Viviamo nella cosiddetta Era 2.0, per
cui può capitare di doversi imbattere in alcuni risvolti particolari dei vari
mezzi mediatici in uso, legati ad un uso disinvolto, magari improprio ( se non carognesco ) della tecnologia, in
particolare di Internet. E così un non meglio identificato buontempone ha
pensato bene di modificare la pagina Wikipedia dedicata ad Adam Masina,
riportando nelle note biografiche che il ragazzo è stato “ inizialmente
adottato da una famiglia di suricati “. Ora, a parte la sproporzione fisica (
il suricato è un animale dall’aspetto molto simile a quello del topo
volgarmente chiamato zoccola ) si rende necessario fare un po’ di chiarezza:
ammesso e non concesso che l’autore della bravata sia un tifoso del Bologna ( a
prima vista non direi proprio ), quella di ricoprire di insulti a sfondo
razziale un giocatore che sta attraversando un periodo di palese difficoltà è
una strada da non percorrere nella maniera più assoluta. Il calo di prestazioni
del giocatore da un anno all’altro è evidente, ma dobbiamo ricordarci che si
tratta di un soggetto ancora molto giovane, quindi destinato ad affinare certe
caratteristiche tecniche fino a raggiungere un rendimento da campione. A mio
avviso, la sua è una cosiddetta crisi di crescenza, come quelle capitate in
passato ad altri giocatori arrivati giovanissimi alle alte ribalte calcistiche
( anche Totti, intorno ai vent’anni, ebbe un periodo di appannamento ). Masina non
è Diawara: dietro di lui non ci sono stregoni tribali o consiglieri diabolici,
ma soltanto una famiglia che gli ha permesso di mettere alle spalle un infanzia
fatta solo di dolori e lacrime. Ci può stare qualche critica costruttiva
legata, per esempio, all’evidente errore commesso in occasione dell’azione che
domenica ha portato al pareggio della Lazio, non l’insulto offensivo gratuito
portato a segno, oltretutto, trincerandosi dietro l’anonimato consentito dalla
tastiera del computer. Quindi mi unisco anch’io al coro di messaggi di
solidarietà arrivati a Masina nelle ultime ore, ricordando quanto successo l’anno
scorso a Taider: un anno fa di questi tempi, l’algerino sembrava essere un
lontano parente del promettente campioncino ammirato sotto la guida di Stefano
Pioli, e si rese necessario per lui un periodo di sosta e di riflessione. Per cui
non mi sorprenderei se Donadoni decidesse di fermare Adam per una o più
domeniche. Quello che conta è sostenere il ragazzo verso la completa ripresa,
lasciando gli insulti a chi se li merita davvero. Magari all’anonimo estensore
di Wikipedia.
Paolo Milito
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