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sabato 28 maggio 2016

L’ARRIVO DI BIGON.

Dopo aver rescisso il contratto con Pantaleo Corvino, il Bologna aveva bisogno di riempire a stretto giro di posta la casella relativa al Direttore Sportivo. Il sostituto ideale era stato individuato in Walter Sabatini, intenzionato a lasciare la Roma. Ma il club giallorosso ha fatto valere il contratto ancora in essere, per cui i nostri dirigenti hanno spostato le proprie attenzioni su Riccardo Bigon, in uscita dal Verona, perfezionandone l’ingaggio. Figlio di una storica colonna del Milan, rivelatosi nel tempo anche un ottimo allenatore, Bigon non ha avuto una gran carriera da calciatore, rimanendo confinato per una ventina d’anni in squadre venete di categoria medio-bassa. Una volta smesso di giocare, si è messo a fare il Direttore Sportivo. In questa veste, ha ottenuto discreti risultati alla guida della Reggina, per poi esplodere a Napoli. Lasciato il Vesuvio per divergenze insanabili con Aurelio De Laurentiis, è approdato al Verona, alla corte del nostro ex vicepresidente Setti, ma non ha ripetuto i successi napoletani, anzi, è incappato in una rovinosa retrocessione. Di certo parecchie cose non hanno funzionato, e l’attenuante del grave infortunio subìto da Luca Toni non basta da sola a giustificare un rendimento così disastroso. Dunque, siamo di fronte ad un personaggio vincente, ma fino a un certo punto. A mio avviso, per rimpiazzare un personaggio a tutto tondo come Corvino Sabatini era perfetto, in quanto dotato di una grande inventiva e di sufficiente pelo sullo stomaco; Bigon piace al Presidente Saputo perché, a differenza del corpulento ex plenipotenziario pugliese, è molto aziendalista e non si arrocca su posizioni irremovibili in caso di divergenze con gli altri dirigenti, ma lascia molto perplesso me, un po’ per la recente retrocessione, un po’ di più per un carattere non proprio deciso. Mi sovviene, però, un ricordo, nemmeno troppo lontano: al momento di dover sostituire Delio Rossi, la prima scelta si chiamava Vincenzo Montella, Donadoni è stato un ripiego a causa del problema relativo ad una clausola rescissoria da versare alla Fiorentina. Come sia andata lo sappiamo tutti: nel cambio ci abbiamo guadagnato, anzi ad un certo punto qualcuno di noi si è lasciato andare a dei sogni proibiti, mentre la Sampdoria, con Montella, ha decisamente rischiato di farsi male. Di conseguenza, anche se Bigon non mi piace molto, prendo atto del suo ingaggio e invito tutti a lasciarlo lavorare: l’ultimo anno gli è venuto male, ma i precedenti di Reggio e Napoli autorizzano ad aspettarsi comunque qualcosa di positivo.


Paolo Milito

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