Foligno, febbraio
1971. Il Bologna si accorda con la squadra di casa, che gioca in Serie D, per
disputare una partita amichevole infrasettimanale. Per mio padre, classe 1925,
tifoso Rossoblù fin dai tempi di quelle che oggi chiameremmo le Scuole Medie,
in cui aveva incrociato un insegnante di Ginnastica cugino del grande Angiolino
Schiavio, la possibilità di veder giocare dal vivo la Squadra del cuore senza
sobbarcarsi un faticoso viaggio ( all'epoca i treni erano meno veloci di quelli
attuali ). Per me, bimbo di cinque anni, la prima volta sugli spalti di uno
stadio. E che prima volta !!! Già da un anno, seguendo mio padre e mio
fratello, avevo preso a cuore le sorti del Bologna, e mi sembrò quasi di
sognare vedendo scendere in campo Bulgarelli, Perani, Battisodo, Pace, Savoldi
e tutti gli altri, vestiti di bianco con la famosa fascia diagonale sulla
maglia. Dal momento della comparsa in campo dei giocatori, non feci altro che
urlare a squarciagola, incitando senza sosta i miei Campioni, praticamente
attaccato ad una colonna delle tribune, sotto lo sguardo divertito del Mister
Edmondo Fabbri, che ogni tanto mi lanciava un'occhiata e rideva. A fine
partita, la sorpresa più bella: Giacomo Bulgarelli, il Capitano, si portò al
centro del campo, con un fischio stile Trapattoni chiamò a raccolta i compagni
di squadra e fece ampiamente segno a tutti di dirigersi verso di me !!! Mi sembrava di
avere i piedi staccati da terra, non ci potevo credere: potevo parlare con i
miei giocatori preferiti !!! Col permesso del Mister, Bulgarelli & C. si
intrattennero a parlare con noi ( soprattutto con mio padre ) per almeno una
decina di minuti, e prima di andarsene mi lasciarono i rispettivi autografi su
un blocchetto per appunti. Negli anni successivi, ebbi modo di vedere, sempre
dal vivo, Bulgarelli guidare la squadra alla conquista della Coppa Italia del
1974. Inoltre, sempre in compagnia di mio padre, per altre quattro o cinque
volte incrociai il Capitano, sempre nella zona antistante lo Stadio Dall'Ara, all'entrata
o all'uscita di qualche partita. Giacomino riconobbe sempre mio padre,
ricordando quanto successo nel 1971, e si fermò sempre gentilmente a scambiare
qualche parola con noi. In particolare, una sera d'autunno, al termine di una
partita ci offrì un aperitivo al bar; parlando del più e del meno, il discorso
cadde sul clamoroso passaggio del capitano romanista Di Bartolomei al Milan,
avvenuto durante l'estate, ed io ebbi la sfrontatezza di chiedere al mio idolo
di sempre se fosse vero quanto avevo letto una volta su " Stadio ",
riguardo al suo mancato passaggio al Milan nel 1970. Be', un conto è leggere
certe cose, un altro è sentirle raccontare dalla viva voce del diretto
interessato. In pratica Bulgarelli, una sera di luglio, era stato chiamato a Milano
dal Direttore Generale Rossoblù di allora, che gli aveva dato appuntamento in
una via del centro. Il dirigente quasi trascinò di forza il giocatore a bordo
di un'auto, e gli sottopose un contratto da firmare: avrebbe sancito il suo
passaggio al Milan in cambio di una somma da capogiro tanto per Giacomino
quanto per il Bologna. Il Capitano non ebbe esitazioni: stracciò il foglio e
chiese con forza di scendere
dalla vettura, lasciando il dirigente in preda a chissà quali sensazioni, visto
che, a suo dire, aveva una faccia che non si capiva bene se esprimesse
disappunto, terrore o disgusto. Non credo che negli anni Bulgarelli si sia mai
pentito di quel gesto. E' vero, per la conquista dello scudetto 1964 ricevette
in regalo semplicemente un trattore; negli ultimi anni della sua vita dovette
vendere la villa che si era costruito coi guadagni da calciatore, per far
fronte ad una terribile malattia che gli aveva minato il fisico e prosciugato
le tasche. Pensate un po': Bulgarelli, Campione d'Italia, è morto stando in
affitto da Michele Paramatti, che per contro vanta solo la famosa cavalcata
delle sessanta partite del 1999. Ma non credo che questi dettagli abbiano mai
scalfito l'amore del nostro amato Campione per la Bandiera Rossoblù. Anzi, mi
correggo, per il Bologna. Perchè Giacomo Bulgarelli è ancora, e credo resterà
per sempre, " la " Bandiera Rossoblù.
Paolo Milito
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