Dopo l’indigesto esito del Derby dell’Appennino, alla presenza ( finalmente ) del Presidente Saputo, in attesa di possibili svolte in prospettiva futura, nel posticipo notturno di domani siamo chiamati a ricevere la visita dell’Atalanta, ovvero la squadra più in forma del campionato e al contempo il modello al quale dovremmo ispirarci per riuscire a dare un seguito all’ormai troppo lontano Scudetto ottenuto in un torrido pomeriggio romano ai danni dell’Inter. Il confronto, al Dall’Ara, vanta 59 precedenti, suddivisi fra Serie A, Serie B e Coppa Italia. 34 le vittorie Rossoblù, 10 quelle dei bergamaschi, 15 i pareggi. Per ben due volte abbiamo stravinto 5-0: il 29 maggio 1960, a segno Fascetti, Demarco, Campana ( doppietta ) e Pivatelli; il 7 gennaio 1968, gol di Tentorio, Perani, Fogli e doppietta di Ezio Pascutti. L’11 settembre 1949, prima giornata di quel campionato, beccammo invece un clamoroso 6-2: per loro tripletta di Karl Hansen, doppietta di Soerensen e gol di Randon, a cui replicammo solo con Cappello e Mike. Quanto ai pareggi, si fa notare il 4-4 del 19 novembre 1997, ma in realtà si tratta dell’esito dei calci di rigore al termine di un doppio confronto di Coppa Italia. Domani sera, dunque, Sinisa Mihajlovic proverà a rimpolpare la classifica di questo strano campionato, che non ci ha visto mai seriamente in pericolo, ma che ci ha regalato diverse figuracce alternate a momenti in cui sembrava lecito sognare ad occhi aperti. Prima, o dopo, si confronterà col Presidente canadese. In sala stampa, ha anticipato, per la felicità di Furio Zara & C., l’intenzione di voler proseguire la propria avventura sotto le Due Torri, spinto “ dall’ambizione, non dai guadagni “ ( e se lo dice lui ci credo fermamente ). Bisognerà vedere cosa ne pensa Joey Saputo, il quale è sì un’acqua cheta, ma di fronte a reiterate rotture di scatole è capace di scossoni improvvisi, tipo l’allontanamento immediato di Walter Sabatini. Il magnate canadese, a dir la verità, non è così fesso come qualcuno cerca di dipingerlo, e sa benissimo di non poter trovare in giro molte alternative al tecnico serbo, ammesso che non voglia tentare l’azzardo di dare fiducia a qualche giovane di belle speranze, con tutti gli annessi e connessi che una simile scelta comporta. Per come la vedo io, ho buoni motivi per ritenere che le aspettative di Zara & C. siano destinate ad andare ancora una volta deluse; piuttosto credo di dovermi preparare a salutare Riccardo Bigon, e a veder arrivare un nuovo DS. Lo ribadisco per l’ennesima volta: non siamo ai livelli di disperazione dell’Era Gwaraldy, con qualche disattenzione in meno ( e anche un po’ di fortuna: provate a immaginare di avere all’attivo 17 gol in più, anziché tutti quei pali e traverse; provate a immaginare che dopo 12 secondi, a Firenze, andiamo in vantaggio anziché beccare l’ennesima traversa … ) e un po’ di concentrazione in più possiamo già migliorare la posizione attuale, in attesa di attrezzarci per vivere al meglio le stagioni future. E adesso, sotto con l’Atalanta.
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