Serie B, in casa rosanero il match è andato in scena finora per 28 volte;
17 le vittorie del Palermo, solo 2 quelle del Bologna, e 9 pareggi. Per ben tre
volte i padroni di casa si sono imposti col punteggio finale di 4-1: il 15
febbraio 1953 ( doppietta di Bettini e gol di Sukru e De Grandi, a cui rispose
il nostro Bacci ), il 19 aprile 2009 ( gol di Kjaer, Succi, Cavani e autogol di
Belleri in risposta a Marco Di Vaio ), e il 17 ottobre 2010 ( Pastore, Ilicic,
Pinilla e Bacinovic a cui replicò l’immancabile Di Vaio ). Per contro, una
delle due nostre vittorie risale addirittura al 25 novembre 1934, 1-0,gol di
Gasperi; l’altra invece fu ottenuta, in Serie B, il 26 maggio 1996, in pieno “ Torneo
dei Bar “: 2-1, gol di Paramatti e Savi in risposta al rosanero Scarafoni. Dunque,
una tradizione relativamente corta e comunque decisamente sfavorevole. Domani,
però, entreranno in ballo altri fattori, che con la cabala non hanno nulla a
che vedere: i numeri dicono che in classifica noi abbiamo 19 punti in più, e
che loro sono penultimi, quindi con un piede e mezzo in Serie B. Però ci sono
alcuni però. Innanzi tutto, nel corso della settimana c’è stato l’ennesimo
cambio di allenatore, a causa del quale ci troveremo di fronte Bortoluzzi anziché
la nostra vecchia conoscenza Diego Lopez; questo potrebbe aprire la strada a
due possibili soluzioni: un gruppo di gente smarrita, senza arte ne’ parte, in
totale confusione di idee e quindi facile preda dei nostri gattoni, oppure una
banda adeguatamente motivata dal nuovo tecnico e quindi improntata a giocare
alla morte per ottenere una vittoria utile a sperare ancora in qualche risvolto
finale positivo. Noi, per contro, opponiamo una squadra che domenica scorsa,
pur essendo presente in campo, aveva la testa altrove; Donadoni dovrà
sicuramente studiare una soluzione efficace per ovviare all’infortunio di Nagy,
la cui stagione si è conclusa anzitempo; per tacere di Destro, ormai un caso
disperato, e della stucchevole telenovela legata alla partenza di Dzemaili: una
storia nata male, gestita peggio e proiettata verso una conclusione comunque
non edificante per nessuno. In parole povere: il Palermo cercherà di ottenere
qualcosa di buono e quindi si impegnerà; per quanto riguarda i nostri,
preferisco non sbilanciarmi in previsioni, ben consapevole che, a dispetto
delle belle parole, potrei dover assistere ad un’altra disfatta simile a quella
rimediata contro il Napoli, vista la differenza di stimoli fra le due squadre. Lascio
la parola al campo, e vi auguro Buona Pasqua.
Paolo Milito
Nessun commento:
Posta un commento