Bologna-Roma è a pieno titolo una
classica del nostro campionato, oltreché un punto d’incontro di numerosi
percorsi incrociati: tanti sono i personaggi che, nel corso degli anni, hanno
scaldato i cuori di entrambe le tifoserie, da Fulvio Bernardini a Carletto Mazzone,
passando per Eraldo Monzeglio, Massimo Marazzina, Pablo Daniel Osvaldo,
Giovanni Piacentini, Francesco Antonioli, Amedeo Mangone, Marco De Marchi, Sinisa Mihajlovic, fino
ad arrivare alle esperienze più recenti con le alterne fortune di Mattia Destro
e la migrazione di importanti figure dirigenziali come Joe Tacopina e Claudio Fenucci.
Il match vanta la bellezza di 71 precedenti, distribuiti fra Serie A e Coppa
Italia. 31 le vittorie Rossoblù, 19 quelle della Roma, 21 i pareggi. La nostra
vittoria più cospicua è un fragoroso 5-2 ottenuto il 29 giugno 1930, tripletta
di Maini, gol di Busini III e autogol di Degni a nostro favore, a cui
replicarono Volk e ( udite, udite ) il futuro allenatore Rossoblù Fulvio Bernardini.
Il 23 novembre 2003, invece, fu la Roma ad infliggere al suo antico Maestro
Carletto Mazzone una durissima lezione, vincendo in casa nostra per 4-0, gol di
Totti, Montella, Panucci e Cassano. Per due volte è finita 3-3: il 9 novembre
1930, doppietta di Maini e gol di Reguzzoni a cui replicarono Chini, Lombardo e
Volk, e il 27 gennaio 2013, giornata caratterizzata dai gol dei nostri
Gilardino, Gabbiadini e Pasquato, da quelli dei giallorossi Osvaldo, Florenzi e
Tachtsidis ma anche dai numeri non brillantissimi del nostro portiere Agliardi,
a sua volta sostituto dell’ancor meno brillante ex romanista Curci. A prescindere
dal risultato, possiamo citare poi la nostra vittoria per 4-0 ottenuta il 19
gennaio 1964, tripletta di Harald Nielsen arricchita da un gol di Marino
Perani, che ci diede la certezza di poter competere per quello scudetto poi
vinto con un notevole spargimento di
sangue; il drammatico pomeriggio del 30 dicembre 1989, risultato finale 1-1 ma
fari puntati esclusivamente su Lionello Manfredonia, colpito sul campo da un infarto
che pose fine alla sua carriera da giocatore; l’ancor più triste giornata dell’11
febbraio 2001, quando, nonostante la disponibilità romanista per un rinvio, la
Lega Calcio obbligò i nostri giocatori a scendere in campo all’indomani della
tragica scomparsa di Niccolò Galli, coi giallorossi che fecero facilmente a
brandelli una squadra ovviamente deconcentrata; la faticosa, sofferta ed
esaltante notturna del 25 settembre 2004, quando riuscimmo a vincere 3-1 pur
essendo stati ridotti ai minimi termini da una falcidia di infortuni ed
espulsioni, tanto da indurre il tecnico romanista Rudi Voeller a salutare la
compagnia sbattendo la porta; per concludere con l’ultima puntata andata in
scena finora al Dall’Ara, il 21 novembre 2015, un 2-2 maturato sotto un diluvio
apocalittico, tra sviste arbitrali, rigori prima falliti e poi ripetuti e
segnati per concludere con la clamorosa esultanza dell’ex romanista Destro,
rimasto per più di un quarto d’ora sotto il diluvio praticamente in mutande
dopo aver segnato il rigore che fissava il punteggio definitivo. Cosa ci
aspetta domani? La Roma è seconda in classifica ed ha esattamente il doppio dei
nostri punti; inoltre, spera sempre in qualche passo falso della Juve, capace,
non dimentichiamolo, di perdere dal Genoa che altrove non chiude la partita se
non imbarca almeno cinque gol. Quindi mi aspetto una gara molto dura. La storia
di questa stagione ci insegna che il Bologna attuale ha delle grandi capacità,
ma spesso si perde in un bicchiere d’acqua. Oltretutto, ci troviamo in una
strana posizione di classifica, con 17 punti di vantaggio sulla terzultima ma
senza alcuna prospettiva di poter agganciare un treno che ci porti in Europa. Ragion
per cui, l’augurio è di vedere in campo tanti guerrieri in grado di onorare la
maglia indossata, fermo restando il rischio di rimediare qualche altra
figuraccia che si aggiungerebbe a quelle già messe in archivio. Per quest’anno,
ormai, possiamo solo sperare di passare qualche bella giornata fine a se’
stessa; sarà compito dei dirigenti fare tesoro delle botte rimediate per
ottenere, in futuro, risultati più appropriati in rapporto alla nostra gloriosa
tradizione.
Paolo Milito
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