In terra
bergamasca Atalanta-Bologna vanta ben 50 precedenti, fra Serie A, Serie B e
Coppa Italia. Il bilancio parla di 26 vittorie dell’Atalanta, 8 del Bologna e 15
pareggi. La vittoria più robusta dei bergamaschi risale al 7 aprile 1991: un
misero Bologna ormai retrocesso fu travolto per 4-0; segnarono due volte
Pasciullo e poi Perrone ed Evair. Per due volte, invece, i nostri eroi si sono
imposti per 3-1: il 31 gennaio 1954, doppietta di Pivatelli e rete di Cappello,
a cui replicò Bassetto su rigore, e il 21 ottobre 1962, quando alla marcatura
iniziale di Mereghetti risposero Pascutti, Bulgarelli ed Haller. In tempi più
recenti ricordiamo la disastrosa giornata del 10 novembre 2013 non tanto per il
punteggio finale di 2-1 a favore dei nerazzurri, quanto per uno dei pochi gol
segnati con la nostra maglia da Rolando Bianchi, ex di turno, e per il
maldestro intervento del portiere Curci da cui scaturì il gol della vittoria
messo a segno da Livaja. Dunque, il campo di Bergamo non è propriamente un
terreno amico. Là dove la sua favola ebbe inizio, Roberto Donadoni è chiamato a
ripartire dopo la sconfitta rimediata contro l’Inter al termine di una gara
giocata alla pari e con la pesante incognita dell’assenza di Mattia Destro a
seguito della frattura al piede riportata in uno scontro fortuito. Avremo di
fronte una squadra a forte rischio di retrocessione e quindi alla famelica
ricerca di punti. Personalmente, sono convinto che il mister riuscirà a trovare
la giusta soluzione al problema dell’attacco, fermo restando che Floccari non
può essere considerato un vero e proprio cannoniere e che Acquafresca, in tutti
questi anni sotto le Due Torri, non ha mai sfruttato le varie opportunità che
gi sono state concesse. L’unica perplessità che ho verso l’operato di Donadoni
riguarda Franco Zuculini: probabilmente tutte le notti compare in sogno alla
moglie di Corvino travestito da lupo mannaro; altrimenti, non so spiegarmi per
quale motivo in conferenza stampa il tecnico lo definisca un serio
professionista degno di avere una grande occasione e poi si ostini a non
convocarlo. Oltre ai problemi del campo, incredibile ma vero, si sono
riaffacciati anche quelli a livello societario: da una parte la zizzania
seminata dal presidente federale Tavecchio, che da qualche giorno parla di
Donadoni come se fosse già il nuovo C.T. della Nazionale, senza tener conto del
parere della dirigenza Rossoblù e del fatto che il tecnico bergamasco, parole
sue, a Bologna sta “ non bene ma benissimo “; dall’altra il caso Corvino: il DS
ha un contratto inattaccabile, ma il gruppo di dirigenti e consiglieri
provenienti dalla Roma di fatto sta sponsorizzando un avvicendamento con
Sabatini, prossimo all’uscita dal club giallorosso. A quanto pare, poi, i
rapporti tra Corvino e Donadoni non sarebbero idilliaci. Di tutto questo, oltre
che delle pratiche riguardanti la ristrutturazione dello stadio, dovrà
occuparsi Joey Saputo, atteso domani in tribuna. Che dire: nonostante la
solidità del club, si riesce sempre a complicarsi la vita. Ricordiamoci, comunque,
delle vittorie ottenute dal Parma di Donadoni quando ormai si era sfasciato
tutto: i problemi della stanza dei bottoni non condizioneranno minimamente lo
stato d’animo dei giocatori in campo. Infine, mi permetto di dedicare due
parole al mister delle 64 partite, Carletto Mazzone, che oggi compie 79 anni:
Guardiola ha dichiarato pubblicamente di aver preso esempio da lui, la speranza
è che Donadoni ne segua l’esempio riportandoci almeno in Europa.
Paolo Milito
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