Domani alle 18 al Dall’Ara va in scena
una delle gare più sentite del calcio italiano, il cosiddetto Derby dell’Appennino.
Il confronto vanta la bellezza di 70 precedenti, giocati esclusivamente in
Serie A e in Coppa Italia, con un bilancio nettamente favorevole ai nostri
colori: 28 vittorie del Bologna, 16 della Fiorentina e ben 26 pareggi. La nostra
vittoria più robusta risale al 5 gennaio 1941: 5-3, dovuto ad una doppietta di
Puricelli ed alle reti di Reguzzoni, Andreoli e Biavati, a cui seguì una
replica dei viola consistente nei gol di Di Benedetti e Menti II completata da
un autogol del nostro Pagotto. Il 5 aprile 1959, invece, fu la Fiorentina ad
imporsi con un sonoro 4-0, tripletta di Petris arricchita da una rete di
Hamrin. Molto combattuta fu la partita del 21 maggio 1961: finì 3-3; per noi,
doppietta di Pascutti e gol di Vinicio, per i nostri avversari doppietta di Hamrin
e gol di Milan. Come si è visto, stiamo parlando di altri tempi: in epoca
recente le due squadre hanno segnato in maniera molto più contenuta. Domani riceviamo
una squadra ben posizionata in classifica, alla ricerca di punti per poter
coltivare ulteriori ambizioni. Non siamo nelle condizioni di doverci disperare,
ma abbiamo ancora, come succede da parecchio tempo, la necessità di correggere
alcune sbavature. In particolare, il Bologna deve acquisire la capacità, una
volta andato in vantaggio, di mantenerlo fino alla fine della partita, magari
rafforzandolo con qualche altra segnatura. Certo, a voler rianalizzare gli ultimi
tre pareggi appare evidente come siano maturati in condizioni molto differenti
tra loro: contro la Lazio un arbitraggio discutibile ha quasi vanificato la
resistenza dei nostri ragazzi agli assalti dei biancocelesti, il Sassuolo ha
beneficiato di un calo alla distanza mentre il pareggio del Chievo è stato un
favoloso regalo goffamente confezionato dal mai troppo rassicurante Mbaye. La squadra
comunque c’è. Insomma, con questi non si retrocede. Piuttosto Donadoni dovrà
lavorare sulle teste in modo da ottenere maggior continuità nella
concentrazione ( contro il Sassuolo nel primo tempo il nostro possesso palla è
stato del 65%, e nel secondo si è praticamente dimezzato ), allo scopo di
evitare, in futuro, di essere raggiunti sul pareggio dopo aver condotto la gara
sempre in vantaggio. È vero, rispetto al recente passato siamo messi molto
meglio, ma è quanto meno scocciante dover constatare che, con qualche
disattenzione in meno, potremmo trovarci al secondo o terzo posto in
classifica. Siccome il potenziale c’è, a questo punto sarebbe meglio farlo
fruttare. Scendendo nei dettagli, la presenza in panchina di un tecnico come
Donadoni è rassicurante: il bergamasco non si scompone mai di fronte alle
difficoltà, e finora ha gestito brillantemente l’emergenza portieri e l’ennesimo
problema di Destro, per cui saprà sicuramente ovviare in maniera efficace anche
alla mancanza di Maietta, il cui infortunio per fortuna si è rivelato meno
grave del previsto. Dunque andiamo ad affrontare la Fiorentina, per ribadire
una grande tradizione e, perché no, per dare una bella soddisfazione al
Presidente Saputo, che sarà presente al Dall’Ara.
Paolo Milito