Il grande Civ ricordava spesso che i giornali e le trasmissioni sportive traevano maggior beneficio da una goleada frutto di una partita ultrapiatta e a senso unico piuttosto che da un combattutissimo 0-0, poco attraente in superficie. Più o meno come quello scaturito dalla partita di domenica scorsa contro il Toro. Ecco quindi che per tutta la settimana ci siamo dovuti sorbire le solite iperboli fantascientifiche di Furio Zara & C, tutti arciconvinti, come ormai da quattro anni a questa parte, che Sinisa Mihajlovic abbia già firmato con la Roma ( chissà come sarà contento Mourinho ), che abbia un accordo in linea di massima con la Lazio ( per la felicità di Sarri ) e che sia in odor di abboccamento col Napoli ( Spalletti, stai sereno ??? ). Peccato che in sala stampa, come ormai consuetudine, Sinisa abbia spiegato che certi conti li farà a fine stagione, riservandosi di decidere se accettare o meno le direttive programmatiche che gli verranno proposte da Joey Saputo. Il quale, più che di Sinisa, vorrebbe liberarsi di Riccardo Bigon, del cui operato non è proprio entusiasta. Inoltre la cortina di ferro allestita da Fenucci, capace di tenere segreto fino a ieri il nome di Bonifazi rimasto vittima del Covid nella serata di domenica, ha di fatto creato due universi paralleli, ovvero un Bologna di facciata, tutto rose e fiori, e uno ambientato nei locali di Casteldebole, all’interno del quale può succedere tutto e il contrario di tutto, con reciproco scambio di stracci e piacevolezze varie. O almeno questo è quel che si sospetta, viste le insistenze con cui certi corvi continuano a seminare zizzania a mezzo stampa. Intanto il calendario, nella scomodosa collocazione dell’ora di pranzo domenicale, ci impone di far visita alla Fiorentina, per la gara di ritorno del derby dell’Appennino in salsa nordamerikana. In casa viola il match conta la bellezza di 74 precedenti, suddivisi fra Prima Divisione, Serie A e Coppa Italia; 39 le vittorie dei gigliati, 14 quelle Rossoblù, 21 i pareggi. La vittoria più larga dei padroni di casa risale al 23 novembre 1958: 6-3, doppietta di Lojacono e gol di Montuori, Cervato, Petris e Hamrin che resero inutile la spettacolare tripletta messa a segno dal nostro Gino Pivatelli. Il 25 gennaio 1942, invece, fummo noi a travolgere i viola con un sonoro 5-2, frutto delle doppiette di Biavati e Puricelli e del tocco finale di Arcari IV, in risposta ai gol dell’ex Valcareggi e di Degano. Quanto ai pareggi, per tre volte è uscito il 2-2. A prescindere dal risultato, ovviamente, il match vanta una tale serie di sfaccettature che mi costringerebbe, se scendessi in particolari, a scrivere fino a domani mattina. Mi limiterò quindi a ricordare il far west del 2 gennaio 1955, che fruttò al Bologna la vittoria a tavolino nonostante sul campo, al momento dell’interruzione, fossimo in vantaggio per 3-0, il lancio di bottiglie molotov alla stazione di Firenze del 18 giugno 1989, di cui ancora oggi Ivan Dall’Olio porta addosso segni dolorosi e indelebili, e il trionfale pomeriggio del 17 gennaio 2010, quando l’uruguagio Gimenez trascinò i Rossoblù verso una clamorosa vittoria che illuse tutti noi di aver trovato una nuovo campionissimo, rivelatosi poi di scarso valore. Domani andiamo a far visita ad un pezzo importante del passato di Sinisa, una squadra che in classifica conta dieci punti in più dei nostri e che dal punto di vista tecnico sembra essere un po’ più in salute. Dovremmo comunque recuperare Arnautovic, cosa non di poco conto, anche se in difesa mancherà un pezzo importante come Theate. Che dire … Andiamo e giochiamo, per le grandi manovre c’è sempre tempo. Ricordando che non siamo così brutti come qualcuno vorrebbe far sembrare.
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